30 novembre, 2015

Grande serata al Teatro Olimpico con il Festival della Canzone Romana. Di Daniela Chessa


Loretta Rossi
Giunto alla sua XXV edizione, torna al Teatro Olimpico di Roma il Festival della Canzone Romana, la storica manifestazione nata con l’intento di valorizzare il patrimonio della romanità in musica attraverso un concorso aperto a compositori, autori e interpreti di questo genere musicale.
Lunedi 30 novembre  alle ore 21, andrà in scena la festa per il venticinquennale di questa prestigiosa iniziativa che quest’anno ospiterà anche alcune delle canzoni vincitrici delle passate edizioni e numerose colonne storiche del repertorio romano.
Lino Fabrizi, ideatore e organizzatore del festival dal 1991, è stato il precursore della nuova canzone romana e anche quest’anno ha voluto premiare la tradizione invitando un nutrito parterre di artisti che hanno lasciato nelle proprie canzoni indimenticabili ed inequivocabili segni del loro talento ed orgoglio romano.

Edoardo Leo in scena con il suo ultimo spettacolo al Teatro Verdi di Monte San Savino. Di Sara Bonci


C’è chi lo ha conosciuto per la prima volta nella terza e quarta stagione di «Un medico in famiglia», chi lo ha apprezzato dieci anni dopo in «Smetto quando voglio» in cui interpreta un ricercatore neurobiologico che inventa una nuova droga legale, chi lo ha rivisto in questi giorni al cinema accanto a Marco Giallini in «Loro chi?» commedia diretta da Francesco Micciché e Fabio Bonifacci che torna a discutere di occasioni lavorative e truffe. Stiamo parlando di Edoardo Leo, attore noto al grande pubblico principalmente per i suoi lavori cinematografici e televisivi, considerato dalla rivista Ciak rivelazione del 2015 per «Noi e la Giulia», film che quest’anno si è anche aggiudicato il Nastro d’argento come migliore commedia.

Va in scena a Trieste un “Werther” raffinato e di gran delicatezza. Di Paola Pini


Trieste, Teatro Giuseppe Verdi. Dal 27 novembre al 5 dicembre 2015

“Werther”, dramma lirico in quattro atti di Jules Massenet (1842-1912) ha avuto una storia alquanto travagliata: il libretto, tratto dall’opera di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) fu realizzato da Paul Milliet con l’aiuto di ÉdouardBlau e con l’importante intervento dello stesso editore dell’opera, Georges Hartmann: fu necessario l’intervento di tre autori per riuscire ad adattare alle esigenze sceniche e drammaturgiche un romanzo epistolare, figlio di un’epoca completamente diversa, scritto da un Goethe venticinquenne cinque anni prima della Rivoluzione Francese e divenuto rapidamente simbolo dello Sturm und Drang, il movimento culturale che fece da ponte tra l’Illuminismo e il primo Romanticismo affermando, tra l’altro, il ritorno alle fonti della tradizione spirituale tedesca in polemica con il predominio della cultura francese in terra germanica.
Massenet iniziò a lavorarvi nel 1880, ma lo compose tra il 1885 e il 1887 e lo vide andare in scena per la prima volta appena nel 1892, il 16 febbraio, allo Staatsoper di Vienna con libretto tradotto in tedesco. Passò poi per Weimar e soltanto a Ginevra, nello stesso anno, fu rappresentato in lingua originale. La prima parigina porta la data del 16 gennaio 1893.
Il romanzo di Goethe descriveva in modo potente la solitudine di un personaggio, dotato di uno spirito nutrito da passioni assolute e senza regole, costretto a vivere in un mondo in cui dominano le norme di una quotidianità borghese; dopo più di un secolo la vicenda fu ripresa per il teatro d’opera, in un mondo in cui le logiche del senso pratico imperavano assieme alla cieca fiducia nel progresso.

28 novembre, 2015

Recensione con intervista al regista. "L’Incanto di Natale". Biografia di una Donna, della sua forza, del suo amore. Di Flavia Severin


Teatro San Luigi Guanella, Roma. Venerdì 27 novembre 2015

Luci colorate, decorazioni natalizie, pacchi regalo adagiati sotto l’albero per i bambini che impazienti bramano l’arrivo di Babbo Natale: in questa atmosfera appare la protagonista Alba, interpretata dalla splendida Laura Troschel, che si dondola sulla sua fedele sedia Agata, mentre ricorda con fare nostalgico il suo percorso che l’ha portata a stare con il suo amato Adriano, Stefano Antonucci. E’ felice, perché ha la vita che ha sempre voluto, con i suoi figli e rispettivi consorti, con le sue nipotine, con tutto l’Amore intorno a lei. La sua famiglia è lì, è il suo angolo di paradiso terrestre ed è il bene più prezioso che possa renderla felice. Riesce anche a godersi il figlio Giacomo, Roberto Leocata, affetto da autismo, ma che è riuscito dopo anni a parlare e ad esprimersi con il mondo esterno anche con le parole e non solo con i suoi disegni colorati.

27 novembre, 2015

Artisti uniti contro la violenza sulle donne


In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, Vincenzo Bocciarelli e  Claudia Conte hanno radunato un folto numero di amici e colleghi nella pittoresca Sala Pio IX di Palazzo Torlonia per la presentazione del romanzo autobiografico di Leandra Pavorè, dal titolo "Leandra. Storia di una vita" da cui verrà tratta una fiction.  A moderare l'evento la carismatica Alda D'Eusanio. Momenti di commozione e autenticità anche grazie alle letture toccanti di Bocciarelli e la Conte che hanno rievocato i drammatici momenti di violenza subiti dalla scrittrice brasiliana.

CYRANO DANS LA LUNE. Divertire con la poesia. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Kopo (via Vestricio Spurinna 47 – Metro A Numidio Quadrato). Dal 26 al 29 novembre 2015

Una freddissima serata romana, lascia il posto ad un piacevole tepore. Quello nel cuore degli spettatori che assistono, nel teatro Kopo, all’ennesimo gioiellino della sua terza stagione. Due giovani, atipici, attori torinesi, Daniele Villari e Massimiliano Deluca, sorprendono e divertono i fortunati accorsi nella piccola platea, con la delicatezza e la poesia degli antichi cantastorie. Con il proprio, particolarissimo, punto di osservazione sulla figura di Cyrano de Bergerac, autentico mito e archetipo del teatro mondiale, i due bravi attori ne mostrano l’essenza.

