30 novembre, 2015

Va in scena a Trieste un “Werther” raffinato e di gran delicatezza. Di Paola Pini


Trieste, Teatro Giuseppe Verdi. Dal 27 novembre al 5 dicembre 2015

“Werther”, dramma lirico in quattro atti di Jules Massenet (1842-1912) ha avuto una storia alquanto travagliata: il libretto, tratto dall’opera di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) fu realizzato da Paul Milliet con l’aiuto di ÉdouardBlau e con l’importante intervento dello stesso editore dell’opera, Georges Hartmann: fu necessario l’intervento di tre autori per riuscire ad adattare alle esigenze sceniche e drammaturgiche un romanzo epistolare, figlio di un’epoca completamente diversa, scritto da un Goethe venticinquenne cinque anni prima della Rivoluzione Francese e divenuto rapidamente simbolo dello Sturm und Drang, il movimento culturale che fece da ponte tra l’Illuminismo e il primo Romanticismo affermando, tra l’altro, il ritorno alle fonti della tradizione spirituale tedesca in polemica con il predominio della cultura francese in terra germanica.
Massenet iniziò a lavorarvi nel 1880, ma lo compose tra il 1885 e il 1887 e lo vide andare in scena per la prima volta appena nel 1892, il 16 febbraio, allo Staatsoper di Vienna con libretto tradotto in tedesco. Passò poi per Weimar e soltanto a Ginevra, nello stesso anno, fu rappresentato in lingua originale. La prima parigina porta la data del 16 gennaio 1893.
Il romanzo di Goethe descriveva in modo potente la solitudine di un personaggio, dotato di uno spirito nutrito da passioni assolute e senza regole, costretto a vivere in un mondo in cui dominano le norme di una quotidianità borghese; dopo più di un secolo la vicenda fu ripresa per il teatro d’opera, in un mondo in cui le logiche del senso pratico imperavano assieme alla cieca fiducia nel progresso.
Tutto questo mostra l’inattualità dell’idea di Massenet che, dedicandosi ampiamente a evidenziare con la musica la figura di Werther,pone inevitabilmente in relativo secondo piano gli altri personaggi. Nonostante il tempo passato da allora, tutto ciò rende quest’opera non semplice da realizzare. Meglio allora partire dalle suggestioni offerte dalle note di regia di Giulio Ciabatti, nelle quali è chiara la volontà di far convivere, seguendo la traccia data dal compositore, entrambi i testi.
Quasi tutto il primo atto, in cui poco a poco appaiono tutti i personaggi e in cui maggiormente è presente il pensiero di Goethe, appare come un lunghissimo preludio all’opera vera e propria che sembra iniziare veramente con l’intervento orchestrale che precede il duetto notturno di Charlotte con Werther e che ci porta senza urti nello spirito di un secolo dopo. Qui i colori, sfumati fino a poco prima, diventano più intensi, per aumentare sempre più nell’atto successivo assieme alla disperazione del protagonista, che inizia a considerare la morte come unica soluzione per risolvere il suo rifiuto di scindere le esigenze della realtà da quelle del sentimento. La lettura che Charlotte fa delle lettere di Werther nel terzo atto costituisce un delizioso gioiello musicale che accompagna e sostiene in modo perfetto il senso del contenuto del testo, ora esaltato, ora disperato. L’irreparabile avviene nel quarto atto, quando Charlotte accorre al capezzale di Werther feritosi mortalmente. La crudeltà del contrasto fra i gioiosi canti natalizi dei bambini in un simile momento e che riprendono quelli all’inizio del primo atto,ci riporta con forza allo scontro fra due mondi totalmente inconciliabili fra loro.

Nel nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, in coproduzione con la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, si riesce a cogliere con chiarezza tutto questo, grazie alla raffinata regia di Giulio Ciabatti, alle belle scene di Aurelio Barbato, ai costumi, giustamente sobri, di Lorena Marin, e alle luci puntuali di Claudio Schmid.
Christoper Franklin ha diretto in modo preciso e appassionato, seguito con altrettanta passione e precisione dall’orchestra e dai cantanti in scena. Il cast è ben bilanciato: i “Piccoli Cantori della Città di Trieste”, diretti da Cristina Semeraro, hanno dimostrato ancora una volta l’ottima preparazione dal punto di vista vocale e nel saper stare in scena; Mickael Spadaccini, Werther per la quarta volta, ha saputo rendere in modo efficace il contrasto lacerantepresentenell’animo del protagonista; la voce di OleysaPetrova, ha regalato al personaggio di Charlotte l’intensità che la musica di Massenet richiede; Elena Galitskaya ha cantato con la leggerezza che ci si aspetta di ascoltare in Sophie; IlyaSilchukov,ha portato, sia vocalmente sia nella recitazione, un Albert ben presente nel proprio ruolo; convincenti le coppie Le Bailli (Ugo Rabec) –Kätchen (Silvia Verzier) e Johann (Dario Giorgelè) – Schmidt (Alessandro D’Acrissa).
Il pubblico della prima, presente numeroso in sala nonostante il freddo improvviso giunto in città, ha dimostrato di apprezzare lo spettacolo e le voci dei cantanti con applausi a scena aperta e con numerose chiamate alla fine della rappresentazione.

Paola Pini


Werther

Direttore: Christopher Franklin

Dramma lirico in quattro atti di Edouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann, da Goethe
Musica di Jules Massenet
in lingua originale con sopratitoli

Regia Giulio Ciabatti
Scene Aurelio Barbato
Costumi Lorena Marin
Luci Claudio Schmid

NUOVO ALLESTIMENTO DELLA FONDAZIONE TEATRO LIRICO "GIUSEPPE VERDI DI TRIESTE"
IN COPRODUZIONE CON LA FONDAZIONE TEATRO LIRICO DI CAGLIARI
 Orchestra della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi di Trieste”
Con la partecipazione de
“I Piccoli Cantori della Città di Trieste” diretti da Cristina Semeraro

Personaggi ed interpreti

Werther (tenore)

Mickael Spadaccini (27,29/11 - 3,5/12)
Luca Lombardo (28/11 - 1/12)

IlyaSilchukov (27,29/11 - 1,5/12)
Christian Lujàn (28/11 - 3/12)

Ugo Rabec (27,28,29/11 - 1,3,5/12)

OlesyaPetrova (27,29/11 - 1,5/12)
Carol Garcia (28/11 - 3/12)

Elena Galitskaya (27,29/11 - 1,5/12)
DušicaBijelić (28/11 - 3/12)

Alessandro D'Acrissa (27,28,29/11 - 1,3,5/12)

Dario Giorgelè (27,28,29/11 - 1,3,5/12)

Silvia Verzier (27,28,29/11 - 1,3,5/12)

Giuliano Pelizon (27,28,29/11 - 1,3,5/12)




Albert (baritono)





Le Bailli / il Podestà (basso)



Charlotte, filleduBailli(mezzosoprano)




Sophie, sa soeur(soprano)





Schmidt (tenore)



Johann (baritono)



Käthchen (soprano)



Brühlmann (tenore)










I bambini: Fritz, Max, Hans, Karl, Gretel, Clara.
Abitanti di Wetzlar, invitati, ragazzi, ecc.




La vicenda si svolge a Wetzlar, nei pressi di Francoforte, dal luglio al dicembre 178…


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