27 febbraio, 2014

LA BUONA STELLA DI CARLO VERDONE. Di Francesco Vignaroli


Cinema Signorelli, Cortona. Lunedì 24 febbraio 2014

Poco dopo la morte della ex-moglie, l’ultracinquantenne Federico Picchioni (Verdone), per colpa di un collaboratore disonesto, perde il lavoro e con esso la possibilità di mantenere il figlio Niccolò e la figlia Lia (più la nipotina Aisha), entrambi ventenni, con i quali ha da tempo scarsi rapporti; vista la situazione economica d’emergenza, decide di farli venire a vivere a casa sua, vedendosi stravolgere completamente il menage familiare: la giovane e pretenziosa compagna, in continuo contrasto con i nuovi arrivati, lo pianta in asso, seguita a breve distanza dalla domestica; come se non bastasse, la convivenza con i figli, anch’essi disoccupati, è faticosissima, e tra vecchi rancori e incomprensioni il caos regna sovrano, almeno fino all’arrivo della nuova vicina, l’esuberante e un po’ pasticciona Luisa Tombolini (Paola Cortellesi), cuore solitario e sensibile angustiato da problemi familiari (non ha più legami con i genitori) e da una professione crudele: si occupa del risanamento di imprese in difficoltà licenziando il personale in eccesso; in parole povere, come la definisce Federico, è una “tagliatrice di teste”.

26 febbraio, 2014

"Se tornassi indietro". Un ritorno al futuro, come terapia di coppia. Di Paolo Leone


Teatro Golden, Roma. Dal 25 febbraio al 16 marzo 2014

Un matrimonio che scricchiola paurosamente dopo soli quattro anni. Lui, un uomo non troppo consapevole delle proprie responsabilità di marito e padre, lei insoddisfatta di vivere con un uomo troppo assente, che in ogni occasione importante per la coppia sembra defilarsi. Si rinfaccia, si litiga, si prende atto che forse è avvenuto tutto troppo frettolosamente. Fin qui, nulla di insolito, è l’amara realtà di troppe coppie prossime a scoppiare. Se non che, all’apice della reciproca esasperazione, avviene lo strano fenomeno che spiega il titolo della commedia. Ogni volta che l’uomo va a dormire, si risveglia lo stesso giorno (il 7 maggio) ma dell’anno precedente. La commedia scritta da Massimo Natale ed Ennio Speranza sperimenta l’artificio del viaggio nel tempo a ritroso, che tanto successo riscosse nel celebre film di Robert Zemeckis nel 1985 (Back to the future), sulla coppia in scena, interpretata da una bellissima Euridice Axen e da Simone Montedoro, noto ai più come il capitano Tommasi della fiction tv “Don Matteo”.

25 febbraio, 2014

Un’intervista a Ester Crocetta, l’artista del colore. Intervista a cura di Monica Pasero


Oggi vorrei parlarvi di un’artista del colore: Ester Crocetta, pittrice di fama internazionale, se dovessi definire con una sola parola le sue opere, sarebbe senza alcun dubbio:  “Energia”,  forse perché Ester nutre così  le sue opere. Animandole di colori forti, intensi, vivi, proprio come la sua voglia di “Creare“… Ma iniziamo a conoscerla...  

Ester, raccontaci quando hai iniziato a dipingere: rammenti la tua prima esperienza, i tuoi primi soggetti elaborati?

24 febbraio, 2014

“Pantani”: l’alone di mistero sulla morte del Pirata continua. Che amarezza. Di Francesca Saveria Cimmino


“Pantani”, documentario girato da  James Erskine, il cui titolo originale è "Pantani: The Accidental Death of a Cyclist", è stato proiettato nelle sale del circuito The Space solo i giorni 17, 18 e 19 febbraio 2014, omaggiando il “Pirata” con un prodotto filmico dopo dieci anni dalla sua morte, avvenuta il 14 febbraio 2004. Un documentario che sa di giustizia, ma che in realtà non la rende. Un’opera che descrive i successi e gli insuccessi, che utilizza materiali di repertorio ed interviste, ma che risulta essere monca: mutilata della sua parte più interessante, importante. Il titolo originale ha come parola chiave il termine “death”, ovvero morte. Ebbene è proprio questo che manca nel film: cosa è successo in quella camera del Residence Le Rose? Cosa successe subito dopo il decesso? Chi ha trascinato quest’uomo dalla stelle alle stalle?  La speranza era poter fare chiarezza su tutte, o una parte, delle zone d’ombra.

23 febbraio, 2014

BOEING BOEING commedia in due atti di Marc Camoletti. Versione italiana di Luca Barcellona e Francis Evans. Di Daria D.


Teatro Manzoni, Milano dal 20 febbraio al 9 marzo 2014

Ritorna dopo quarant’anni il nuovo allestimento della commedia Boeing Boeing di Marc Camoletti, che rimase in cartellone a Londra per ben sette anni, dal 1965, da cui la Paramount ne trasse un film con Tony Curtis, Jerry Lewis e Thelma Ritter. Poi ritornò a Londra nel 2007 con un restyling ad opera di Mark Warchus, con cui vinse il Drama Desk Award come miglior revival e miglior attore e a Broadway nel 2008 vinse il Tony Award per gli stessi motivi.  Tutte ragioni  per andare sul sicuro, invece non c’è  mai di niente di sicuro, un po’ di rischio si corre sempre, ed è giusto. Il bello dell’arte è proprio questo! E poi i tempi cambiano, i problemi si assommano, la gente vuole…  non si sa cosa… o forse sì:  vuole divertirsi e possibilmente  senza ascoltare le solite battute volgari, vedere ambienti  asfittici e provinciali, senza eleganza e stile,  personaggi privi di identità,  senza eleganza e stile.
Nel caso di Boeing Boeing, e ringraziamo Gianluca Ramazzotti e Gianluca Guidi che non si sono fatti scappare l’occasione di offrirci lo spettacolo, la gente ride e tanto,  e applaude a scena aperta. Per più di ore è stato un fuoco di fila di battute spiritose e spumeggianti, ritmi serrati ma comprensibili, (perché diciamo la verità,  non sempre il ritmo è anche chiarezza, vedi certi montaggi cinematografici che sono talmente veloci che sembrano fatti imitando la  centrifuga della lavatrice), personaggi ben precisi, simpatici e bravi.