25 novembre, 2015

RISORGI. Il mondo degli ultimi invade Lo Spazio.Di Paolo Leone


Roma, Teatro Lo Spazio (via Locri – Metro A San Giovanni). Dal 24 novembre al 6 dicembre 2015

Ombre. Ectoplasmi, presenze sgualcite, si muovono nel degrado ambientale e umano più abbietto, amorale, ferino, teso non tanto a perseguire il proprio esclusivo benessere quanto a sfruttare, a lucrare torbidamente senza mai emergere dalla discarica delle proprie esistenze. Sfruttatori e sfruttati, tossici e sbandati, marchettari e trans, disadattati di ogni tipo. Ombre anche attorno a loro, una città che si muove indifferente, di cui si scorge solo il profilo, muto e colpevole (le capocce). Storie dalla terra di nessuno, di ordinaria illegalità e disfacimento. Il Teatro Lo Spazio si trasforma totalmente per fare spazio alla messa in scena dell’ultima opera firmata Duccio Camerini e diviene una squallida cascina abbandonata dove si muovono tutti i personaggi di Risorgi. Atmosfera post-apocalittica. Rifiuti in terra, rifiuti i personaggi, scarti umani ai margini della società, o forse solo lo specchio deformato che riflette l’essenza celata dei “giusti”, degli altri all’interno del confine cittadino, chissà. Nove personaggi che, come ratti, si muovono nella penombra lasciando affiorare le proprie storie da ultimi.

ROOMS 2.0. Storia di una hikikomori italiana. Di Daria D.


Teatro Oscar, Milano. 24 e 25 novembre 2015

Ci sono piccoli/grandi spettacoli, come questo  “Rooms 2.0, per attrice e coro web”, che  mettono davanti alla verità, alla condizione umana presente, alle schizofrenie di questa epoca “web 2.0”, eppure si pensa che siano cose lontane, che non ci riguardino più di tanto,  perché ci reputiamo più smart, quasi degli intoccabili, ma ogni tanto ci tastiamo la tasca per assicurarci che sia lì, quell’aggeggio freddo e squadrato che ci fa sentire meno soli, che dovrebbe collegarci al resto del  mondo, fatto più di immagini che di volti, di I like e di chat, di Wahtsapp e di Twitter, di vita virtuale e di manipolazioni inconsapevoli.

24 novembre, 2015

EPPUR MI SON SCORDATO DI ME. C’è ancora spazio per un canto libero? Di Paolo Leone


Roma, Teatro Cometa Off (Via Luca della Robbia 47 – Testaccio). Fino al 29 novembre 2015

Foto Alessandro Rencricca
Antonio ha subito una seria operazione. Ha perso un pezzo di cervello, sta in un letto di ospedale, circondato da amici e parenti. Quella perdita è il varco, la porta spaziotemporale che lo catapulta, giocoforza, nella memoria che gli rimane. Quella riguardante la sua giovinezza, gli anni settanta, le canzoni di Battisti, tanto amate, colonna sonora della sua vita. Il suo personalissimo mondo passato, il momento dei desideri e dei sogni che diviene il suo hic et nunc e si scontra, drammaticamente, con quello attuale. Arido, cattivo, cinico, fatto di piccole furberie truffaldine, culto dell’immagine e tecnologia ormai padrona. Non si riconosce in quello che tutti gli indicano come la normalità, la sua routine fino al momento prima di entrare in camera operatoria. Lui ricorda altro da sé e di sé. Immagini, suoni, sensazioni, disordinati e continui flashback lo proiettano indietro nel tempo, prima di diventare quel che sembra diventato, al tempo in cui anche i gabbiani sembravano normali e stavano solo al mare.

23 novembre, 2015

“ ‘O core analfabeta”. Racconto di Roberta Attanasio


Rosso Cuore uno, Cesare Cassone
Spesso e volentieri, quasi ogni pomeriggio, don Guglielmo se ne andava nella caffetteria all’angolo della strada che spunta sul Conservatorio. Lo chiamavano Professore, per via del suo mestiere, e pure Eccellenza, oltre che per la sua intelligenza anche per la sua eleganza, dentro a quel suo cappotto di panno d’Inverno e nelle sue camicie di seta alla Stagione. Se ne entrava nel locale, dove tutti i rumori della strada tacevano per far spazio al silenzio, e si beveva la sua tazzina di caffè chiudendo gli occhi per assaporarne fino in fondo il gusto.
«Come va, Professó?», chiedeva il figlio del proprietario che, ormai per il tempo e per l’abitudine di incontrarlo nella caffetteria del padre, aveva contratto amicizia con lui.
«Tutto bene, tutto bene. E a te?»

Leadra Pavorè e la presentazione del suo nuovo romanzo "Leandra. Storia di una vita"


Il prossimo 26 novembre verrà presentato in Anteprima Nazionale a Roma nella pittoresca Sala Pio IX di Palazzo Torlonia, il romanzo di Leandra Pavorè, dal titolo "Leandra. Storia di una vita" con la partecipazione straordinaria di Alda D'eusanio che modererà l'incontro e l'attore Vincenzo Bocciarelli che leggerà alcuni passi del libro con la giovane Claudia Conte. Alla presentazione parteciperanno nomi importanti del mondo dello spettacolo, della cultura e della politica. Seguirà un aperitivo presso la Lobby dell'Hotel D'Inghilterra. Dal libro sarà tratta anche una fiction.

22 novembre, 2015

"La Tempesta" di William Shakespeare, Regia di Daniele Salvo Da perturbazione atmosferica a una sempre più attuale perturbazione sociale. Recensione e intervista al regista. Di Flavia Severin


Roma, Teatro Ghione. Venerdì, 20 Novembre 2015

La Tempesta è appena cominciata, c’è fumo, e mentre le luci sono confuse nel blu di uno sfondo che vuole rappresentare il mare, si sentono urla e strepiti: è il panico tra i naviganti. Ed è così che inizia lo spettacolo tratto dall’opera shakespeariana, che il regista Daniele Salvo, porta sulla scena al Teatro Ghione, dal 19 Novembre al 13 Dicembre.

