08 febbraio, 2014

BENEDETTA VALANZANO e la sua nuova canzone "Una terra che tace"


L'attrice campana debutta da cantante: dal 10 febbraio su iTunes “Una terra che tace”, la canzone sulla terra dei fuochi esclusa dal Festival di Sanremo.“C’è una terra che tace, sotto un seno di cemento”. “una terra che muore” . “Eppure da vent’anni io sapevo”. Sono alcuni versi di Una terra che tace (etichetta Suoni del Sud) il singolo cantato da Benedetta Valanzano, giovane attrice campana lanciata da “Un Posto al Sole” e volto di tante fiction di successo.
Vista di recente nella serie tv Rosso San Valentino (Rai Uno) e già protagonista della commedia musicale “L'astice al veleno” con Vincenzo Salemme, la Valanzano debutta come cantante con un canzone che tratta un tema sociale attuale e scomodo: la piaga dei rifiuti tossici e dei roghi che interessa le provincie del territorio della Campania.

La canzone è stata esclusa da Sanremo 2014 e dal 20 febbraio il singolo sarà disponibile nei negozi di dischi e su iTunes: su You Tube, il video-clip con la regia di Claudio D'Avascio.

“Da sempre vivo la mia terra”, racconta la Valanzano. “Non ho mai pensato di strumentalizzare “la terra dei fuochi”, la mia è una canzone lontana dai cliché, un inno di speranza e una preghiera collettiva”. “ Non dobbiamo tacere, ma farci ascoltare: non è vero che non cambierà mai nulla”. “Ho presentato “Una terra che tace” a Sanremo, ma non l'hanno ammessa: per un'attrice era un'idea folle poter cantare coi i big all'Ariston: ci ho provato perché Fabio Fazio da sempre è sensibile ai temi sociali”.
Nei mesi scorsi, sui social network, Benedetta Valanzano e molti altri personaggi dello spettacolo (Fiorello, Eros Ramazzotti e Alessia Marcuzzi) hanno idealmente “adottato” un comune campano facendosi immortalare con cartelli che incitavano a non far morire la terra dei fuochi.

“Una terra che tace”  è' un brano di Claudio B. Lauri – Luca Toller, nato dalla collaborazione con la compagnia teatrale di “L'anima buona di Lucignolo” e ispirato a una lirica di Cesare Pavese contenuta nella raccolta “la terra e la morte”. Oggi, dopo tanto silenzio ci risvegliamo dentro un incubo di proporzioni apocalittiche e dal quale non sappiamo uscire. “Una terra che tace” può essere letta come una preghiera collettiva - le colpe sono di diverso grado e diffuse – un inno al perdono e alla salvezza, un incitamento ad affrontare noi stessi, i nostri egoismi, la nostra avidità. 

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