"Nell’anno del Signore", di Luigi Magni. La protervia del potere, modi diversi di combatterla. Di Paolo Leone


“Che fai nun me risponni me canti 'no stornello
lo vedi chi è er padrone insorgi, pia er cortello
Vojo canta così fiorin fiorello...”

Teatro dell’Angelo, Roma. Dal 20 febbraio al 23 marzo 2014

Roma,1825. Il potere temporale di Leone XII è particolarmente repressivo, caratterizzato dalla volontà di voler schiacciare ogni forma di libertà individuale, per timore di trame rivoluzionarie. E’ il periodo dei primi moti carbonari, di un popolo (come sempre) rassegnato e di Pasquino, la voce temutissima della satira, dello sberleffo al potere, forse ancor più pericolosa delle azioni violente dei rivoltosi. Nel 1969 il maestro Gigi Magni realizzò il suo bellissimo film, “Nell’anno del Signore”,  appunto, il primo di una fortunatissima trilogia, a cui seguirono “In nome del Papa Re” nel 1977 e “In nome del popolo sovrano” nel 1990.

21 febbraio, 2014

"Pinocchio". Una fiaba eterna per continuare a sperare, sognando. Di Paolo Leone


Teatro Ghione, Roma. Dal 18 febbraio al 2 marzo 2014

Foto di Patrizio Cocco
Foto di Patrizio Cocco
Accuditeli, preservateli, cresceteli con grazia e cura estrema, perché ogni loro apparizione è poesia, è la magia del teatro, è l’erba fresca di un praticello che potrebbe diventare uno splendido campo fiorito. La “Compagnia dei Piccoli per caso” torna sul palcoscenico del teatro Ghione di Roma con una delle favole più belle del mondo, Pinocchio. Storia eterna, pregna di significati, messaggi, valori, dolori e dolcezze sempre attuali. Una favola che ha più di cento anni, ma che non dimostra una ruga. Introdotta, condotta e conclusa da un Pino Ammendola straordinario narratore, dall’alto di una scenografia mozzafiato (di Paolo Dore), che fa rimpiangere di essere seduti in platea, noi adulti (?) spettatori, i ragazzi della Compagnia danno vita, insieme a Simone Destrero bellissimo Geppetto, ad un vortice di emozioni. Non crediate che le loro interpretazioni siano “da bambini” e “per bambini”, nossignori…ognuno di loro è una sorpresa continua, entusiasmante, a tratti commovente.

“Pelléas et Mélisande”. Una prima capolavoro all’Opéra Comique! L’Amore e la Morte visti dalla fanciulezza. Di Stefano Duranti Poccetti


Opéra Comique, Parigi. Dal 17 al 25 febbraio 2014

“Pelléas et Mélisande”, uno dei capolavori operistici del ‘900 riprende vita qui, proprio dove era nata il 30 aprile del 1902, all’Opéra Comique. Lo splendido soggetto simbolista di Maurice Maeterlinck, incorniciato dalla meravigliosa musica di Claude Debussy, è protagonista in quest’ambito di una prima eccezionale e stupefacente. “Capolavoro”, “splendido”, “eccezionale”… sono parole forti e forse anche banali, che non dovrebbero essere usate in modo così semplice in una critica di spettacolo, ma se li uso è proprio perché non saprei descrivere in modo migliore ed esauriente una messa in scena che mi ha veramente sorpreso ed emozionato, sotto tutti gli aspetti.

20 febbraio, 2014

JAZZ AL PICCOLO. Terzo appuntamento della XVIa edizione di Jazz al Piccolo-Orchestra Senza Confini, organizzato dall'Associazione Culturale Musica Oggi in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa. Di Daria D.


Piccolo Teatro di Milano, lunedì 17 febbraio 2014
  
Tony Arco. Foto di Dario Guerini
Maurizio Franco, musicologo e responsabile didattico dei Civici  Corsi di Jazz ha calorosamente introdotto la serata che si è rivelata piacevole, divertente e interessante grazie alle nuove promesse del nostro jazz e a chi, invece, le promesse le ha mantenute da tempo, come  Enrico Intra, Paolo Damiani ed Enrico Pieranunzi,  il cui compito di Maestri, è ora quello di scoprire le nuove generazioni, di seguirle, di incoraggiarle, di farle conoscere. Un po’ come avvenne circa quattordici anni quando  Musica Oggi scoprì Giovanni Allevi, lo spettacolo è cominciato con la performance del giovane chitarrista e compositore diciassettenne Gregorio Fracchia che ci ha proposto  tre pezzi  da lui scritti, molto diversi tra di loro, suonati con grande maturità e competenza e tanta passione.

“Lo specchio di fronte”, il romanzo di Vittorio Giacomelli. Intervista di Alessia Mocci


“Nel corso del racconto, protagonisti e comparse intrecciano le loro storie in maniera mai scontata. Ogni incontro toglie un velo dall'immagine esteriore degli attori, fino a farli svelare completamente. È così che personaggi impeccabili tirano fuori lati nascosti e imprevedibili.” (Il Messaggero)
Lo specchio di fronte” è una storia di sana follia, ambientata nella Capitale e che vede come personaggi una cerchia di persone appartenenti alla Roma bene. Vittorio Giacomelli esplora per la prima volta il romanzo ed è subito successo.
Nato ad Orbetello nel 1964, sin dalla tenera età eccelle nell’organo e successivamente con il nobile pianoforte. Vittorio coltivava un sogno che si è avverato nel 2010 con l’album “Sabbia” e nel 2011 con “Gatto nero”, entrambi distribuiti in tutto il Mondo.