Uno spettacolo che porta alla luce il tentativo del popolo di sovvertire l’usuale, di cogliere l’occasione di un evento avverso naturale, per poter riemergere dalla soggiogazione politica di chi ha il potere. In questa realtà, tutti si ritrovanoin balìa della perturbazione atmosferica che si abbatte su di loro, che si fa metafora di perturbazione sociale, di sovversione delle parti: questo rivela la sua natura estremamente attuale.

Tutti sul palco per Valeria Moriconi. Di Claudia Conte


Qualche giorno fa, con precisione il 15 novembre, e' stato l'anniversario della nascita di un'attrice straordinaria, Valeria Moriconi.
A distanza di ormai 10 anni dalla sua scomparsa, nella prestigiosa Sala Squarzina del Teatro Argentina un ensemble di attori, coordinati dalla instancabile giornalista Valeria Paniccia, ha voluto rendere omaggio all'artista di implacabile talento nonché donna di grande personalità.
La sua memoria protagonista assoluta della scena, in una sala gremita dai più illustri attori che hanno fatto la storia del teatro italiano.

21 novembre, 2015

BEYOND VANJA. Tratto da Zio Vanja di Anton Čechov – Regia di Francesco Leschiera, elaborazione drammaturgica Antonello Antinolfi. Di Daria D.


17 novembre e dal 19 al 27 novembre 2015 / La Cavallerizza / Teatro Litta, Milano, prima nazionale

Francesco Leschiera prende il grande testo di Čechov e rispettosamente ma con personale ed elegante creatività, lo intitola Beyond Vanja, decidendo di escludere dalla sua messinscena alcuni personaggi: la vedova Marija, la balia Marina, e anche, e soprattutto, il professor Serebrijakov, l’antagonista, l’uomo che scatena la crisi nella quieta e monotona vita di Vanja. Perché è solo Vanja, che ha dedicato la sua esistenza al lavoro nella tenuta del professore, producendo instancabilmente e stimando Serebrijakov, ma in fin dei conti rinunciando a vivere veramente la sua vita, l’eroe che Cechov ama e che vuole farci amare. E che ora, arrivato a quarantasette anni, senza più speranze, esclama: “Mi tormenta il pensiero che la mia vita è perduta senza rimedio”.

“SPECTRE”: PER DANIEL CRAIG UN CONGEDO SOTTOTONO DALLA SAGA DI 007. Di Francesco Vignaroli


Cortona, Cinema Signorelli. Lunedì 9 novembre 2015

Daniel Craig ha annunciato, in termini piuttosto coloriti (eufemismo: vedere rassegne stampa…), che quella in Spectre sarà la sua ultima apparizione nei panni di James Bond. Preso atto di ciò, aggiungo subito che il commiato avrebbe meritato una cerimonia migliore. Certo, sarebbe esagerato, utilizzando la terminologia militaresca, parlare di “congedo con disonore” poiché, in fondo, l’attore non ha particolari responsabilità sull’esito artistico di Spectre, nel quale sfoggia il suo solito bondismo algido e asciutto, di stampo “realista”, pienamente in linea con gli altri tre episodi di 007 da lui interpretati (Casino Royale, Quantum of solace e Skyfall). No, più che Craig, a non convincere è il film nel suo complesso, che segna un netto passo indietro rispetto al precedente Skyfall. Duelli corpo a corpo, catastrofici inseguimenti, incontri galanti, trasferimenti ai quattro angoli del globo (in questo caso Messico, Italia, Austria, Marocco e, ovviamente, Regno Unito), intrighi, colpi di scena… i soliti ingredienti, insomma, ma mescolati con molta meno abilità rispetto a quella con cui Bond si prepara i suoi drink: la storia è labirintica e poco coinvolgente, la sceneggiatura è macchinosa, la vera suspense latita, e mancano elementi innovativi che rinfreschino l’interminabile saga dell’agente segreto più famoso del mondo (tutt’altro che originale, ad esempio, lo scontro tra la “vecchia scuola” e il nuovo che avanza).

Anteprima per pubblico e stampa di "Sin Face" primo lungometraggio di Andrea Conticelli, giovane specialista degli effetti digitali nel cinema. Foto originali di Ivan Selloni



Una giovane ragazza si trasferisce in una vecchia casa in mezzo al bosco per trovare pace e tranquillità dopo un tormentato divorzio.
Ben presto si manifestano fenomeni paranormali e personaggi fantasmagorici guideranno la protagonista in un oscuro viaggio, che la metterà a nudo di fronte ai suoi peccati.
L'Incontro con Andrea Conticelli è stato promosso dalla Cineteca Nazionale e ideato dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani per presentate al pubblico i segreti degli effetti speciali e il nuovissimo sistema network MAGI SYSTEM, progettato da Conticelli,  capace di connettere in rete vari professionisti del settore del visual effects in tutto il mondo.  

Descrive così l'incontro Claver Salizzato:


‹‹ il terzo appuntamento dei critici italiani con "il mondo fantasmagorico" degli effetti speciali digitali di casa nostra, presenta un vero e proprio creatore/cineasta di quegli stessi effetti. Andrea Conticelli, infatti, ha esordito nella fucina di "Proxima", all'origine di tutto, come giovane apprendista e realizzatore, ma si è subito fatto conoscere per la sua capacità di spaziare in ogni angolo di questo particolarissimo mondo cinematografico. Da creatore e ideatore, appunto, ad esecutore e fabbricatore e, infine, a vero e proprio autore. In una parola, cineasta che non si dà pena di vagare da Tim Burton a Rob Zombie, senza alcuna soggezione o parsimonia››.



