09 novembre, 2015

Le “Passioni” contemporanee in scena a Trieste con “Rosso Venerdì” di Roberto Cavosi. Di Paola Pini


 Trieste, Politeama Rossetti, Sala Bartoli


L’angoscia e lo spaesamento che si provano alle prime battute di “Rosso Venerdì”(testo di RobertoCavosi, regia di Igor Pison)si stemperano rapidamente, per lasciar spazio alla curiosità e alla sensazione di trovarsi immersi in un “luogo teatrale” conosciuto. La scenografia di Petra Veber, giustapposizione di diversi piccoli elementi, ispiratisi alla cifra surreale e caricaturale di David LaChapelle, che a sua volta si rifà a PieterBruegel il Vecchio e a Hieronymus Bosch fornisce i primi indizi; se a ciò si aggiunge la musica (la cui scelta è stata curata dal regista), fondamentale in questa messinscena, ecco che appaiono le immagini dei Misteri medievali, delle antiche Passioni, con i personaggi dalla caratterizzazione solo accennata che compiono azioni ed esprimono emozioni elementari, facendo da sfondo a ciò che avviene sul Monte Calvario; azione che aleggia su tutti, ma che non si vede mai: narrazione ed evocazione di qualcosa che non riesce ad essere, oggi come allora, compresa nella sua portata.
Assieme ad altre musiche provenienti da epoche e tradizioni molto distanti, l’Hallelujah di Leonard Cohen troneggia, accompagnando il pubblico e segnando, assieme all’acqua contenuta in bottiglie di plastica, il passaggio da una stazione all’altra di questa Via Crucis contemporanea, nella quale i personaggi non interagiscono fra loro, ma i cui monologhi lasciano a poco a poco trasparire i legami reciproci.

Il venditore porta a porta di aspirapolveri (Riccardo Maranzana), privo di successo nel proprio lavoro, abbandonato da qualche giorno da Maddalena, l’amante scomparsa senza dar notizie di sé e con una moglie (Ester Galazzi) alla quale lascia il peso di ogni cosa, dalla figlia febbricitante alla madre (Maria Grazia Plos) colpita dal Morbo di Alzheimer, senza preoccuparsi che proprio quel giorno la donna si debba recare all’ennesimo colloquio di lavoro dopo essere stata licenziata. Il fratello di lei (Adriano Braidotti), apparentemente uomo di successo, ma che in realtà è un borseggiatore. Il piccolo industriale di calzature (Andrea Germani) costantemente preoccupato per l’andamento dei propri affari che non riuscirà a reggere la pressione data da questi continui pensieri materiali. Ad interagire con gli altri personaggi, seppure silenziosamente, ci sono soltanto l’autista d’ambulanza (si alternano nel ruolo Federica De Benedittis e Lara Komar) e l’angelo taxista (Filippo Borghi), incapace di aiutare alcuno. Unico personaggio presente in scena, che sia anche collegabile al Mistero della Passione, è Simon Pietro (Francesco Migliaccio); tutti gli altri, Maria, la Maddalena, Giuda, i due ladroni e Cristo stesso sono soltanto evocati dalle narrazioni dei singoli. Gli interpreti hanno saputo ben muoversi in tale contesto: presentata quest’estate in anteprima al 37° Festival Astiteatro diretto da Pippo Delbono, questa nuova produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, preceduta in cartellone da “Scandalo” di Arthur Schnitzler e rappresentata dagli stessi attori, ha costituito il promettente debutto della nuova Compagnia Stabile e mostra, nel suo svolgimento la contrapposizione tra le miserie quotidiane di ognuno e quanto avviene sul Golgota che tutti colpisce seppure in modo diverso e, anche in questo caso, individualmente e senza coinvolgere gli altri. Non c’è condivisione di emozioni, sentimenti, parole, fino alla fine.
Troppo spesso la componente sonora risulta slegata rispetto alla rappresentazione costituendo a volte un semplice accompagnamento, quando invece dovrebbe, a buon diritto, essere parte integrante dello spettacolo. In “Rosso Venerdì”, al contrario, le molteplici disarmonie provocate da un’idea drammaturgica come questa risultano fra loro coerenti proprio grazie alla regia, alla scenografia, ma soprattutto alla musica, che contribuisce in modo importante a dare senso all’intero dramma, mostrando così quanto sia determinante la cura e l’attenzione per questo fondamentale elemento nella costruzione di uno spettacolo di prosa.
Lunghi applausi finali, a conferma del gradimento dello spettacolo.

Paola Pini


Rosso Venerdì
Di: Roberto Cavosi
Scene: Petra Veber
Costumi: Petra Veber
Regia: Igor Pison
Produzione: Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Interpreti: con la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis (attrice ospite), Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos

La scena è stata costruita nel Laboratorio del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e scenografata dal Laboratorio del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

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