IL CINEMA RITROVATO: DIECI GRANDI FILM DEL PASSATO RITORNANO IN SALA. Di Francesco Vignaroli


Per la serie “meglio tardi che mai”, una piccola premessa per i lettori del “CORRIERE”: mi scuso con voi ma, per vari motivi, non ho potuto informarvi tempestivamente di questa importantissima iniziativa; lo faccio adesso, quando la rassegna è giunta ormai al sesto appuntamento, consapevole però, per dirla alla Ligabue, che “il meglio deve ancora venire”…

Pensateci bene: che differenza c’è tra andare al cinema per vedere un film nuovo oppure andarci per il piacere di godersi in sala un vecchio capolavoro, soprattutto se non lo si è mai visto prima ? Io credo nessuna: in un certo senso, si tratta in entrambi i casi di prime visioni, specie se i classici in questione vengono riproposti in versione originale sottotitolata (quando stranieri, ovviamente) e in confezione deluxe, con restauro audio/video digitale, e specie se, come nel caso di “DELITTO PERFETTO” di Hitchcock -l’opera che ha aperto la rassegna lo scorso ottobre,- o del presente “LA FEBBRE DELL’ ORO” (di cui parlerò più avanti), si propongono al pubblico -per la prima volta, in assoluto- le edizioni filologiche di film che, a causa di vicissitudini produttive o ripensamenti degli autori, hanno subito nel corso del tempo tagli e rimaneggiamenti vari tali da modificarli in modo irreversibile, ma che, grazie a recenti ritrovamenti -fortunati quanto fortuiti- di materiale ritenuto perduto e ad un paziente lavoro di restauro, sono stati ricostruiti nel modo più vicino possibile alla forma originaria; in questi casi ci troviamo quindi di fronte ad opere inedite a tutti gli effetti, e questo ci aiuta a capire quanto il passato sia “vivo” e quanto abbia ancora da dire sul presente.

“Il tempo delle mele cotte”, di Gianni Clementi. Sotto le macerie, la verità. Di Paolo Leone


Teatro de’ Servi, Roma. Dal 18 febbraio al 9 marzo 2014

Foto P. Appera
A volte c’è bisogno di eventi straordinari, inaspettati e drammatici, per rivelare agli altri ma soprattutto a sé stessi la propria autentica natura, per mettersi a nudo di fronte all’esistenza, senza maschere, senza immagini costruite per convenzione perché tutto proceda preordinatamente. E’ la vita stessa, imprevedibile nel bene e nel male, che prima o poi strappa il velo delle piccole o grandi bugie. Una calamità naturale o, come in questa nuova opera scaturita dal genio di Gianni Clementi, un bombardamento, impongono ai superstiti un bilancio delle proprie vite, un confronto.

18 febbraio, 2014

LE VOCI DI DENTRO. Un uomo muto per uomini sordi. Di Sara Bonci


Teatro Metastasio, Prato. Domenica 16 febbraio 2014

Altra commedia, insieme a Mia famiglia, in cui uno dei personaggi non parla è Le voci di dentro. In questo caso, è Zio Nicola che sceglie di diventare muto, perché non ha più senso parlare, quando non è più possibile cambiare gli animi degli uomini ormai sordi. L'unico suo mezzo di comunicazione, comprensibile soltanto dal nipote Alberto, è l'uso di fuochi d'artificio. Altrimenti, per esprimere il suo disaccordo, sputa dalla terrazza. Tutto inizia da un incubo, quello di Maria, cameriera della famiglia Cimmaruta, che già fa capire quali siano i nuovi valori di cui l'umanità si fa procreatrice e di cui la fanciulla ha paura. La ragazza sogna di pulire delle verdure, dalle quali esce un verme che la conduce con sé davanti alla porta di una chiesa. Lui può entrare, mentre lei deve rimanere fuori, sotto la pioggia. Improvvisamente dall'ombrello datogli dal verme si infiltrano delle gocce di pioggia che diventano poi di fuoco e le entrano dentro il corpo:

17 febbraio, 2014

"ReLazioni". Come la società trasforma le emozioni. Andrea Axel Nobile


Nuovo Teatro Nuovo Sala Assoli, Napoli. Dal 14 al 16 febbraio 2014

“ReLazioni”, spettacolo teatrale scritto da Neil la But, è una rappresentazione sagace che porta il pubblico per mano in quell’universo personale fatto di piccole nevrosi e gioie, ritinteggiando delicatamente l’universo femminile e riproducendo i falsi miti, che la società contemporanea impone come un vero e proprio manifesto. Tre donne, tre storie diverse, che si incontrano in quel mondo apparentemente precario ma ben delineato dal regista. La prima storia mette in scena la precarietà del rapporto di coppia dove la moglie incinta decide di vendicarsi nei confronti del marito che la tradisce, attuando una reazione a catena fatta di superficialità e desideri celati della protagonista come se la vendetta diventasse un pretesto per riscoprire se stessa e il suo emotivo recondito, non vissuto. Nella seconda storia un pezzo di teatro nel teatro, dove si sussegue una telefonata dell’attrice ad un’amica; nel dialogo si ostenta una certa libertà sessuale, proprio a descrivere la velocità della contemporaneità nei rapporti di coppia, che si consumano velocemente, dove non c’è più la profondità dell’essere.

16 febbraio, 2014

VIAGGIO ATTRAVERSO L'IMPOSSIBILE - sogni di cinema, a cura di Francesco Vignaroli. Recensione 15: LA TRAGEDIA DEL “SILVER QUEEN”


LA TRAGEDIA DEL “SILVER QUEEN”      
USA 1939  72’   B/N

(Five came back)

REGIA: JOHN FARROW

INTERPRETI: JOSEPH CALLEIA, JOHN CARRADINE, CHESTER MORRIS, LUCILLE BALL, ALLEN JENKINS

EDIZIONE DVD: NO

Dopo un breve scalo in Messico, il piccolo aereo USA “Silver Queen” riparte per Panama. A bordo vi sono 12 persone: il pilota Bill e il suo vice Joe; lo steward Larry; l’anziano professor Spengler con la moglie Martha; il gangster Pete con il nipotino Tommy; Judson Ellis, giovane rampollo di ricca famiglia, in fuga d’amore con la segretaria Alice; l’ombrosa Peggy Nolan, desiderosa di ripartire da zero; l’anarchico Vasquez, condannato a morte per un omicidio politico, e il detective Crimp, incaricato di riconsegnare il colpevole alle autorità panamensi. Una violenta tempesta tropicale semina il panico a bordo, ed il primo a farne le spese è lo steward Larry, che vola fuori da un portello apertosi accidentalmente; la situazione peggiora e l’aereo è costretto ad un atterraggio di fortuna nel bel mezzo di un’impenetrabile giungla infestata da indigeni ostili. Miracolosamente, non ci sono altre vittime, ma adesso occorre riorganizzarsi e cooperare per cercare di riparare l’aereo e ripartire prima che sia troppo tardi…l’unico problema è che il mezzo, a causa dei danni riportati, potrà trasportare solo 5 persone: è tempo di decidere, mentre il minaccioso tam tam dei selvaggi si fa sempre più vicino, e l’unico in grado di sfoderare la lucidità e la forza morale necessarie a compiere la scelta cruciale sembra essere proprio il condannato Vasquez…