19 novembre, 2015

"12 baci sulla bocca". Emozioni al teatro Lo Spazio. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Lo Spazio (Via Locri 42-44, Metro A San Giovanni). Dal 17 al 22 novembre 2015

Un tema affrontato sin troppo, in teatro, quello dell’omosessualità.  Non sempre felicemente, molto spesso senza concedere spazio al sentimento e relegandolo in scene scontate, banali. Tutto quello che non fa questo spettacolo, testo firmato Mario Gelardi e per la regia preziosa di Giuseppe Miale Di Mauro. Poco più di un’ora in cui la drammaturgia limpida, semplice, emozionante, viene esaltata da una regia dal ritmo forsennato, di taglio quasi cinematografico. Scene chiare, veloci, prive di ogni fronzolo. Sembra quasi il montaggio di una pellicola, di cui non si perde mai la rotta e il senso. Periferia napoletana, anni 70, un piccolo mondo antico e difficile, in cui non c’è spazio per “stranezze”. Emilio, giovane gay, puro e con il sogno di vivere a Londra, trova lavoro come lavapiatti in un ristorante, gestito da Antonio, scaltro malavitoso e con simpatie neofasciste. Lì conoscerà il tormentato Massimo, fratello del titolare, non proprio solare come dovrebbe essere un ragazzo che sta per sposarsi. Il suo travaglio è la sua vera natura, da sempre nascosta, e che Emilio riuscirà a far venire alla luce. Ma non si può deragliare da binari già disegnati e il loro rapporto prosegue nell’ombra, mentre alla luce del sole i preparativi per il matrimonio procedono, gestiti e decisi dal violento Antonio. Un sentimento bello, forse il primo autentico delle loro vite, farà i conti con l’ambiente circostante, che in questi casi ha occhi per vedere e bocche per riferire. E il conto lo pagherà, come sempre, il più debole, quello che non ha il branco dalla sua parte, né tantomeno un fratello che lo proteggerà allontanandolo, come Massimo, con un provvidenziale quanto funereo viaggio di nozze.

Dr Feelx & Monica Mabelli presentano: “Party People Movement”. Di Daniela Chessa


Sabato 21 novembre 2015, in anteprima nazionale il nuovo format  - one night -  “Party People Movement” ideato da Dr Feelx, noto vocalist del Chiambretti Night e Monica Mabelli, nota Pr e Direttrice artistica, regina dei party del jet set nazionale. Nell’esclusiva location della movida capitolina, il Futurarte Club di Roma – Viale della Civiltà del lavoro 50/52 Eur - dalle ore 22.30 avrà inizio il party che per l’occasione inaugurerà il Birthday Party, la festa del Dr Feelx and Friends. Happy Birthday Dr Feelx & Friends in collaborazione con Amami, festeggerà il compleanno di Dr Feelx, personaggio cult, produttore ed attore. E’ in uscita il film "Teen star Academy" che lo vedrà protagonista al Festival di Cannes interpretando se stesso come animatore delle serate più esclusive nei più noti club nazionali ed europei e voce ineguagliabile del Chiambretti Night in uscita con il suo nuovo disco " Deep is love” insieme a Domenico Ciaffone. La serata Birthday & Friends, festeggerà inoltre altri due compleanni degli amici di Dr. Feelx, della giornalista e blogger Natascia Malizia e di Cinzia Frediani. Una serata spettacolare che unisce il top del panorama artistico musica performers e live show: Suzy Stefanizzi, Luna, Victor Karam, Annalisa Imperatore & co, Valentina Galdiero.

18 novembre, 2015

Con “La Verità”, Daniele Finzi Pasca porta in scena a Trieste Salvador Dalì e i suoi sogni. Di Paola Pini


Trieste, Il Rossetti-Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Dal 19 al 22 novembre 2015

Scorrendo la critica, che copiosa è stata pubblicata a partire dalla première di Montréal nel 2013, “La Verità” è uno spettacolo in cui si intrecciano musica, luce, colore, poesia, gioco surreale, eleganza, dolcezza e comicità. È colmo di suggestioni fin dal percorso che ha portato a realizzarlo: si sviluppa in tre anni tra Parigi, Montréal e Bruxelles e su tutto aleggia l’America degli anni Quaranta dello scorso secolo, in cui il catalano Salvador Dalì, in esilio a causa della guerra, si ispirò al “Tristano e Isotta” di Richard Wagner per allestire il balletto “TristanFou” all’International Theatre di New York. Realizzò, per quell’occasione, una tela meravigliosa che si sviluppa su 120 metri quadrati. Scomparsa e dimenticata per decenni, riapparve alla fine del 2010, quando una fondazione europea, contattò l’eclettico regista Daniele Finzi Pasca chiedendogli di creare uno spettacolo che traesse ispirazione dall’opera ed offrendogliela in prestito per sei anni. Unica condizione: il perfetto anonimato di questa istituzione.

LA LUPA. Una prima sottotono. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Quirino (Via delle vergini). Dal 17 al 29 novembre 2015

C’è un momento, durante il secondo atto e poco prima del tragico epilogo, in cui tutti i personaggi della novella verghiana (in questo adattamento di Micaela Miano) ripetono quasi in coro, come un mantra “bestie…peggio delle bestie”, riferendosi ai fatti che stanno accadendo tra Gnà Pina la lupa (Lina Sastri), Nanni Lasca (Giuseppe Zeno) e Mara (Eleonora Tiberia). Sicuramente un punto centrale e illuminante dello spettacolo che ha debuttato il 17 novembre al Teatro Quirino di Roma. Una lupa diversa da quella nell’immaginario collettivo, quasi malinconica. Sempre seducente e provocante, ma divorata non tanto dalla sua bramosìa sessuale di femmina demoniaca, come spesso è stata dipinta, quanto dal suo ardore di donna innamorata del Nanni, lui sì calcolatore e opportunista, al punto da cedergli tutto, beni materiali e figlia, pur di dimostrargli il suo sentimento e tenerlo vicino, pagando il prezzo amarissimo dell’isolamento e del disprezzo. Le bestie, dicevamo. Tutta la scena (magnifica, di Françoise Raybaud) vede il ciclo naturale e ferino di tutti i protagonisti, pronti a sbranarsi l’un l’altro.

