31 dicembre, 2015

“Après une lécture de Liszt”. Il Liszt spirituale e passionale di Giuseppe Albanese. Di Stefano Duranti Poccetti


Il nuovo pianismo italiano esiste ed è promettente, come si evince dal disco della Deutsche Grammophon uscito di recente e di cui mi accingo a parlare. Prende il nome di “Après une lécture de Liszt” (che recupera il titolo lisztiano della composizione “Après une lécture de Dante”, presente nella raccolta) e il pianista è il calabrese Giuseppe Albanese, che si muove a suo agio su un repertorio assai complesso e variegato, qual è appunto quello presentato. I brani sono otto e si parte dall’onomatopeico “Au Bord d’une source”, dove il compositore delinea con limpidezza e con dolce tenerezza evocativa, a volte con temi giocosi, la sua sensazione di stare nei pressi di una fonte. È per questo che la musica pare proprio così “acquatica”, nitida fino allo splendore.

29 dicembre, 2015

“Euritmie”. Roberta Attanasio e Salvatore Di Marzo firmano una silloge che dalla simmetria del mondo classico ci conduce direttamente all’asimmetria di quello contemporaneo. Di Stefano Duranti Poccetti


“Euritmie”, una silloge pubblicata nel settembre 2015 dalla Casa Editrice Aracne e che rientra nella collana Prova d’Autore.
Già dal titolo non si nasconde l’intento degli autori Roberta Attanasio e Salvatore Di Marzo di creare qualcosa dal “bel” ritmo e quella particella “eu”, certo, ci fa pensare subito a una silloge contraddistinta dall’armonia. I due poeti rendono evidente fin dalla premessa di voler dare luogo a un “accostamento di parole, la vicinanza di suoni che esse producono, vicinanza non esclusivamente fonica o grafica, ma mentale, vicinanza per analogie, per evocazione di immagini poetiche nel lettore”.

“RAPUNZEL”, LA FAVOLA ARRIVA A MILANO. Di Chiara Pedretti


Dopo il debutto a Roma all’inizio di dicembre, arriva a Milano, al Teatro degli Arcimboldi, il musical italiano Rapunzel, tratto dalla celebre fiaba dei fratelli Grimm ma ancora di più dal cartone animato della Disney.

La principessa Gothel è l’erede al trono ma, a causa della sua salute cagionevole, comincia a vivere nell’ombra della sorella minore Gretel che, bella e sana, viene scelta come nuova regina. Gothel, sentendosi rifiutata, si chiude in sé stessa e, ossessionata dalla bellezza e dalla giovinezza, si dedica perciò alla stregoneria ed allo studio delle erbe officinali: scopre così un particolare fiore, il raperonzolo, dai poteri straordinari. La Regina Gretel però non riesce ad avere figli ed il Re chiede, ad insaputa della moglie, aiuto alla sorella, che prepara così un filtro con il fiore, in cambio della promessa che il bambino sarebbe stato allevato da lei stessa.

CENERENTOLA 2015 : PRINCIPESSA PER UNA NOTTE


Mercoledì 30 Dicembre alle ore 19.00, presso il Palazzo Palumbo di Giugliano (ingresso gratuito), si terrà l'evento "Cenerentola 2015: Principessa per una  notte", organizzato da Young Fashion Agency di Nacy D'Anna e Gaetano Agliata, con la direzione artistica di Andrea Axel Nobile e la progettazione culturale di Domenico Ciccarelli.
L'evento sarà condotto da Paola Mercurio, e ospiti della serata saranno: il Cantante Bruno Cuomo, la cantante Giada Penna e l'attrice Daniela De Vita.
Una serata dedicata alla bellezza femminile, ma anche al rilancio dei nuovi e vincenti brand del territorio campano. A sfilare sulla passerella del Palazzo Palumbo di Giugliano gioielli e accessori "Luna Caprese" e le spose di "Le Réve". La vincitrice avrà in premio una preziosa collana, donata dalle gioiellerie Pennacchio, inoltre un book fotografico offerto dalla Young Faschion Agency.