“Questi figli amatissimi”, di Roberta Skerl. Genitori e figli, un cordone che non si taglia mai. Di Paolo Leone


Teatro Roma, Roma. Dal 13 febbraio al 2 marzo 2014

Il “mestiere” del genitore è davvero il più difficile ed impegnativo che esista. Anche quando ci si immagina che ormai questi figli, naturalmente amatissimi, abbiano intrapreso la loro strada autonoma, spesso ci si ritrova a scoprire con amarezza e tanta preoccupazione che non è proprio così, che in qualche modo il cordone ombelicale non si taglia mai. I motivi posso essere i più diversi tra loro, ma il risultato è lo stesso: mamma e papà, loro malgrado, si ritrovano anche in età avanzata, a far fronte alle problematiche che i propri figli non riescono a risolvere da soli. Un tema sempre più attuale, se vogliamo. Ora, essendo appunto un argomento di scottante attualità, si potrebbe correre il rischio, rappresentandolo su un palcoscenico, di incorrere nel dèjà vu, in una sorta di sterile ripetizione di cose già conosciute, trite e ritrite. E’ qui che irrompe la qualità che fa la differenza. La nuova opera nata dalla prolifica penna di Roberta Skerl, quotatissima autrice, è quanto di più gradevole, realisticamente sorprendente, frizzante, si potesse mettere in scena. Affidata ad un quartetto di attori che rientrano nel nòvero di quelli che riescono ad emozionare e divertire con semplicità e credibilità assoluta, lo spettacolo inizia, cresce e termina in totale armonia, aiutato dalla bellissima regia di Silvio Giordani che, soprattutto nel secondo atto, riesce ad imprimere un ritmo moderno, sostenuto, veramente di grande impatto audiovisivo. Pietro Longhi, in grandissimo spolvero, ed Edy Angelillo, attrice di rango, sono i due genitori che si vedono piombare in casa i loro due figli quasi contemporaneamente.

15 febbraio, 2014

“Beige – l’importanza di essere diverso”, di Jonis Bascir. Le riflessioni di un “rugantino” colorato. Di Paolo Leone


Teatro Ambra alla Garbatella, Roma. Dal 13 al 23 febbraio 2014

Le terminologie, le convenzioni dei colori, l’etimologia delle parole. Il peso delle parole stesse, il razzismo inconsapevole, le situazioni grottesche nella vita di un romano, appunto, non nero, non mulatto, ma beige. Italo somalo o, come qualcuno gli disse con sorpresa, somalo italo, bianco per i neri e nero per i “bianchi”, una vita vissuta con l’ironia tipica di chi cresce sulle sponde del Tevere. Non ha ereditato nulla dai neri, né le corde vocali, né la caratteristica dei grandi corridori, le fibre muscolari (ironia della vita) “bianche”. Lui è lento, parla romanesco e si chiede simpaticamente dove dovrebbe vivere per essere normale per qualcuno. Le parole, buttate lì quasi per caso, hanno un peso enorme… la tolleranza, l’integrazione…si tollera quel che dà fastidio e si integra ciò che è diverso. Ci ride, ci scherza (ma non troppo) con le parole, Jonis Bascir, un nome che tanti equivoci gli ha creato nel corso della sua vita, paradossali e se vogliamo comici.

14 febbraio, 2014

“La voce di Impastato”, la voce che distrusse la Mafia con la sua ironia. Di Stefano Duranti Poccetti


Au Petit Théâtre du Bonheur, Parigi. Domenica 9 febbraio 2014

Un docu-film, “La voce di Impastato”, in cui il giornalista de "Il Fatto Quotidiano" Ivan Vadori, che firma la regia e la sceneggiatura – quest’ultima insieme a Francesca Benvenuto e Marta Daneluzzi – ci racconta da vicino il personaggio di Peppino Impastato; questo tramite un documentario in cui vengono raccolte molte e preziose interviste (al giornalista di “La Repubblica” Salvo Palazzolo, al magistrato Gian , al sociologo Nando Dalla Chiesa, alla giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Antonella Mascali, al presidente di “Radio 100 Passi” Danilo Sulis, al fratello di Peppino Giovanni Impastato, al presidente di “Libera” Don Ciotti, al magistrato Franca Imbergamo, allo scrittore Carlo Lucarelli, al co-autore di “Radio Aut” Salvo Vitale), documentario che il regista ha voluto in qualche modo alleggerire raccontandoci la vicenda del giornalista Pietro, alle prese con l’apertura dell’inchiesta su Impastato, e sulla sua ragazza Elena, che non riesce a capire come il suo fidanzato possa essere così preso da questo lavoro rischiando di mandare in fumo lo stesso rapporto con lei. Come spiegherà lo stesso Vadori alla fine del documentario Elena rappresenta quella parte d’Italia che non s’interessa ai problemi del Paese e che si rende così in qualche modo complice, seppur involontariamente, della malavita.

QUARTETT di Heiner Müller da Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos. Nuova versione italiana di Agnese Grieco e Valter Malosti. Di Daria D.


 Piccolo Teatro di Milano. Dal 4 febbraio al 16 febbraio 2014

Foto Fabio Lovino
Laura Marinoni con la sua bravura, il suo fisico e la sua bocca può dire e fare ciò che vuole.
Dalla bocca della Marchesa infatti, escono oscenità, perversioni, sarcasmi, ingiurie, insolenze ed è un gran godimento per chi la ascolta e la guarda, almeno per me, che, avendo fatto la tesi di Laurea su il Marchese de Sade era consapevole  che la Marinoni  incarnasse la perfetta libertina, sprezzante dell’amore, di ogni sentimentalismo, dedita soltanto ai piaceri della carne e a tramare sconcezze.