Intervista ad Aurora Deiana. Giovane attrice al suo primo film horror. Di Flavia Severin


Foto Flavia Severin
Venerdì Sera presso il Cinema Trevi di Roma si è tenuta la proiezione del film horror Sin Face di Andrea Conticelli, per la prima volta nei panni di regista, in quanto ha sempre lavorato in ambito di post produzione ed effetti speciali.

E’ proprio in questa occasione che la giovane attrice professionista Aurora Deiana, nuova scoperta del piccolo-grande schermo, debutta con il primo film horror.

La storia del Volto del Peccato (Sin Face) è ambientata in parte in America e in parte a Roma, e ripercorre un essere strano e senza Volto che terrorizza le persone con le loro paure e insicurezze, traviandone le menti. E in particolare con la sua perversione malefica, intrappola una ragazzina nel corpo di una bambola di pezza. E’ proprio questo il ruolo di Aurora, a cui è dedicata questa intervista:

Hai mai recitato in film horror? Come mai hai accettato di interpretare questo ruolo?

GIORGIO MONTANINI in LIBERACI DAL BENE. Di Daniela Chessa


Al Teatro Brancaccio (Via Merulana, 244) il 20 Novembre 2015

Per la prima volta il Teatro Brancaccio di Roma apre il sipario su uno spettacolo di Stand Up Comedy. Venerdì 20 novembre alle 21.00 Giorgio Montanini, il Nemico Pubblico nazionale, è in scena con Liberaci dal Bene. Dopo il successo di Rai 3 e la copertina di Ballarò, lo stand up comedian, uno dei pochi rappresentanti del genere in Italia, approda sul palco del Brancaccio con la sua comicità tagliente e controversa. Un'asta, un microfono e gli argomenti classici della satira: sesso, politica, religione e morte. Tutti affrontati da un punto di vista originale, distruggendo luoghi comuni, certezze e convinzioni.

17 novembre, 2015

Il grande ritorno al Bagaglino di Pier Francesco Pingitore. Di Daniela Chessa


“50 fumature di Renzi”, di Pier Francesco Pingitore, è lo spettacolo di apertura della stagione 2015-2016 del Salone Margherita.
Il sottotitolo, “La Grande Risata - 2”, sta a significare la continuità con lo spettacolo della passata stagione con il quale si è riscosso un notevole successo.
Il titolo, invece, allude chiaramente, sotto forma di parodia, al film e al libro ormai famosi, che narrano le gesta di un personaggio, psicologicamente assai complicato, dedito all’uso e all’abuso della frusta.
Ma quale potrebbe essere il rapporto tra Renzi e la frusta? Per un politico, metaforicamente, la tentazione di usarla è sempre in agguato. Tanto più che Renzi, nello spettacolo, non si limita a  frequentare i luoghi della politica contemporanea, ma spazia nel tempo fino a farsi una girata anche all’epoca dei faraoni.

16 novembre, 2015

“Lo zoo di vetro”. Fragilità dell'essere umano. Di Claudia Conte


Roma, Teatro dell’Angelo. Dal 13 al 22 novembre 2015

Nella cornice romana del Teatro dell'Angelo, dal 13 al  22 novembre la strepitosa Pamela Villoresi, diretta da Giuseppe Argirò, è protagonista di “Lo zoo di vetro”, celebre "dramma di memoria" di Tennessee Williams.
La storia viene vista attraverso gli occhi di Tom, (un persuasivo Maurizio Palladino) poeta rilegato a lavorare in un magazzino per dare sostegno alla madre Amanda e alla sorella Laura (Elisa Silvestrin).

15 novembre, 2015

"Mister Green". Un'unione che nasce dallo scontro. Di Claudia Conte


Teatro della Cometa, Roma. Dal 12 al 19 novembre 2015

Nella storica cornice romana del Teatro della Cometa, dal 12 al 29 novembre Massimo De Francovich e Maximilian Nisi, diretti da Piergiorgio Piccoli, sono protagonisti di "Mister Green", celebre commedia di Jeff Baron tradotta in ventiquattro lingue e messa in scena sui palcoscenici di tutto il mondo.
Il giovane Ross Gardiner viene accusato di guida pericolosa per aver investito Mr. Green ed è condannato dalla giustizia ad aiutarlo una volta a settimana ad affrontare le incombenze della vita quotidiana.
Mr. Green, infatti, è un anziano rimasto tristemente solo dopo la morte dell'amata moglie.

13 novembre, 2015

“Salvobuonfine” di Lorenzo Bartoli. Figli bamboccioni e mutui trentennali come immagine dell’Italia. Di Sara Bonci


Arezzo, Teatro Virginian. Mercoledì 11 novembre 2015

“Salvobuonfine (bisognerebbe anche occupare le banche)” apre la stagione del Teatro Virginian di Arezzo. Tutto parte dalla Bibbia, dalla parabola per eccellenza che oggi più ci rappresenta, quella del figliol prodigo: un figlio decide di andarsene dal suo paese per sperperare la parte della sua eredità e, una volta che si ripresenta a casa senza soldi e senza speranze, il padre misericordioso festeggia il suo ritorno uccidendo un agnello. Trasposta ai giorni nostri, nessuna storia si può considerare più attuale in Italia, dove ormai i figli sono abituati a rimanere con i genitori fino a quarant’anni o pretendono di vivere da soli, ma a spese della famiglia e senza un obiettivo preciso né un progetto.

Claudio Insegno. " Un bravo regista è colui che mette tutti insieme in un unico stato d’animo". Intervista di Claudia Conte


Cari lettori,
oggi la vostra Claudia Conte intervisterà per voi un attore e regista di grande talento, Claudio Insegno!

Claudio, come e quando nasce in te la passione per il cinema?

Credo che sia nata quando ero molto piccolo. I miei ci portavano spesso al cinema. E vicino casa mia c’era un cinema che faceva i film di ‘seconda visione’, costava pochissimo e io il pomeriggio andavo con i miei amici a vedere di tutto! Dai film con ‘Franco Franchi e Ciccio Ingrassia’ ai film di fantascienza. Insomma, mi sono visto e ancora oggi vedo di tutto. Andare in una sala cinematografica e guardare un film mi fa tornare bambino.

Parlaci del tuo ultimo film "Effetti indesiderati" con Biagio Izzo e Massimiliano Gallo.

