15 febbraio, 2014

“Beige – l’importanza di essere diverso”, di Jonis Bascir. Le riflessioni di un “rugantino” colorato. Di Paolo Leone


Teatro Ambra alla Garbatella, Roma. Dal 13 al 23 febbraio 2014

Le terminologie, le convenzioni dei colori, l’etimologia delle parole. Il peso delle parole stesse, il razzismo inconsapevole, le situazioni grottesche nella vita di un romano, appunto, non nero, non mulatto, ma beige. Italo somalo o, come qualcuno gli disse con sorpresa, somalo italo, bianco per i neri e nero per i “bianchi”, una vita vissuta con l’ironia tipica di chi cresce sulle sponde del Tevere. Non ha ereditato nulla dai neri, né le corde vocali, né la caratteristica dei grandi corridori, le fibre muscolari (ironia della vita) “bianche”. Lui è lento, parla romanesco e si chiede simpaticamente dove dovrebbe vivere per essere normale per qualcuno. Le parole, buttate lì quasi per caso, hanno un peso enorme… la tolleranza, l’integrazione…si tollera quel che dà fastidio e si integra ciò che è diverso. Ci ride, ci scherza (ma non troppo) con le parole, Jonis Bascir, un nome che tanti equivoci gli ha creato nel corso della sua vita, paradossali e se vogliamo comici.
Come spiega nelle note di accompagnamento, è la prima volta che Jonis affronta un monologo teatrale e lo si nota dalla sua emozione, da un certo impaccio iniziale. Ha il merito di porsi con umiltà e semplicità al pubblico, la sua è quasi una chiacchierata tra amici, pur se con una regia, di Ettore Bassi, che gli consente movimenti scenici efficaci. Simpaticamente, passa dai racconti di vita, aneddoti divertenti, all’angolo della riflessione dove, sapientemente illuminato da una forte luce (bianca) legge brani riguardanti la storia e svela l’etimologia di termini comunemente usati con leggerezza, che nascondono un disprezzo sottile ed impensabile. Canta e suona, sorvola su grandi personaggi “beige” della storia dell’umanità, tra i tanti Sant’Agostino e, su tutti, Gesù. Affronta, con sarcasmo, i meccanismi apparentemente assurdi nel mondo dello spettacolo, della tv in particolare, dove si lavora per stereotipi, salvo poi sovvertirli con scelte incomprensibili. Lodevole la citazione di Giorgio Marincola, partigiano (anche lui italo somalo e beige), appartenente al Partito d’Azione nella resistenza romana e morto fucilato il 4 maggio 1945 a Stramentizzo, ignorato dalla storiografia ufficiale. Nel complesso, certamente non è uno spettacolo memorabile, si intuisce da subito che il protagonista non è avvezzo a calcare il palcoscenico da solo, ma lo confessa candidamente, donando alla sua performance un carattere intimista che, alla fine, risulta gradevole, dignitosa. La diversità ne esce vincente.

Paolo Leone


 “Beige – l’importanza di essere diverso”, di e con Jonis Bascir
Regia: Ettore Bassi

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