12 febbraio, 2014

La ricerca della felicità. Di Claudia Conte


Giorgio De Chirico, Il Ritorno di Ulisse
Felicità: stato d’animo personale o condizione oggettiva di vivibilità?
La felicità, dunque. Ben prima di me, e in maniera certamente più autorevole, scrittori, filosofi e pensatori di ogni epoca hanno affrontato l’argomento; e tuttavia non si è arrivati ad un comune pensare sulla condizione dell’essere o considerarsi felice. E credo che il motivo, nella complessità dell’analisi, sia piuttosto semplice: la felicità è, prima di ogni altra cosa, uno stato d’animo.  E lo è in maniera personale ed individuale.

SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE di Luigi Pirandello. Spettacolo collettivo diretto da Sandro Mabellini, in collaborazione con MACAO. Di Daria D.


Teatro Out Off Stabile d’innovazione, Milano. Dal 4 al 23 febbraio 2014

Foto Marica Moretti
“Che vuole che le faccia io se dalla Francia non ci viene più una buona commedia, e ci siamo ridotti a mettere in scena commedie di Pirandello, che chi l’intende è bravo, fatte apposta di maniera che né attori né critici né pubblico ne restino mai contenti?” dice il capocomico/regista al primo attore, sotto di cui si cela naturalmente il nostro Autore che non mancava certo di umorismo.
Sembra che Pirandello sapesse già, nel lontano 1921, anno in cui scrisse “Sei personaggi in cerca d’autore” che le sue commedie sarebbero state rappresentate senza sosta, stravolte, rispettate, amate, odiate, sia al cinema sia al teatro, lasciandoci a volte smarriti, stupefatti, contenti, dubbiosi, insomma del grande Autore non ne abbiamo mai abbastanza.

11 febbraio, 2014

"King Arthur". Buoni spunti ma un po’ di ruggine. Di Stefano Duranti Poccetti


Athénée Théâtre Louis-Jouvet, venerdì 7 febbraio 2014

Direi un po’ di teatro e un po’ di opera per il “King Arthur” di Henry Purcell, rappresentato all’Athénée Théâtre Louis-Jouvet per la regia di Sybrand van der Werf. Si tratta di una semi-opera del compositore inglese e per capire perché si tratta di “semi-opera” e per comprendere fino in fondo il complicato intreccio drammaturgico, rimando all’articolo pubblicato sulla pièce - veramente ben fatto - dai nostri colleghi di Myword, mentre io mi concentrerò sulla messa in scena.

10 febbraio, 2014

VIAGGIO ATTRAVERSO L'IMPOSSIBILE - sogni di cinema, a cura di Francesco Vignaroli. Recensione 14: "DARK STAR"


DARK STAR   USA 1974  80’ COLORE
REGIA: JOHN CARPENTER
INTERPRETI:  DAN O’ BANNON, DRE PAHICH, BRIAN NARELLE, CAL KUNIHOLM
EDIZIONE DVD: SI’, distribuito da EAGLE PICTURES


“NELLO SPAZIO NESSUNO POTRA’ SENTIRVI SGHIGNAZZARE…”

Dura, durissima, la vita a bordo della “Dark Star” per i quattro eroici, e quanto mai storditi, membri dell’equipaggio: l’unico modo per scacciare la noia è vagare nello Spazio alla disperata ricerca di pianeti instabili da bombardare; il comandante Powell è morto, fulminato da un circuito difettoso che gli ha arrostito la poltrona; la carta igienica è finita poiché il deposito che la conteneva si è autodistrutto; il dispettoso alieno –una specie di zucca gigante con gli artigli(!)- catturato da Pinback (O’Bannon) è scappato dal suo alloggio andandosene a zonzo per l’astronave e, come se non bastasse, la Bomba intelligente (?) n°20 fa le bizze e si rifiuta di eseguire gli ordini…forse è meglio chiedere lumi al corpo -conservato sotto ghiaccio- del comandante Powell… sempre che le batterie non siano scariche!

Braccialetti rossi: Fiction di Raiuno, con grandi emozioni e messaggi simbolici i Mass Media divengono opera d’arte. Di Giuseppe Sanfilippo


Una prima interpretazione estetica del tema della fiction “braccialetti rossi” in onda da domenica 26 gennaio 2014; in cui si racconta di ragazzi che affrontano con coraggio le loro situazioni problematiche grazie al valore dell’amicizia.

Potrei sembrare un poco visionario, ma credo che non ci capita spesso di trovarci a vedere in tv una fiction che ci comunica qualcosa di molto importante, possedendo una  grande connessione estetica che fa di una fiction un’opera d’arte, e in cui i Mass Media vengono usati per regalare un po’ di emozioni (un caso raro ma da considerare)… è il caso della fiction di Raiuno “Braccialetti rossi”, che raffigura molti messaggi simbolici che qui analizzeremo; una serie della tv spagnola, prodotta in visione italiana da Rai Fiction e Palomar, con Sandro Pertaglia e Giacomo Capiotti curatori della regia e della scenografia – che tratta un tema molto importante.

Eleonora Arosio. Un’attrice un po’ miss. Intervista di Stefano Duranti Poccetti


Ciao Eleonora, puoi presentarti ai nostri lettori?

Ciao, mi chiamo Eleonora e la passione più grande è quella di realizzarmi nella recitazione. Una passione che coltivo da bambina e che si è scatenata in me dopo aver praticato danza.
Il solo esprimermi con i movimenti del corpo non mi appagava completamente perché era riduttivo rispetto a quanto io desideravo esprimere.

Ti senti più attrice o danzatrice?

Sia la danza che la recitazione mi realizzano e mi completano. L'una non esclude l'altra.

09 febbraio, 2014

Giorgia Guerra e i tanti modi di morire per un’attrice! Intervista di Stefano Duranti Poccetti


Allora Giorgia, cominciamo dalla domanda che tutte le attrici si aspettano… Quanti anni hai?