“Bisbetica”: come domare un testo senza tradirne l’essenza. Prosegue a Trieste la tournée dello spettacolo con Nancy Brilli e la regia di Cristina Pezzoli. Di Paola Pini


Trieste, Il Rossetti, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Dall’11 al 15 novembre 2015

“Bisbetica – La bisbetica domata di William Shakespeare messa alla prova”. Il lungo titolo contiene in sé lo spirito di questa messinscena che ha per protagonista Nancy Brilli, diretta da Cristina Pezzoli. L’opera è stata tradotta e adattata per l’occasione da Stefania Bertola che, mantenendo quasi in ogni sua parte il ritmo dato dagli endecasillabi, ne ha tratto una versione intrigante e originale. Per prima cosa il gioco del metateatro viene portato alle estreme conseguenze fin dalla cornice, completamente modificata: il regista, a causa di conflitti interni, abbandona la compagnia a poche settimane dal debutto, costringendo gli attori a discutere assieme su come realizzare la commedia e ognuno vorrebbe imporre la propria personale visione del testo e dei personaggi.

11 novembre, 2015

“La scala”. Quando cadono le convenzioni. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Sette (Via Benevento 3). Dal 10 al 29 novembre 2015

Nascosto, come la polvere sotto al tappeto. Dissimulato  dai manierismi, dai sorrisi, dal savoir faire patinato in una riunione conviviale di vecchi e nuovi amici. Ma il detonatore sta lì, dentro ognuno di noi, pronto a far esplodere vecchi rancori, schemi mentali repressi dal bon ton, ben celate antipatie, recriminazioni più o meno meschine. Nessuno ne è immune. Nel caso della nuova commedia di Giuseppe Manfridi, tutti questi meccanismi tipicamente umani deflagrano grazie ad un oggetto, la scala appunto, funzionale ingresso nella nuova casa di una delle tre coppie in scena, quella che ospita le altre due. Come in una sua altra opera fu il letto lo scenario intorno al quale si dipanavano le dinamiche di altre quattro coppie, ma separatamente, in questo caso tutti i personaggi sono contemporaneamente sul palco, con la scala che è quasi una presenza metafisica per tutto il primo atto,  dando vita ad un dialogo serratissimo, dai ritmi talmente veloci da far fatica, a tratti, a seguirne l’andamento. Figuriamoci a doverli interpretare. Mirko e Miriam (Carbotti e D’Onorascenzo) organizzano una festicciola per inaugurare il loro nuovo appartamento al Nuovo Salario ed invitano un’altra coppia di amici di vecchia data, Corrado e Terry (D’Alessio e Sartini) oltre ad una nuova, di condòmini, Nicolò ed Elvi (Dianetti e Pinto).

“Racconti triestini” di Giorgio Pressburger, dove realtà, verità e fantasia giocano a nascondersi. Di Paola Pini


Antico Caffè San Marco, Trieste. Novembre 2015

I “Racconti triestini” di Giorgio Pressburger(Marsilio, 2015) sono sette, o piuttosto sei più uno, come ha voluto precisare egli stesso durante l’affollatissimo incontro all’Antico Caffè San Marco, nel corso del quale Elvio Guagnini, saggista e critico letterario, ha presentato questa nuova raccolta. In che cosa si distingue l’ultimo da tutti gli altri? Ne racchiude tre, fra loro indipendenti, quasi volesse restare sospeso nel tempo, durare un po’ di più.
Tutti e sette hanno in comune la presenza di uno specifico luogo della città e un diverso protagonista, che assieme ad altri comprimari in esso si muove o nel quale si presenta in principio. Ecco che ci appaiono via Brunner, via Milano, Opicina, il Caffè Tommaseo, Borgo Teresiano, via Rismondo e, nel gran finale, Ponte Rosso, Via Belpoggio e Città Vecia-Via delle Beccherie, a far da sfondo alle vicende di un ingegnere, un’anziana insegnante di musica, un vivaista appassionato d’arte, una donna misteriosa e molto appariscente, un’altra che sembra uscita da un quadro fiammingo, una terza in lotta con vita e morte e, infine, un insegnante di filosofia, un avvocato ed un vecchio ebreo.

"Spaccanapoli Times". QUELLO CHE VOGLIONO GLI ALTRI CI AFFATICA. Di Claudia Conte

               
Napoli, Teatro San Ferdinando. Fino al 22 novembre 2015

È follia, memoria ed ironia a Napoli al San Ferdinando fino al 22 novembre 2015. Quando una stanza può diventare un mondo, sei seduto a "Spaccanapoli Times". Come ad ogni inizio si è disorientati. È Giuseppe Acquaviva (Ruggero Cappucio, testo e regia, e attore) che ci prenderà per mano e per due ore e mezza ci porterà così in fondo ai nostri pensieri, e solo verso la fine capiremo di essere tornati a casa, e per dei disadattati, loro, non è male. Quattro fratelli, Romualdo (Giovanni Esposito), Gabriella (Gea Martire), Gennara (Marina Sorrenti), Giuseppe (Ruggero Cappuccio) ci narrano in modo spregiudicato la loro esclusione dalla normalità.

09 novembre, 2015

Le “Passioni” contemporanee in scena a Trieste con “Rosso Venerdì” di Roberto Cavosi. Di Paola Pini


 Trieste, Politeama Rossetti, Sala Bartoli


L’angoscia e lo spaesamento che si provano alle prime battute di “Rosso Venerdì”(testo di RobertoCavosi, regia di Igor Pison)si stemperano rapidamente, per lasciar spazio alla curiosità e alla sensazione di trovarsi immersi in un “luogo teatrale” conosciuto. La scenografia di Petra Veber, giustapposizione di diversi piccoli elementi, ispiratisi alla cifra surreale e caricaturale di David LaChapelle, che a sua volta si rifà a PieterBruegel il Vecchio e a Hieronymus Bosch fornisce i primi indizi; se a ciò si aggiunge la musica (la cui scelta è stata curata dal regista), fondamentale in questa messinscena, ecco che appaiono le immagini dei Misteri medievali, delle antiche Passioni, con i personaggi dalla caratterizzazione solo accennata che compiono azioni ed esprimono emozioni elementari, facendo da sfondo a ciò che avviene sul Monte Calvario; azione che aleggia su tutti, ma che non si vede mai: narrazione ed evocazione di qualcosa che non riesce ad essere, oggi come allora, compresa nella sua portata.