Media Partner dell'evento è Tele club Italia e Secret Style Magazine.

28 dicembre, 2015

“Gabriella Deodato”. Come scavare all’interno dell’anima attraverso la fotografia. Intervista di Stefano Duranti Poccetti


Gabriella Deodato è una fotografa che ho avuto il piacere di conoscere non molto tempo fa a Roma. Da quella chiacchierata, nasce oggi la seguente intervista, a questa donna che utilizza la macchina fotografica come mezzo artistico per mettere in risalto le peculiarità dei suoi soggetti. Ascoltiamola…

Ciao Gabriella, per iniziare potresti brevemente parlarmi della tua formazione artistica?

Ciao Stefano. La prima risposta che mi verrebbe in mente è che per creare non c’è bisogno sempre di studiare, magari si studia per perfezionare una tecnica, ma il dare corpo ai propri Sogni è innato. Si può imparare a fotografare ma non si impara un’inquadratura, si può imparare Photoshop ma non si impara a creare. Comunque, io ho studiato a Parigi. Ho fatto una scuola di Fotografia, Icart Photo, e ho studiato dal 1999 al 2001, anno nel quale mi sono diplomata. È iniziato tutto per caso, perché in realtà mi ero iscritta alla Sorbonne per studiare lingue (logico proseguimento del mio aver fatto la scuola francese), ma mi annoiavo e allora ho iniziato ad andare in giro per la città fotografando. All’epoca fotografavo monumenti, poi è arrivata la mia predilezione odierna per la ritrattistica.
 
Che cosa significa per te fotografare?

Fotografare è tutta la mia vita. Significa esprimermi e potermi esprimere, significa (provare a) tirare fuori ciò che di più nascosto vedo e intravedo nella persona che ho di fronte. Per me fotografare è prima di tutto un esercizio psicologico e confidenziale: parlo molto con i miei soggetti, in modo da metterli a loro agio e da creare una fiducia. La mia massima aspirazione è che si confidino con me attraverso il mio obiettivo fotografico. È questo il mio… obiettivo!

C’è un servizio che hai fatto che ti è rimasto più impresso rispetto agli altri?

27 dicembre, 2015

THE BEST(IA) OF RIVERA! Menestrello di amarezze. Di Paolo Leone


Roma, Sala Uno Teatro (Piazza di Porta San Giovanni 10). Fino al 10 gennaio 2016

Torna in teatro (quel luogo con il quale non si fa un soldo) Andrea Rivera con il suo nuovo spettacolo non spettacolo. Eh si, perché lui ama improvvisare, coinvolgere il pubblico, più o meno reattivo a secondo delle serate o a secondo che ci sia o meno. Il dramma dell’attore (di quasi tutti), che si sbatte a raccontare le sue verità alla sua maniera e che deve  combattere l’impari guerra contro la televisione, dove diventi una star che pochi poi seguono dal vivo. Scherzi a parte (mica tanto), Andrea Rivera, moderno esponente dell’antica arte del cantastorie, con la sua ironia e satira a cui siamo poco abituati, anestetizzati ormai dall’ovvio, dal facile, è in scena alla Sala Uno Teatro di Roma, a due passi dalla Basilica di San Giovanni fino al 10 gennaio 2016. In tempi di allarmismi e allarmati, all’entrata siamo quindi accolti da un improbabile controllore vestito con la mimetica e con una cartuccera a tracolla e dotato di un togli peluchi elettrico che ci scansiona i vestiti e quando si entra uno alla volta nella bella platea, i belati di un gregge di pecore (guarda caso) ci accompagna fino alle poltrone.

“M’accompagno da me”: risate e riflessioni per uno spettacolo imperdibile. Di Flavia Severin


Teatro 7 (Via Benevento 23), Roma. Dal 22 Dicembre al 7 Gennaio 2016

“M’accompagno da me”, che vede come protagonista l’attore Michele La Ginestra, e come regista Roberto Ciufoli, è uno spettacolo comico, ma al contempo pieno di dettagli ricercati e arricchimenti che a volte divertono nel loro sarcasmo, a volte commuovono nella loro estrema sensibilità e profondità.