Non riesco a definire la mia età, a dire il vero può variare dai 20 ai 70 anni. Pensa che in un recente lavoro ho interpretato una vecchia ingobbita!  Credo che un attore abbia sette vite, proprio come i gatti, che tanto amo. E’da ogni vita che prendo spunto per i miei personaggi, e un attore deve cambiare spesso vita, deve morire e rinascere ogni volta.

Difficile crederci, sono proprio curioso di vederti. Siamo partiti da una domanda scherzosa, adesso puoi iniziare a parlarmi della tua formazione artistica?

“Girotondo”, di Arthur Schnitzler. Un classico geniale, una sfida per il futuro. Di Paolo Leone


Teatro dell’Angelo, Roma. Dal 4 al 16 fabbraio 2014

Foto Pierpaolo Redondo
Un turbinìo di storie, un turbinìo di coppie, umanamente e socialmente assortite. Amore? Forse, magari nelle intenzioni, di certo non alla resa dei conti, dove soltanto il sesso, l’opportunismo, il cinismo, svelano la pesante coltre delle ipocrisie, delle convenzioni, del perbenismo di facciata, degli uni e delle altre. Si dice che Schnitzler, scrivendo la sua “scandalosa” opera nel 1900, volle rappresentare, portando alla luce le feroci dinamiche delle coppie nel suo “girotondo”, il decadimento di un’epoca, di un impero. Benvenuto nel 2014, dove ben poco sembra essere cambiato. Un’opera geniale, questa dello scrittore austriaco, che con il suo impianto drammaturgico di altissimo livello (non a caso Sigmund Freud gli chiedeva come avesse potuto conoscere meccanismi che a lui stesso erano costati anni di studi) tratteggia, senza pietà e senza speranze, la triste realtà nascosta nei manierismi dei rapporti di coppia, amarissima. Se è vero che fosse sua intenzione denunciare la falsità e l’insostenibilità delle norme morali dell’Austria dell’epoca, suscitando un impatto emotivo devastante negli spettatori del 1900, è altrettanto vero che un certo disagio alligna in noi spettatori “moderni”, convinti di aver superato certe convenzioni. Non c’è traccia di poesia nei dieci “quadri” rappresentati e quando una certa tenerezza tenta di uscire allo scoperto, subito viene stroncata dall’istinto animalesco, dalla ricerca della mera soddisfazione sessuale. “Mi vuoi bene?” è un mantra inefficace che ricorre spesso, accentuando l’insicurezza di una ricerca che appare patetica di fronte a tutto quel disincanto. Una danza fosca, un girotondo senza vie d’uscita appunto, che rincorre sé stesso a distanza di un secolo. Nell’ultimo quadro, il Conte con la prostituta Leocadia, con cui il girotondo ha termine, sembra profetica l’affermazione di lui che si rammarica di non aver potuto soddisfare il desiderio di un’avventura poetica: “si vede che non era destino”.
Foto Pierpaolo Redondo
Francesco Branchetti, il regista (e straordinario attore) che ha diretto la messa in scena dell’opera, conferma il suo coraggio controcorrente. Proporre oggi, in questo periodo anche culturalmente in crisi, una pièce come Girotondo, lasciandola ambientata nel primo novecento, in costume, seguendo fedelmente il testo tramite la traduzione di Gianni Guardigli, è una sfida vera e propria. Con la sua lucida e bella “follia” decide di non seguire l’onda facile, quella che insegue il grande pubblico, puntando invece sui valori originali di un testo immortale e certamente non facile. Scelta ardita, per la quale si avvale di un cast di prim’ordine. La mattatrice assoluta, in tutte le parti femminili, è una sempre più sorprendente Gaia De Laurentiis, attrice veramente poliedrica, capace di interpretazioni il cui registro varia dal drammatico al brillante mantenendo sempre una forte carica introspettiva. Attori veri si alternano nel vortice del girotondo: Guardiano, Schirru, Lambertini, Paduano e Costa, offrono prestazioni che riconciliano con la recitazione teatrale. Spettacolo nel suo complesso bellissimo e raffinato, grazie anche alle scene di Alessandra Ricci, una garanzia, ai costumi meravigliosi di Clara Surro ed alle musiche sempre suggestive  di Pino Cangialosi. Molto gradevole anche la performance di Federica Ruggero, la danzatrice che precede ogni cambio di scena. Un classico del teatro, magistralmente rappresentato in ogni suo aspetto. La sfida è lanciata, sperando che diventi uno sprone alla ricerca della qualità per chi fà teatro e per il pubblico che lo segue.

Paolo Leone


Teatro dell’Angelo, Roma. Dal 4 al 16 fabbraio.
Girotondo, di Arthur Schnitzler
Traduzione di Gianni Guardigli
Regia: Francesco Branchetti
Con: Gaia De Laurentiis, Lorenzo Costa, Giovanni Guardiano, Vincenzo Schirru, Simone Lambertini, Nicola Paduano. Danzatrice: Federica Ruggero
Musiche: Pino Cangialosi; Scene: Alessandra Ricci; Costumi: Clara Surro

Assistente alla regia: Ilaria Fioravanti; disegno luci: Francesco Branchetti

"A PROPOSITO DI DAVIS" (INSIDE LLEWYN DAVIS) regia e sceneggiatura di Joel ed Ethan Coen, 2013. Di Daria D.


L’ultimo film dei fratelli Coen ci lascia con la sensazione che i registi abbiano suonato uno strumento usando solo tre note della scala musicale, con il risultato di una melodia incolore e monotona, senza un crescendo vero e proprio, regolare, un po’ stancante.  Ma Davis, il protagonista della storia, non è un musicista jazz, né classico, lui fa musica folk, agli inizi degli anni sessanta era solo agli albori, nei locali fumosi e poco frequentati di una New York anonima e senza la bellezza cui siamo abituati. E’ uno come tanti o come pochi. Secondo i punti di vista, un genio o un fallito come spesso s’incontrano nell’ambiente artistico, che cerca di “vendere” la propria arte come unica e senza precedenti.