“Ivanov”. Un profondo mal di vivere. Di Claudia Conte


Roma, Teatro Eliseo. Dal 3 al 15 novembre 2015

Che Cechov sia un autore sempre attuale in grado di rappresentare un eterno senza tempo è ormai un assioma, ma che forse il pubblico non sia più educato a sentirne la "leggerezza" è anche questo realtà.
Si dice che il coraggio premia e a me viene inevitabile pensare: se unito poi alla preparazione ed al talento dà risultati sensazionali!
È ciò che dal 3 al 15 novembre succede nello storico Teatro Eliseo dove Filippo Dini sta magistralmente portando in scena Ivanov, la prima opera teatrale di Cechov.
Nikolaj Ivanov (interpretato dallo stesso pluripremiato regista Dini) è attanagliato da un profondo mal di vivere, un malessere interiore che gli impedisce di affrontare le difficoltà che la vita inevitabilmente presenta, dai problemi economici alla morte delle persone care.

08 novembre, 2015

"Miss en Scène", la rubrica di Sara Bonci. "Un bagno come ring tra madre e figlia e luogo di riscoperta interiore"


Castiglion Fiorentino, Teatro Comunale Mario Spina. Giovedì 5 novembre 2015

Tale madre tale figlia: quale titolo migliore per uno spettacolo che vede come protagonista una donna che fin da sempre è stata vista come la “figlia di”? Stiamo parlando di Amanda Sandrelli, attrice di cinema e di teatro che per anni ha dovuto combattere contro l’etichetta che gli è stata affibbiata nonostante abbia intrapreso una sua strada personale, fatta di scelte accurate e interpretazioni di un certo spessore come nell’Iliade - La morte di Patroclo di Sergio Maifredi, andata in scena quest’estate alla Versiliana.

07 novembre, 2015

LA CASTELLANA, un noir. Un monologo da brivido. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Stanze Segrete (Via della Penitenza 3 – Trastevere). Dal 4 all’8 novembre 2015

La lucida follia di Eszrébet Bàthory, contessa ungherese vissuta tra la fine del 500 e l’inizio del 600, la più grande serial killer della storia (610 le sue giovani vittime), è dipinta dalla penna del grande drammaturgo Giuseppe Manfridi nella raccolta di sei ritratti al femminile (La Mongolfiera Editrice), testi per attrici soliste. Come tutte le opere di Manfridi, è l’insondabile umano ad essere messo in luce, cristallizzato in un preciso istante. Le sue recondite profondità pur se orribili, grazie alla sua scrittura ricca e poetica, ironica e di impressionante nitidezza. Per la messa in scena di questo testo ha affidato la parte della sanguinaria contessa a Melania Fiore e ne è sorto un sodalizio artistico interessante. Il teatro Stanze Segrete a Roma ha visto la nascita di questa nuova collaborazione. Il momento rappresentato è quello degli ultimi istanti prima dell’arresto da parte degli armigeri che stanno perquisendo il castello.

Filippo Rubino. Un attore e regista che si è fatto da solo e che porta Sepùlveda in Italia. Intervista di Stefano Duranti Poccetti


Ciao Filippo, puoi raccontarmi un po’ la tua formazione d’attore?

Ciao a tutti! Io ho capito di voler fare l'attore da adolescente, e a 18 anni ho iniziato a frequentare un corso di recitazione cine-televisiva a Torino. Durante quei due anni ho fatto le mie prime esperienze, di fronte alla telecamera. Nel frattempo ho iniziato anche l'università: Dams Multimediale. A 19 anni il primo incontro con quello che è diventato il mio maestro, Michael Margotta, insegnante americano membro dell'Actor's Studio. Intorno ai 22 anni mi sono trasferito a Roma. Ho cercato di entrare al Centro Sperimentale di Cinema, ma è più difficile che vincere 3 lotterie di fila. Ho visitato quindi un po' di scuole per cercare di capire cosa fare, ma alla fine ho deciso di iniziare un vero percorso con Michael frequentando il suo Actor's Center a Roma. Ho studiato con lui per circa 3 anni, durante i quali ho potuto conoscere meglio il teatro, che fino ad allora avevo un po' snobbato a favore del cinema, e soprattutto il mondo dei metodi recitativi, che ho poi approfondito negli anni a seguire, anche all'università.

So che ti sei sentito sempre ostacolato nel tuo percorso, cosa è accaduto di preciso?

“L’arte è una caramella”. Uno sguardo d’amore sulla creatività. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Brancaccino. Dal 5 all’8 novembre 2015

Se la storia dell’arte fosse sempre spiegata come accade nello spettacolo di Carlo Vanoni, forse saremmo un popolo più consapevole ed orgoglioso delle proprie e altrui ricchezze. L’arte è una caramella è un viaggio veloce, colorato, vorticoso, nell’evoluzione dell’arte, ma in fondo nell’evoluzione dell’uomo e del suo modo meraviglioso di vedere ed esprimere la realtà che vive. Il merito di Vanoni e di Gian Marco Montesano (drammaturgia e regia) è quello di renderlo comprensibile a tutti, svelando e spiegando i punti nodali delle trasformazioni del pensiero alla base di ogni opera artistica. In un’ora e mezza si percorrono 500 anni di storia dell’arte mondiale, iniziando e finendo, lì sul palco, davanti ad un grande mucchio di caramelle coloratissime, un’opera contemporanea di cui solo alla fine capiremo il senso, toccante e commovente. Forse è proprio questo il messaggio di questo insolito ed originale spettacolo: non fermiamoci di fronte all’oggetto, cerchiamone l’origine. Dai Salon francesi all’Accademia di Francia a Roma, quando l’arte era la riproduzione perfetta della realtà, alla rivoluzione impressionista che invece era la riproduzione della “percezione” di un momento, dalle visioni prospettiche di Raffaello ai famosi “tagli” di Lucio Fontana, dallo “smontaggio” della pittura con Cezanne e la sua “forma colore” alla spiritualità nell’arte con Kandinsky e tanto, tanto altro, fino a Picasso, ad Andy Warhol e oltre.

