04 febbraio, 2014

Marco Bonini e i suoi mille volti. Intervista curata da Claudia Conte


Cari lettori del Corriere dello Spettacolo,
oggi, in esclusiva per voi, risponderà alle mie domande Marco Bonini, attore, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano.

Ciao Marco! Iniziamo questa intervista parlando del tuo prossimo lavoro teatrale…
Dal 4 al 23 febbraio sarai in scena insieme a Cesare Bocci ed Eleonora Ivone al Teatro Golden con lo spettacolo “OSPITI” di Angelo Longoni. Quali tematiche tratta la commedia “OSPITI”? Puoi descrivere il tuo personaggio?

Ciao Claudia! Il mio personaggio è FRANCO, un ex ex fidanzato di Eleonora Ivone, uno psicopatico innamorato follemente di lei fino al punto di perseguitarla anche in casa di Cesare Bocci, che ha in realtà solo la “colpa” di aver affittato l'appartamento  dell'ultimo fidanzato di Eleonora.  

In che condizioni si trova attualmente il teatro e più in generale la cultura italiana?

Questa è una domanda difficile. In generale i periodi di crisi economica e sociale sono sempre momenti molto buoni per la cultura, nel senso che gli artisti hanno materiale vivo molto “interessante” da cui pescare e trarre ispirazione. In generale mi sembra che ci sia una rinnovata attenzione per la commedia, sia da parte degli autori che del pubblico. Anche se si tratta ancora molto spesso di una commedia leggera, vedo tentativi interessanti verso quella che a me piace di più, la commedia all'italiana dove dramma e commedia si alternano in continuazione. In questo senso anche OSPITI è un ottimo esempio.  

Hai preso parte al film ''Sights of Death'' ,  prodotto dalla Ambi Pictures di Andrea Iervolino e Monika Bacardi con protagonisti Rutger Hauer, Daryl Hannah, Stephen Baldwin, Michael Madsen, Danny Glover. Ci racconti di questa importante esperienza?

E' sempre molto bello lavorare a fianco di grandi attori e scoprire che, nonostante la grande differenza di mezzi che si può incontrare in contesti diversi, il lavoro dell'attore è sempre lo stesso ovunque. La semplicità dell'immedesimazione dei grandi maestri è simile alla serietà con cui i bambini sprofondano nei loro giochi. Facile a dirsi... un po' più complicato a farsi!
Quali sono i tuoi artisti preferiti? Qualcuno ti ha influenzato in modo particolare nella tua formazione?

I cinque dell'Ave Maria: Gassmann, Mastroianni, Manfredi, Tognazzi e Sordi.

L’evento che ritieni il più importante per la tua carriera.

L'incontro con Michail Margotta. Un grande maestro che ho conosciuto in un

momento di crisi creativa in cui stavo per smettere di fare l'attore. Non riuscivo più a  trovare esattamente quel piacere del gioco dei bambini. Non riuscivo a rilassarmi e a sprofondare. Da quell'esperienza è nato uno studio su Miss Julie di Strindberg in inglese che è poi diventato prima uno spettacolo e poi un film molto particolare che è uscito in DVD in America.

Nella tua carriera hai alternato il lavoro in teatro, a quello in televisione (ti abbiamo visto protagonista di numerose fiction) e al cinema, in cui ti sei impegnato come attore e dal 2000 come produttore e sceneggiatore. Le soddisfazioni più grandi dove le hai avute?

Le cose che mi danno più piacere sono “le mie”, quelle che concepisco dall'ideazione. Recitare quello che scrivo in primis e produrre come necessità di garantire l'integrità dell'opera. Far nascere un’idea, seguirla nello sviluppo creativo, accompagnarla fino alla maturità per poi vederla sbocciare e vivere di vita propria è un'esperienza unica, seconda solo alla vera e propria paternità.

Nell’ambito del cinema italiano in che misura è possibile proporre delle nuove idee e quanto invece si deve venire a patti con i produttori e i gusti del grande pubblico?

C'è spazio per tutti e per tutto, nuovo e vecchio... bisogna avere le idee chiare, essere lucidi nel proporle e molto, molto diplomatici nel difenderle... E’ un equilibrio faticosissimo e delicatissimo quello tra integrità artistica e intelligenza strategica.

C’è un sogno nel cassetto che ancora vorresti realizzare?

Certo, ce ne sono tanti... e di nuovi ne nascono ogni notte. Il mio sogno vero è quello di riuscire a fare quello che amo per tutta la vita... questo è il regalo più grande: la felicità.

Grazie Marco per il tempo che ci hai dedicato e in bocca al lupo per la tua già brillante carriera. L’intervista si è conclusa ma ti invito a mandare un saluto ai nostri lettori!

Grazie a te Claudia e un saluto a tutti i lettori!

Da Claudia Conte per ora è tutto! Arrivederci al prossimo articolo amici del Corriere dello Spettacolo!


Curata da Claudia Conte

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