08 febbraio, 2014

"Giulio Cesare" di William Shakespeare. "Una meschina cosa come Cesare". Di Massimo Quarta


Teatro Mecenate, Arezzo. Mercoledì 5 Febbraio 2014

"Che ammasso di rifiuti, che putrido carnaio, questa Roma, che si fa usar come materia vile ad accendere il fuoco onde s'illumina una meschina cosa come Cesare!" [Cassio, atto I, scena III]

Tre porte, una poltrona e poc'altro. Non ci si illuda però, neppure al cospetto di un grande imperatore, l'essenziale diventa visibile agli occhi: l'ambientazione onirica, tale fin dal principio, è pregna di simboli che racchiudono concetti chiave di tutta l'opera. In particolare le porte e le mani, quasi incantatrici, che da dietro le porte "sbucano" rappresentano il potere del palazzo: pronto a sporcare le proprie mani di sangue e nello stesso istante a pulirle vicendevolmente con le altre; pronto a nascondersi tra le colonne, o nelle fattispecie tra le porte, del "Campidoglio" e, nascondendo il proprio viso nel buio, a congiurare e colpire un altro potere, uno migliore. Queste mani, oserei dire artigli, sone le mani di una Roma avida, sporca e corrotta. In questo lavoro di controscena la compagnia è stata costantemente presente e impeccabile, riuscendo, anche attraverso questi escamotage scenici e stilistici, a mettere perfettamente in risalto aspetti che, data la grande riduzione del testo, sarebbero non potuti emergere.

BENEDETTA VALANZANO e la sua nuova canzone "Una terra che tace"


L'attrice campana debutta da cantante: dal 10 febbraio su iTunes “Una terra che tace”, la canzone sulla terra dei fuochi esclusa dal Festival di Sanremo.“C’è una terra che tace, sotto un seno di cemento”. “una terra che muore” . “Eppure da vent’anni io sapevo”. Sono alcuni versi di Una terra che tace (etichetta Suoni del Sud) il singolo cantato da Benedetta Valanzano, giovane attrice campana lanciata da “Un Posto al Sole” e volto di tante fiction di successo.

“La coscienza di Zeno” Confessioni su un palcoscenico: mi chiamo Zeno. memorie dell’Uomo, dal Novecento al 2014. Di Flavia Severin


Teatro Carcano, Milano. Domenica 26 gennaio 2014

h. 15:30, buio, un sipario rosso si apre.
Inizia lo spettacolo con una scenografia essenziale ma allo stesso tempo elegante e minuziosa: un tavolino, una poltrona e uno sfondo di pareti scorrevoli fa da supporto alla prima scena.
Zeno Cosini, nato nel 1857, sposato da 23 anni, 2 figli Antonia e Alfio si confessa dallo psicologo.
E’ così che con estrema fedeltà alla versione de La Coscienza di Zeno del 1964 di Tullio Kezich, grande sceneggiatore e cinematografo, che il regista Maurizio Scaparro indaga l’uomo e le sue frustrazioni attraverso l’atmosfera del business triestino, tra borsa ed esperti commercianti e malintesi amorosi che fomentano imbarazzi e insuccessi del protagonista.

“VIENI AVANTI VARIETA’ BIS”. Una nuova vita per il Varietà! Di Claudia Conte e Emanuele Ajello


Cari lettori del Corriere dello Spettacolo,
oggi la vostra redattrice Claudia Conte, in compagnia di Emanuele Ajello, vi presenteranno uno spettacolo davvero da non perdere, un varietà che trasmette buonumore, una cura dai pensieri negativi che di tanto in tanto ci assalgono!
Dal 5 al 23 febbraio presso il Teatro Anfitrione di Roma vi aspetta una troupe di artisti, diretta abilmente da Massimo Milazzo, che vi regaleranno risate a non finire! Sto parlando dei bravissimi Luciana Frazzetto e Geppi Di Stasio accompagnati da Roberta Sanzò, Alexandra Filotei, Stefano Miceli e Roberta Fichera. A rendere il tutto dinamico ed entusiasmante la musica dal vivo dell'OrcheStrana di Davide Baudone (pianoforte), Danilo D'Arcangelo (batteria) e Massimo Bonforti (basso).

07 febbraio, 2014

“Luna. Gli italiani visti dalla Luna”, di Barbara Bovoli. Storie di ordinarie illusioni, storie di tragiche realtà. Di Paolo Leone


Teatro Ambra alla Garbatella, Roma. Dal 4 al 9 febbraio 2014

Ha ragione Luna, la giovane albanese. Per capire l’evoluzione di una vita bisognerebbe partire sempre dai bambini, perché sono tutti uguali, hanno gli stessi pensieri in ogni parte del mondo. Facile accontentarli, facile illuderli, troppo facile. Basta una televisione accesa per farli fantasticare di mondi scintillanti, giocosi, opulenti, dove fa sempre caldo tanto che le ragazze sono sempre e solo in top. Tragico specchietto per le allodole. L’odissea di una ingenua ragazza di Valona, uguale a tante, troppe altre. L’euforia dell’imbarco, il viaggio duro ma ancora pieno di speranza verso l’Italia, il Paese dei balocchi, subito si scontra con la realtà spietata dei mercanti di donne.

06 febbraio, 2014

"Il registro dei peccati". Moni Ovadia: pillole di un ebraismo che non c’è più. Di Paola Pini


Trieste, Teatro Miela, 2 febbraio 2014

Il pensiero ebraico è vivo, ora più che mai. Moni Ovadia, ne “Il registro dei peccati”, titolo tratto da uno dei tanti racconti narrati nel corso di quasi due ore e mezza di recital-reading, parla invece di un mondo che ormai sparito. Questa “rapsodia leggera”, come lui stesso ha voluto definirla, si concentra infatti sull’universo chassidico, in quell’Europa centro-orientale coincidente con il mondo yiddish, travolto dalla catastrofe della Shoah.
Ne parla mescolando, in un melting pot spirituale e filosofico, uomini e donne appartenenti a diverse epoche e tradizioni: Gandhi con il filosofo tedesco Rosenzweig, il profeta Isaia con la libanese Marie Keyrouz, maestri di Kabbalah con Madre Teresa di Calcutta, Karl Marx con don Andrea Gallo.