La scenografia è quella di un carcere, ci sono delle sbarre e quattro detenuti interpretati da Andrea Perrozzi, Gabriele Carbotti, Ludovica Di Donato e Alberta Ciprianiche aiutano a scandirea suon di musica e a passi di danza intervallando gli interventi degli otto personaggi, che incarna Michele La Ginestra, travestendosi ogni volta in modo diverso.

26 dicembre, 2015

Dal grande schermo a teatro: "Harry, Sally ed io", una rivisitazione moderna della commedia americana del 1989. Di Flavia Severin


Teatro Cometa Off, Via Luca della Robbia 47, Roma. Martedì, 22 Dicembre 2015

La giovane regista Vittoria Citerni di Siena si ispira alla commedia romantica americana del 1989 “Harry ti presento Sally”, e ne porta in scena una rivisitazione sia della trama che dei personaggi. Restano però l’amore e i rapporti di coppia e di amicizia uomo-donna come temi principali.

Nora, la regista del film “Harry ti presento Sally” perde il suo potere di burattinaia e diventa lei stessa una giocatrice ritrovandosi in campo quasi inconsapevolmente, mentre i suoi sentimenti vengono messi a dura prova sul palcoscenico. E’infatti a effetto matrioska, con la tecnica del metateatro, cioè del teatro nel teatro,che si aggiungono due personaggi rispetto al film: non più solo Harry e Sally, ma anche la stessa Norae il suo co-autore e aiuto regia Bruno. E’ proprio a causa di quest’ultimo, che la regista è costretta a rivedere e a lavorare con il suo ex, per cui è rimasta decisamente scottata in passato. Si parla di Giorgio Volpe, in arte Gio Fox che dovrà interpretare la parte di Harry.

23 dicembre, 2015

Attraverso le foto di Alessandra Bagnoli, che ritrae i capolavori del nostro Paese, il Corriere dello Spettacolo vi augura Buone Feste!




GENERAZIONE DI PRECARI. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Golden (Via Taranto 33 – Metro A Re di Roma). Dal 22 dicembre al 17 gennaio 2016

La precarietà. Lavorativa, esistenziale, affettiva, colpisce ogni ceto sociale, età o sesso, senza troppe distinzioni. Se è un lavoro sicuro a mancare, non meno danni provoca l’instabilità sentimentale. E se fossero mancanze correlate? Se fosse la passiva accettazione di uno status quo a generare la generale insoddisfazione? Sistema perverso o mancanza di coraggio? Chi può aiutare un giovane, a quali promesse dar credito e, soprattutto, cosa si può fare per cambiare una situazione di stallo come quella in cui i giovani (ma non troppo) si trovano impantanati? A queste domande tenta di dare una risposta, senza trovarla naturalmente, la commedia di Toni Fornari in scena al Teatro Golden, che ripropone sul palco un quartetto che nella stagione passata travolse di entusiasmo il pubblico (e la critica) di via Taranto, con Non c’è due senza te: Claudia Campagnola, Marco Morandi, Carlotta Proietti e Matteo Vacca, con in più la partecipazione di un esilarante Maurizio Di Carmine. Generazione di precari affronta la tematica in questione con toni farseschi, attingendo anche alla tradizione della commedia musicale italiana, confezionando uno spettacolo leggero, confermando la grande armonia tra gli interpreti che tanto aveva colto nel segno l’anno prima. Quattro disperati, senza lavoro, non più giovanissimi, si ritrovano a dover condividere un appartamento e i propri fallimenti.

