05 febbraio, 2014

PRANZO D’ARTISTA … quando si incontrano misericordia e libertà. Di Daria D.


Triennale d'Arte, Milano. Dal 24 gennaio al 9 marzo 2014

Stasera al CRT di Milano abbiamo assistito ad un evento teatrale che non è terminato  quando è calato il sipario, anzi,  come una tenda ricamata in una casa dell’ottocento, si è rialzato per fare  entrare le portate  di un “Pranzo d’artista”, lo spettacolo della Compagnia ALKAEST  dove si incontrano “misericordia e libertà”.
Noi spettatori siamo diventati così  parte attiva dello spettacolo,  narrazione in forma teatrale tratta da” Il pranzo di Babette” di Karen Blixen, dividendo con gli attori e con chi ci stava accanto, l’esperienza liturgica del Teatro e del cibo.
All’inizio ci siamo  fermati nel vestibolo dove gli attori, gli ospiti di casa,  ci hanno accolto molto gentilmente, felici e ansiosi di farci partecipi delle vicende di Philippa e Martina, le  figlie anziane di un pastore protestante,  tutte dedite  ai fedeli, alla  comunità, dopo aver rinunciato ad una vita affettiva e amorosa. E già ci pare di entrare nell’atmosfera del villaggio nordico,  fatta di freddo,  silenzi,  diffidenze e  intransigenze,  nessun calore, eccesso, desiderio,  tutto nascosto prudentemente sotto un manto di neve e di pudicizia. 
Poi passiamo nella sala da pranzo, dove  c’è una lunga tavola  di semplici assi di legno, con la tovaglia bianca, due libri aperti, qualche coltello, due forme di pane,  dal soffitto scende  un enorme lampadario a forma di  medusa i cui tentacoli hanno avvinghiato coperchi, tazzine, un ferro da stiro, formelle per budini, sospesi nell’aria  catturano  la nostra attenzione.  Un bel tocco di  genialità di Roberta Colombo.
 A poco a poco ci sentiamo dei veri invitati, a questo pranzo che sarà una sorpresa fino alla fine, ma intanto seguiamo le vicende delle due sorelle che hanno accolto nella loro casa, come domestica e cuoca,  Babette, fuggita da Parigi,  vittima della Comune, con il suo borsone da viaggio che sembrava fatto “di un tappeto magico, pronto a volar via”. Un atto di pietà, di misericordia, verso una donna che tiene nascosto il suo passato di chef al Café  Anglais, per modestia, per rispetto, per timidezza.
  Babette in casa delle figlie del reverendo  ha trovato pietà e misericordia, fino a raggiungere libertà e felicità e questo l’ha appagata del fatto di non essersi più potuta esprimere al meglio delle sue capacità culinarie.
Dopo quattordici anni  di vita tranquilla e senza sorprese,  riceve una lettera da Parigi dove la si informa  che ha vinto diecimila franchi alla lotteria. Le sorelle immaginano  che con quei soldi voglia tornare nel suo paese, invece Babette li userà per dare una cena raffinatissima da lei cucinata in memoria del reverendo di cui ricorre il centenario della nascita. Insomma sarà un “ pranzo d’artista” per la raffinatezza delle pietanze preparate, il servizio, la grazia, la maestria, cosicché,  per la prima volta nella loro vita,  gli abitanti del villaggio, vivranno  un’ esperienza sensuale e magica , unica e irripetibile. 
Chiusa la narrazione che ha avuto un happy end, si è aperto il sipario sui cibi preparati  dagli spettatori, non erano brodo di tartaruga, né savarin né blinis demidoff, ma piatti che gli invitati avevano fatto personalmente, dedicandoli  ad un’esperienza di viaggio, di vita, alla madre, all’amato, ad un sogno, ad un pensiero, e “prendete e mangiatene tutti”  sembrava di sentire dire a Babette, e  noi così abbiamo fatto, con romantico sottofondo di musiche suonate al pianoforte da Greta Malerba.
Ancora una volta il CRT in questa sua rinnovata stagione, ospita un gruppo teatrale,  ALKAEST, fondato nel 1984 da Marzia Loriga e Giovanni Battista Storti, qui  anche attore e regista, che fa della ricerca socio-culturale un’  esperienza da condividere con gli spettatori, coinvolgendoli nella memoria, nel senso di appartenenza ai luoghi, per ritrovare  un’identità perduta, o solo dimenticata, il senso delle cose semplici, la condivisione dell’Arte come  patrimonio inestimabile dell’umanità.

Daria D.


Regia di Giovanni Battista Storti
Interpreti:
Paui Galli
Lorena Nocera/Erika Urban
Marco Pepe
Giovanni Battista Storti
Al pianoforte Greta Malerba
Maestra di cerimonia Marzia Loriga
Sculture Roberta Colombo

Spazio scenico Valentina Tescari

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