05 novembre, 2015

IL VIRGOLETTATO. Matilde De Feo e il suo progetto “Letter from an imaginary man”


“……………..”

“Sono Matilde De Feo, videoartista campana, autrice del progetto multimediale “Letter from an imaginary man”. Il progetto, nato alla casa del cinema nel 2012, documenta un’operazione di raccolta e ricerca di soggetti volontari disposti a leggere la propria lettera e raccontare in video la propria storia. È sopravvissuto a tre anni di ostacoli produttivi e postproduttivi quasi incomprensibili, come una barchetta di carta fatta a mano sta per arrivare al suo pubblico.
Il documentario è finalizzato anche grazie ad una campagna di crowdfunding che è ancora aperta ( https://www.indiegogo.com/projects/letter-from-an-imaginary-man--2#/ ).

Sarà in anteprima al Filmmaker Festival di Milano dal 26 Novembre al 6 Dicembre”.

04 novembre, 2015

“The Change”, il nuovo film di Alessia Duranti. Di Stefano Duranti Poccetti


foto Gianluca Rogai
Un uomo solitario e introverso, che a un certo punto della sua vita diventa ossessionato dalla morte. Che cos’è? Dove ci porta? Che senso ha l’esistenza? S’interroga il protagonista Pier, interpretato da Matteo Grotti. Più s’interroga, più non riesce a darsi risposte e neanche la filosofia riesce in qualche modo a colmare il grande vuoto che si è formato dentro di lui. Sarà un avvenimento importante a farlo uscire da questo tunnel: il venire a sapere della malattia incurabile del padre. A questo punto Pier sembra trovare, per paradosso, uno spiraglio di salvezza, che lo porta a vedere la morte in un modo diverso e che gli permette di ricominciare una nuova vita, con nuove prospettive e nuove consapevolezze.

CIBAMI. Gli ingredienti della vita. Di Paolo Leone


Roma, Teatro dei Conciatori (via dei Conciatori 5 – zona Piramide). Dal 3 all’8 novembre 2015

Un gradito ritorno sulle scene romane quello di Tiziana Foschi con Cibami, tre atti unici nati dalle penne di Stefano Benni e Cinzia Villari, nell’accogliente Teatro dei Conciatori fino all’8 novembre. Il cibo, comune denominatore e sfondo evidente di tre storie. Cibami, amami, considerami… perché i tre racconti e i rispettivi personaggi sono intrecciati di odori, sapori, sentimenti, passioni. Fideistici, patologici, passionali.

03 novembre, 2015

Il grido dell’amicizia fraterna. Poesia di Giuseppe Sanfilippo


La Dance, Henri Matisse
Nuovi gesti vorrei donare,
per dar voce alla nostra amicizia
fatta d'affetto reale e puro,
nuovi gesti per te che
sei un tesoro di inestimabile valore. 
Parole dal cuore grido al mio migliore amico,
i gesti più umili alla fratellanza pura vorrei donare,
il grido di  chi vuole urlare al mondo intero:
“ho un amico vero”.
Tante volte ho desiderato farlo,
avrei voluto urlarlo...
ti voglio bene amico caro,
Incomprensibili forse sono
queste parole così come ogni mio gesto,
solo chi conosce l’amicizia fraterna può comprendere...
tu  puoi.

02 novembre, 2015

Elisa Silvestrin. Sogno di potermi esprimere con l’arte. Intervista di Paolo Leone


Elisa Silvestrin, giovane attrice classe 1987. Nel 2006 si classifica seconda al concorso di Miss Italia. Qualche anno dopo entra in Rai come annunciatrice, poi conduttrice, inviata. Ruoli in qualche fiction (Un passo dal cielo 3, Le tre rose di Eva 2). Diplomatasi all’Accademia di Arte Drammatica Pietro Scharoff di Roma, non abbandona il suo amore per il teatro e, dopo esser diventata mamma, riprende prima con Antigone, insieme a Giuseppe Pambieri per la regia di Lia Tanzi e ora sta per debuttare con un nuovo spettacolo, al Teatro dell’Angelo di Roma, con un classico della drammaturgia statunitense: Lo zoo di vetro, di Tennesse Williams. Con piacere, l’abbiamo raggiuta per i lettori del Corriere dello Spettacolo.

Elisa, benvenuta sul Corriere dello Spettacolo! Tanta televisione, conduttrice, inviata, annunciatrice in Rai, rubrica Sette Note sempre su Raiuno. In teatro, ho visto che in passato hai fatto parte del cast in Sogno di una notte di mezza estate per la regia di Luigi Rendine…

01 novembre, 2015

Si apre con “Don Giovanni” di Mozart la Stagione Lirica a Trieste. Misura, attenzione, delicatezza nel nuovo allestimento del Teatro Verdi. Di Paola Pini


Trieste, Teatro Verdi. Dal 30 ottobre all’8 novembre 2015

Foto Fabio Parenzan
“Una creazione dello spirito, ecco cos’è!” Così Johann Wolfgang von Goethe definì nel 1831 il “Don Giovanni”, contestando chi la considerava semplicemente una “composizione”. Opera assoluta, resa possibile grazie alla grandissima abilità di Lorenzo Da Ponte nel sapersi adattare al pensiero di Wolfgang Amadeus Mozart, è andata in scena a Trieste il 30 ottobre, aprendo la stagione lirica del Teatro Verdi. La musica assieme al testo dicono già tutto; la regia di questo nuovo allestimento, affidata al brasiliano Allex Aguilera al suo debutto in Italia, ha saputo tenerne conto evi si è avvicinata con delicatezza, partendo dalle fonti ad essa precedenti. Il mito di Don Giovanni, che continua ad essere ben presente anche oggi, ha potuto così essere liberato da quello che era stato detto o scritto nei decenni e secoli successivi alla prima esecuzione assoluta, avvenuta a Praga il 29 ottobre 1787, per ritornare allo spirito che ne aveva determinato la realizzazione.