21 dicembre, 2015

A Trieste si saluta la fine dell’anno con uno spumeggiante “Elisir d’Amore”. Di Paola Pini


Trieste, Teatro Giuseppe Verdi. Dal 18 al 30 dicembre 2015

Solare, pieno di colori, lieve e frizzante. Così può essere definito “L’elisir d’amore” in scena al Teatro Verdi di Trieste da venerdì 18 a mercoledì 30 dicembre. La splendida regia di Fabio Sparvoli e la direzione di RyuichiroSonoda, hanno saputo rendere al meglio le caratteristiche del capolavoro di Donizetti, sempre salutato da un grandissimo successo fin dalla sua prima esecuzioneal Teatro alla Cannobiana di Milano nel  maggio 1832.
Il libretto, scritto da Felice Romani è tratto da quello di Eugène Scribe per “Le philtre” di Daniel Auber, andato a sua volta  in scena a Parigi poco meno di un anno prima: Nemorino è innamorato di Adina, che ama farlo ingelosire al punto di arrivare quasi a sposare Belcore, sergente di guarnigione. Giunge in paese il Dottor Dulcamara, ciarlatano che spaccia per elisir miracoloso quel che in realtà non è altro che Bordeaux.

19 dicembre, 2015

Andrea Mirò e Alberto Patrucco in "DEGNI DI NOTA Tra Gaber e Brassens". Di Daria D.


Tieffe Teatro, Milano. Dal 16 al 23 dicembre 2015 e dal 28 dicembre al 1° gennaio 2016

“Ma la gente non ha simpatia verso chi segue un’altra via”, Brassens.
Queste provocatorie parole, ingigantite su uno schermo, ci accolgono al Teatro Menotti, diretto da Emilio Russo.  Sono nel posto giusto… ho pensato…
E poi sulla scena si “presentano” Giorgio e Georges, e poi Andrea e Alberto, ma anche Andrea e Giorgio, Georges e Alberto, se cambi l’ordine dei fattori il risultato è sempre lo stesso: uno spettacolo incredibilmente piacevole, intelligente, divertente, direi perfetto, dove quattro personalità si incrociano, si mischiano, si fondono, si amano, sembrano una cosa sola. Nessuna prima donna, perché tutte prime donne (mi scusino gli uomini ma si dice così) che si rispettano, si ascoltano, si fanno eco, e che hanno solo una cosa in testa, anzi nella chitarra, nella voce, nelle parole: offrire al pubblico un bello spettacolo. Che tra l’altro, potrebbe essere la soluzione ideale per il vostro Capodanno. Segnatelo in agenda.

17 dicembre, 2015

GIADA SCIORTINO, LA FOTOMODELLA CHE NON SI FERMA MAI. Intervista di Alberto T.




Fotomodella per alcuni dei principali fotografi italiani, testimonial per grandi marchi del commercio nazionale ed internazionale. Nel 2016, protagonista di un calendario che la lancerà ancor più alla conquista del mondo dello spettacolo. E, proprio in queste settimane, volto per la campagna dei saldi invernali di uno dei principali centri commerciali di Bergamo. Giada Sciortino ha fatto di una frase – “chi si ferma è perduto” – la sua filosofia di vita. “E se mi fermo a 22 anni…” sorride lei, che abita fra Milano e Bergamo e proprio nel Nord Italia sta diventando una delle ragazze più “desiderate” dagli obbiettivi. “Ma io resto una ragazza umile, a cui piacciono le cose semplici della vita, che apprezza le piccole cose”, si descrive lei, salvo poi diventare una bomba sexy non appena il set viene allestito. “Sono una testona, tutta colpa del segno del Toro, precisa, pignola e perfezionista”, e sarà forse per questo che il mestiere di fotomodella le calza a pennello. Già, perché per lei scattare è qualcosa di naturale e lavorativo, qualcosa che da passione si è trasformato in molto altro…

Una vita densa di impegni, la tua…

Pubblichiamo due poesie inedite della scrittrice Roberta Attanasio, della quale avevamo già pubblicato il racconto " ‘O core analfabeta". Le poesie in questione sono "Intorno a Il bacio di Francesco Hayez" e "Intenso fu quel meriggio d’Estate"