05 febbraio, 2014

Luciana FRAZZETTO e Geppi DI STASIO In “Vieni avanti… VARIETA’ Bis”

                          
DAL 5 AL 23  FEBBRAIO 2014 Uno spettacolo di Varietà divertentissimo al teatro Anfitrione, per trascorrere una serata in allegria. Un entusiasmante viaggio per riscoprire i fasti della grande Rivista e dello scalcagnato Avanspettacolo. Risate assicurate con un susseguirsi di sketches, siparietti, equivoci, scenette umoristiche, canzoni, musica dal vivo e goffi malintesi.

PRANZO D’ARTISTA … quando si incontrano misericordia e libertà. Di Daria D.


Triennale d'Arte, Milano. Dal 24 gennaio al 9 marzo 2014

Stasera al CRT di Milano abbiamo assistito ad un evento teatrale che non è terminato  quando è calato il sipario, anzi,  come una tenda ricamata in una casa dell’ottocento, si è rialzato per fare  entrare le portate  di un “Pranzo d’artista”, lo spettacolo della Compagnia ALKAEST  dove si incontrano “misericordia e libertà”.
Noi spettatori siamo diventati così  parte attiva dello spettacolo,  narrazione in forma teatrale tratta da” Il pranzo di Babette” di Karen Blixen, dividendo con gli attori e con chi ci stava accanto, l’esperienza liturgica del Teatro e del cibo.

“Ospiti”, di Angelo Longoni. Ridere delle debolezze, anche se pericolose. Di Paolo Leone


Teatro Golden, Roma. Dal 4 al 23 febbraio 2014

Uomini e donne non sull’orlo, ma nel precipizio di una crisi di nervi. Amore finito e con gli strascichi legali di una separazione per Leo, in preda all’alcol, con un lavoro che detesta (scrivere battute per i comici) e una nuova casa ancora da sistemare. Il disincanto di una donna, Sara, necessario per fuggire l’amore e tutte le sue implicazioni. Il sentimento possessivo, il comportamento ossessivo compulsivo, pericoloso, di Franco.

04 febbraio, 2014

THE WOLF OF WALL STREET: LE FOLLIE DELL’ ALTA FINANZA NELLA NUOVA MARATONA DI SCORSESE. Di Francesco Vignaroli


Cortona, Cinema Teatro Signorelli, domenica 2 febbraio 2014

L’ascesa e la rovina di Jordan Belfort (Di Caprio), broker newyorkese senza scrupoli che diventa milionario rifilando pacchi su pacchi a milioni di sprovveduti investitori statunitensi attraverso la “Stratton Oakmont”, la società da lui stesso fondata partendo da un ex-garage come ufficio e da una scalcagnata banda di perdigiorno come collaboratori. La scalata verso le vette dell’alta finanza da parte del rampante “Lupo di Wall Street”, come lo ribattezza la rivista “Forbes”, sembra inarrestabile, e tutti i suoi sogni finiscono per realizzarsi uno dopo l’altro –auto, donne, case, barche…cosa volete che desideri un arrivista ?!- almeno finché l’FBI non decide di ficcare il naso nelle fortune della società…ed il passaggio dall’altare alla polvere (tanta, bianca), grazie anche agli incredibili errori compiuti dai collaboratori, è rapido!

Marco Bonini e i suoi mille volti. Intervista curata da Claudia Conte


Cari lettori del Corriere dello Spettacolo,
oggi, in esclusiva per voi, risponderà alle mie domande Marco Bonini, attore, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano.

Ciao Marco! Iniziamo questa intervista parlando del tuo prossimo lavoro teatrale…
Dal 4 al 23 febbraio sarai in scena insieme a Cesare Bocci ed Eleonora Ivone al Teatro Golden con lo spettacolo “OSPITI” di Angelo Longoni. Quali tematiche tratta la commedia “OSPITI”? Puoi descrivere il tuo personaggio?

03 febbraio, 2014

NON SI SA COME di Luigi Pirandello. Regia di Federico Tiezzi. Drammaturgia di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi. Di Daria D.


Piccolo Teatro di Milano, dal 28 gennaio al 2 febbraio 2014

Il commento di una signora alle mie spalle “…certo che Pirandello è sempre Pirandello” mi fa sorridere e penso che con quest’attenuante la spettatrice si sia lasciata trasportare inconsciamente dalla vicenda di “Non si sa come”, dramma in tre anni del 1934,mentre la  frase di Romeo Daddi “Addio coscienza! Si naviga, si naviga e il più delle volte si dorme”  le risuonava nella mente.  Ora mi auguro che la signora non abbia dormito, perché lo spettacolo è molto piacevole, elegante, raffinato, dalla scenografia, ai costumi, alla recitazione, alla regia. Il regista Federico Tiezzi  con quelle tinte feroci,  passionali, il rosso, il viola,il  blu dei fondali, delle pareti, dei vestiti, dei pensieri,  ci ha messo in guardia, però, che  sotto la  patina “leggera”, Pirandello nasconde problemi profondi e paurosi, che prima o poi vengono in superficie.

02 febbraio, 2014

"Come tre aringhe". Tre uomini, un delfino bianco. Di Paolo Leone


Teatro de’ Servi, Roma. Dal 28 gennaio al 16 febbraio 2014

La notte può essere un ottimo momento per terapie di gruppo. Circondati dalle tenebre, il tempo scorre lento, le difese si abbassano, gli stimoli esterni diminuiscono e aumenta l’ascolto interiore, la voglia di confessare a sé stesso e agli altri, soprattutto agli altri, le proprie debolezze, i sogni, le delusioni. Tre metronotte in servizio notturno all’interno della sala operativa di un delfinarium, tre umanità che interagiscono, la necessità di stabilire delle gerarchie precise. Apparentemente, ognuno chiuso nel proprio mondo, ognuno con i propri riti, le proprie fìsime, le proprie “procedure da manuale” della vita. Uno dei tre, appena assunto, portatore sano (?) di una felicità posticcia, tutta latte e miele, si scontra con gli altri due, arrabbiati e delusi dalla vita.