14 febbraio, 2014

QUARTETT di Heiner Müller da Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos. Nuova versione italiana di Agnese Grieco e Valter Malosti. Di Daria D.


 Piccolo Teatro di Milano. Dal 4 febbraio al 16 febbraio 2014

Foto Fabio Lovino
Laura Marinoni con la sua bravura, il suo fisico e la sua bocca può dire e fare ciò che vuole.
Dalla bocca della Marchesa infatti, escono oscenità, perversioni, sarcasmi, ingiurie, insolenze ed è un gran godimento per chi la ascolta e la guarda, almeno per me, che, avendo fatto la tesi di Laurea su il Marchese de Sade era consapevole  che la Marinoni  incarnasse la perfetta libertina, sprezzante dell’amore, di ogni sentimentalismo, dedita soltanto ai piaceri della carne e a tramare sconcezze.
Il sipario si apre su una stanza d’ospedale, luci al neon, una finestra a specchio sul fondo, un tavolino su cui è posato un vaso di rose nere, un trespolo per la flebo cui è attaccato il braccio di  una bella donna in parrucca del settecento e lingerie di seta. È la Marchesa Merteuil che ricorda su quel letto altri letti, altri piaceri, altre nefandezze, anche se sembra non risentire minimamente della situazione in cui si trova. Perché  un libertino sa e deve trovare piacere in ogni cosa, senza barriere di sesso e di morale,  l’importante è godere senza però far partecipe  il cuore.

Foto Fabio Lovino
Ogni tanto sentiamo come dei tuoni, e le luci al neon si fanno più forti, prendono colori da luna park, da concerto rock, da fiera. E infatti è questa l’atmosfera in cui la Marchesa e poi il Visconte di Valmont, interpretato dallo stesso regista Valter Malosti,  in pantaloni di pelle, spolverino nero e parrucca bianca, si fanno le loro confidenze, cercano nuove vittime ai loro piaceri, si denudano delle loro maschere per indossare quelle di altri e scambiarsi i ruoli, formando così un quartetto  immaginario, tanto per allargare gli orizzonti del piacere.
Giusto, il libertino è uomo e donna insieme, usa tutti i “buchi”, basta non servano per procreare o per innalzare le lodi a Dio e al creato. Le mani giunte non tengono il crocefisso ma qualcos’altro di più piacevole… I due personaggi si usano con crudeltà e ironia, non c’è pietà, né commiserazione, “i sorrisi scoprono le zanne”, “la virtù è una malattia”, come proclama anche de  Sade “ Les malheurs de la vertu”.
Il testo scritto nel 1982 da Müller  è molto forte,  parole crudeli, tenebrose, ma altamente poetiche, senza ipocrisie, finzioni, tutto graffia, fa male, brucia,  ma è da qui che si ricava il piacere, secondo il Visconte e la Marchesa.
E se fossero pazzi e quello un letto di un manicomio? C’è che si crede Napoleone e chi si crede de Sade a letto con la sua amorale Juliette sorella della verginella Justine, la preda adatta per ogni libertino.

Foto Fabio Lovino
La Marchesa, da donna quale è, tiene testa al Visconte, possiede bellezza, intelligenza e  una grande personalità ma anche  durezza d’animo, gioca con il trespolo come fosse un oggetto di piacere, esattamente come fa con il libertino. E  quando si toglie la parrucca, la mascherata è ormai finita, sembra continuare a provare piacere, con  la sigaretta in bocca che aspira con voluttà pronunciando una  parola che dalle sue labbra alita nell'aria con un sapore pericolosamente sensuale.
Si consiglia lo spettacolo ad un pubblico di spiriti liberi.

Daria D.



QUARTETT di Heiner Müller da Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos.
Nuova versione italiana di Agnese Grieco e Valter Malosti
Regia di Valter Malosti
Laura Marinoni (Merteuil)

Valter Malosti (Valmont)

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