Intorno a Il bacio di Francesco Hayez

Francesco Hayez, Il Bacio
Nella scura stradina e muta, voci
S’inarcan lungi alle voci e confuse
E muta in eco indistinta il silenzio.
Tremante la fanciulla che le mani
Par tutto a un tempo il filato lasciato
Par che dica: “Rinuncia!”; ma dee, ei va.
Ecco la cappa, ecco il cappel piumato.
La storia chiama e l’uom si fa risposta.
“Io devo, cara, devo, non temer:
È eroe colui che vive di sua Patria.”
“È l’ora, è tardi”, eppur trattiene il passo
Il cuor che palpitante affrena il tempo
E tu ristai parendoti d’eterno
Quel fuggitivo tempo al bacio sciolto.
Il corpo teso, sul gradino il forte
Piè già sta, eppur dai attesa ai forti spirti
Tuoi che spingonti omai cocenti innanzi.



Vincent Van Gogh, Il Riposo dopo il Lavoro
Intenso fu quel meriggio d’Estate

Intenso fu quel meriggio d’Estate.
Non cercavamo parole per dirlo
E ora le taccio esprimendo il sublime.
E quel campo che vide il nostro amore
E sovente il pensiero mio a vagare,
Ora calmo e silente odo; e riposa
Inumidito al guardo della Luna.

“Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte”, l’ultima opera di un poeta sempre alla ricerca della sperimentazione. Intervista di Stefano Duranti Poccetti



Davide Rocco Colacrai è un giovane scrittore, che ha già collezionato molti riconoscimenti e premi letterari. La sua ultima opera è “Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte”, una raccolta di poesie della quale l’autore ci parlerà durante l’intervista…

Ciao Davide, per iniziare potresti parlarmi brevemente della tua formazione letteraria e dei lavori da te già pubblicati?

Ciao Stefano. Dunque, non ho una formazione letteraria in senso tecnico o classico, ma mi sono formato leggendo molto e mettendo in relazione le domande che la pagina scritta mi sottoponeva con il mio essere uomo e con il (mio) vivere quotidiano. Sono fondamentalmente una persona curiosa, e ho sempre ficcanasato al di là dei consigli, delle indicazioni, delle mode, degli studi. Tutto questo probabilmente è possibile ritrovarlo nei miei tre lavori già pubblicati: Frammenti di parole (GDS Edizioni, 2010), SoundtrackS (David and Matthaus, 2014) e Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte (Progetto Cultura Edizioni, 2015).

16 dicembre, 2015

“Sorella con fratello”. Come due mosche in una stanza. Di Paolo Leone


Roma, Teatro dei Conciatori (via dei Conciatori 5 – zona Piramide). Dal 15 al 20 dicembre 2015

La vita che non basta mai. Averla davanti ed essere paralizzati dalla paura di viverla. Una tragedia nel passato che pian piano emerge nel dialogo di Lea e Leo, uniti dal torbido irrisolto delle loro menti. Una relazione familiare sbagliata, ossessiva, che mette in luce angosce e dubbi contemporanei, il desiderio di riuscire a provare ancora meraviglia, una spiritualità alta ed altra, un sentimento sano, sempre che esista. Come due mosche che, pur continuando a sbattere contro la finestra, non mutano comportamento e compiono sempre lo stesso giro, fino allo sfinimento. Colpe taciute, redenzioni, espiazioni, non bastano ad uscire dalla claustralità delle menti dei due fratelli, avvitate l’una sull’altra. Condizione ben rappresentata dall’interpretazione di Alessandra Fallucchi ed Alessandro Averone, due tra i migliori attori nel nostro panorama teatrale, e dalla scena claustrofobica di Maria Alessandra Giuri, apparente studio di registrazione ma invece stanza di un istituto per disagiati psichici.

Gran finale del Premio Giovanni Testori. Di Daria D.


