11 novembre, 2015

“La scala”. Quando cadono le convenzioni. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Sette (Via Benevento 3). Dal 10 al 29 novembre 2015

Nascosto, come la polvere sotto al tappeto. Dissimulato  dai manierismi, dai sorrisi, dal savoir faire patinato in una riunione conviviale di vecchi e nuovi amici. Ma il detonatore sta lì, dentro ognuno di noi, pronto a far esplodere vecchi rancori, schemi mentali repressi dal bon ton, ben celate antipatie, recriminazioni più o meno meschine. Nessuno ne è immune. Nel caso della nuova commedia di Giuseppe Manfridi, tutti questi meccanismi tipicamente umani deflagrano grazie ad un oggetto, la scala appunto, funzionale ingresso nella nuova casa di una delle tre coppie in scena, quella che ospita le altre due. Come in una sua altra opera fu il letto lo scenario intorno al quale si dipanavano le dinamiche di altre quattro coppie, ma separatamente, in questo caso tutti i personaggi sono contemporaneamente sul palco, con la scala che è quasi una presenza metafisica per tutto il primo atto,  dando vita ad un dialogo serratissimo, dai ritmi talmente veloci da far fatica, a tratti, a seguirne l’andamento. Figuriamoci a doverli interpretare. Mirko e Miriam (Carbotti e D’Onorascenzo) organizzano una festicciola per inaugurare il loro nuovo appartamento al Nuovo Salario ed invitano un’altra coppia di amici di vecchia data, Corrado e Terry (D’Alessio e Sartini) oltre ad una nuova, di condòmini, Nicolò ed Elvi (Dianetti e Pinto).
Gli scricchiolii si avvertono da subito, nelle continue gaffes, nei momenti di imbarazzo per futili motivi, nelle incomprensioni reciproche, tutto talmente veloce da passare quasi inosservati. Sarà a seguito dell’infortunio di Corrado, proprio a causa della scala, che l’appartamento si trasformerà in un campo di battaglia, in una guerra senza esclusioni di colpi, anche bassi e a tradimento. Il peggio del peggio di normali, innocui (?) essere umani, uniti dal dissacrato vincolo dell’amicizia. Il testo di Manfridi è, al solito, ricco di colloqui, sfumature, pennellate rapidissime con cui il quadro dipinto è quanto mai cinico e realistico. Divertente, senz’altro, ma impregnato di amarissima verità. Quel che rende una commedia interessante. I sei giovani interpreti (ma non inesperti) sono bravissimi nel rimanere concentrati e pronti nei tempi “comici”. Credibili, naturali, divertenti senza bisogno di eccedere. Con un testo di tale intensità, non esserlo sarebbe un disastro. Tre coppie, ognuna ben tratteggiata nelle rispettive peculiarità, visibilissime a primo impatto. Una prova brillantemente superata, la loro.  Questa prima è stata molto promettente. Fino al 29 novembre avranno tempo di crescere nell’intesa e far diventare questa commedia, La scala, l’ennesimo brillante nella vetrina del rinnovato Teatro Sette, che ha puntato da tempo sulla qualità grazie all’impegno del suo Direttore (e regista in questa occasione) Michele La Ginestra. Da vedere.

Paolo Leone


Mainagioia Spettacoli e Matteo Fiocco presentano: LA SCALA, testo inedito di Giuseppe Manfridi.
Con: Andrea Dianetti, Marina Pinto, Gabriele Carbotti, Ughetta D’Onorascenzo, Fabrizio D’Alessio e Sara Sartini.
Regia di Michele La Ginestra. Scenografie Mauro Paradiso; Costumi Marco Della Vecchia; Luci e fonica Francesco Mischitelli. Aiuto regia Ludovica Di Donato. Foto Francesco D’Alessandro; ufficio stampa Sara Tersigni. Assistente scenografia Isa De Benedittis.

Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Sette, nella persona di Andrea Martella.

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