Teatro Franco Parenti, Milano. Domenica 13 dicembre 2015

Domenica 13 dicembre 2015 il Teatro Franco Parenti era più che mai, più che altrove, un’ officina vulcanica dove il fuoco dell’arte, della cultura e delle idee scoppiettava  in ogni sala, compreso il foyer.
Oltre agli spettacoli teatrali in corso: “Il lavoro di vivere” di Hanoch Levin e “Il malato immaginario” di Molière entrambi con la regia di Andrée Ruth Shammah, e “Mephisto” diretto da Luca Micheletti e incentrato sulla carriera di Gustaf Gründgens, le altre sale erano occupate dai vincitori del “Premio Testori. Sodalizi nell’arte”.  Titolo dedicato  alla  natura curiosa, eccentrica, originale, molteplice  di Testori, critico d'arte, drammaturgo, scrittore, sempre pronto ad afferrare l’ispirazione più forte e più innovativa. E di cui ricordiamo sempre  l’incontro fortuito e fortunato con Franco Parenti e Andrée Ruth Shammah. Perché quando menti di tale portata si mettono insieme, non possono che nascere grandi cose. Come questo teatro, come questo premio.

15 dicembre, 2015

"The Bassarids”, intensità nella distorsione. Di Stefano Duranti Poccetti


Teatro dell’Opera, Roma. Giovedì 10 dicembre 2015

Quest’anno Il Teatro dell’Opera ha fatto una scelta coraggiosa, ospitando l’opera “The Bassarids”, scritta tra il 1965 e 1966 dal compositore tedesco Hans Werner Henze. Si tratta di un allestimento che vede la regia di Mario Martone, con la direzione musicale di Stefan Soltesz. L’argomento è ripreso da “Le Baccanti” di Euripide e per la trama dettagliata mi permetto di citare interamente quella proposta dal programma dell’Opera di Roma:


Primo movimento – Dopo l’abdicazione del vecchio re Cadmo a favore di suo nipote Penteo, il coro acclama il nuovo sovrano di Tebe; una voce annuncia allora l’arrivo in Beozia di Dioniso e il coro si prepara ad andare sul Citerone a festeggiarlo.  I protagonisti della tragedia, Penteo escluso, discutono sulla natura divina di Dioniso nato da Zeus e da Semele: Agave ed Autonoe la negano mentre Cadmo è perplesso e Tiresia è propenso ad ammetterla; il capitano della guardia, un bell’uomo attraente per le due donne ma insensibile al loro fascino, legge un decreto di Penteo che proibisce il culto di Dioniso. Arriva allora Penteo che col suo mantello spegne la fiamma che brucia sulla tomba di Semele e ribadisce il suo ordine. Agave ed Autonoe approvano ma quando sentono la voce del dio, se ne vanno verso il monte Citerone.

“La pazza della porta accanto”, il dolore e l’amore di Alda Merini. Di Laura Cavallaro


Teatro Verga, Catania. Dal 9 al 23 dicembre 2015

Dopo il successo ottenuto in giro per l’Italia arriva anche a Catania, la nuova produzione del Teatro Stabile catanese e del Teatro Stabile dell’Umbria, “La pazza della porta accanto”. Il testo che porta la firma di Claudio Fava è un omaggio alla poetessa milanese Alda Merini negli anni più sofferti della sua malattia. Un lungo percorso che ha inizio nel 1965 e si conclude nel 1972. E’ appena trentaseienne Alda, quando il marito in seguito ad una crisi la fa internare presso l’istituto Paolo Pini di Milano. Lo chiamano istituto ma è un manicomio, una prigione per il corpo e per la mente dalla quale Alda tenta di evadere attraverso l’amore.

DO NOT DISTURB – QUANDO L’ALBERGO NON E’ SOLO PER I TURISTI, MA PER GLI SPETTATORI DI TEATRO. Di Francesco Pace


11-12-13 Dicembre 2015. GRAND HOTEL PARKER’S – Corso Vittorio Emanuele, Napoli

Ormai è risaputo da tempo: tutti i teorici, i registi e gli studiosi di Teatro convergono sull’idea che è tempo (in realtà lo è da molto) di portare il “teatro fuori dal teatro”, di non associare immediatamente una rappresentazione teatrale all’edificio nel quale siamo soliti assistere ad una pièce o un dramma. Il Nuovo Teatro Sanità di Piazzetta San Vincenzo, in tal senso, non finisce mai di stupirci: prima, questa estate, ha realizzato su di una terrazza tutte le azioni teatrali in cartellone nella rassegna estiva; ora, nel pieno dell’atmosfera pre-natalizia, il palcoscenico si sposta…in albergo! E’ qui che nasce “Do notdisturb – Christmas Edition”, rappresentato l’11-12-13 Dicembre scorsi. Un albergo di lusso, il Grand Hotel Parker’s del Corso Vittorio Emanuele, che diventa il luogo naturale delle storie che qui vi prendono vita.

“APERITIVO IN CONCERTO” 2015-2016. DOMENICA 13 DICEMBRE 2015 ore 11.00. PRIMA E UNICA DATA ITALIANA. Di Daria D.


“Aperitivo in concerto” si congeda, per questo 2015, dai suoi affezionati spettatori che ogni domenica alle 11 del mattino dal’8 novembre hanno affollato numerosissimi il Teatro Manzoni, presentando uno splendido concerto della cantante Catherine Russell, per la prima volta sulle scene italiane. La vocalist che il Wall Street Journal considera “The best blues and jazz singer going today”. E senza dubbio, in questo “Concerto di Natale” la cantante, nata a New York e diplomatasi all’American Academy of Dramatic Arts, ha dato il meglio di sé, ma essendo un talento naturale, anche se figlia di Luis Russell, leggendario band-leader e a lungo direttore musicale dell’orchestra di Louis Armstrong, e di Carline Ray, contrabbassista e chitarrista, tutto le riesce facile, senza sforzi, smooth and vibrant, per farci compiere un viaggio a ritroso alla ricerca delle origini del jazz.
La Russell esordisce  subito  dichiarando  “It’s a little early to have a party but anytime we can have a party”.

11 dicembre, 2015

Si è conclusa la 18° edizione del Premio David di Michelangelo alla Coreografia e al Talento Artistico. Di Daniela Chessa


Martedì 8 dicembre, al Jolly Midas Hotel di Roma, si è svolta la 18^ Edizione del “Premio David di Michelangelo alla Coreografia e al Talento Artistico”, organizzata dall’O.I.C.S.S. ( Organizzazione Internazionale Cultura Sport e Spettacolo ) in collaborazione con la F.I.D. ( Federazione Italiana Danza ). Il concorso, organizzato ogni anno per celebrare la memoria del grande Maestro e Coreografo Franco Estill, già Direttore Artistico della F.I.D., rappresenta ormai da 18 anni la perfetta fusione fra danza, arte e cultura.
L’O.I.C.S.S. e la F.I.D., lavorano con grande passione da anni per la promozione, la diffusione e l’insegnamento delle arti coreutiche, per questo il prestigioso Premio David di Michelangelo, da sempre organizzato in ambienti raffinati ed eleganti, rappresenta una grande occasione per tutti i coreografi che vogliono mettersi alla prova, e per i giovani ballerini che hanno la grande responsabilità ed opportunità di trasformare le coreografie in vere opere d’arte. Il Gran Galà è iniziato con la presentazione dei coreografi finalisti provenienti dalle varie scuole di danza nazionali.

LE BOMBE SONO TUTTE BUTTANE. Sorrisi e brividi. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Kopo (Via Vestricio Spurinna 47/49 – Metro A Numidio Quadrato). Dal 10 al 13 dicembre 2015

Titolo quanto mai significativo quello del nuovo spettacolo in cartellone al Kopo ed estremamente riferibile all’attualità. Ma il testo di Giuseppe Arnone prende spunto da fatti di sangue accaduti in un preciso momento storico, quel tremendo 1978 quando la mafia uccise Peppino Impastato, attivista, giornalista e poeta, una personalità da azzittire. Un’Italia preda della paura, di vecchie e nuove guerriglie armate.

Il virgolettato. l'Artista Antonio Matragrano spiega come un'Opera d'Arte possa diventare un'amica per combattere la solitudine


“……………”



“Quando sono venuto a conoscenza della storia di Aron, unico bambino tra i settanta abitanti dell’isola scozzese di Skerries, ho pensato che avrei potuto fare qualcosa di speciale per lui e, visto che per Natale il Web si è mobilitato e pioveranno su di lui migliaia di auguri, ho ritenuto opportuno rivolgere il mio pensiero per Aron il giorno dell'Epifania, donandogli una mia opera d'arte concepita per far sì che lui non si senta solo. Aron dovrebbe immaginare la sua isola Skerries in una Bikini Bottom e un  nuovo amico,  SpongeBob SquarePants, che, in quanto spugna, riesce ad assorbire la tristezza di Aron nel trovarsi solo e quindi dovrebbe riuscire a farlo sorridere. Infatti  l'opera dovrebbe essere per il bambino come il riflesso del suo sorriso. Aron non sarà più solo, ho creato per lui uno specchio magico per combattere la sua solitudine”.

09 dicembre, 2015

“Il lavoro di vivere” di Hanoch Levin. Recensione di Daria D.


Teatro Franco Parenti, Milano. Dal 27 novembre al 13 dicembre 2015

“E vissero infelici e scontenti per trenta e più anni, finché venne la morte a dividerli definitivamente”
Basterebbero queste parole per definire il testo del drammaturgo israeliano Hanoch Levin, uno sguardo spietato e reale sull’istituzione del matrimonio, sui rapporti di coppia, sulla vita, quando sta per finire, ma in realtà finita da tempo, forse già dopo la prima notte.
Yona e Leviva sono lo specchio di tutti i matrimoni, anche quelli che apparentemente appaiono i più felici, ricettacoli di menzogne, ipocrisie, un gioco dove nessuno si diverte più e dove le parole “noia”, “soffocamento”, “mancanza di desiderio”, “odio”, “insofferenza”, “paura”, “nausea” sono proiettili che feriscono violentemente, irrimediabilmente, rimbalzando tra le pareti di una stanza dove il letto è solo un giaciglio per corpi avvizziti che non si toccano più da anni, che a stento si sopportano, e che stanno insieme soltanto per paura. La paura di morire soli.

07 dicembre, 2015

#Realiti: 6 concorrenti decisi ad arrivare fino alla fine. Chi vincerà? Quale sarà il premio in palio? Di Flavia Severin


Roma, Teatro Cometa Off (Via Luca della Robbia, 47). Venerdì 4 dicembre 2015

Foto Fabrizio Giansante
Abbiamo visto tanti Reality Showin questi anni a partire dal più ipnotizzante Grande Fratello, che ha contaminato l’Italia dal 2000. La vera novità è stata, però, solo la prima edizione. In seguito abbiamo visto e rivisto sempre gli stessi cliché di persone disposte a tutto per un attimo di celebrità.

Nello spettacolo #Realiti, in scena al Teatro Cometa off di Roma fino al 13 Dicembre, gli autori e per la loro prima volta anche registi, Alessia Amendola e Michele Botrugno, prendono spunto dai media e dalle notizie che spopolano il web, per creare i6 personaggi, concorrenti dello Show.

05 dicembre, 2015

Expo 2015. Ciò che pensiamo, ciò che abbiamo visto. Introduzione di Viola Banaj, con commenti ai Padiglioni di Daria D., Elisabetta Poccetti, Stefano Duranti Poccetti, Flavia Severin e Luca Scalfi


Esistono svariati modi nel concepire un'Esposizione, soprattutto se essa accoglie all'interno 141 padiglioni com'è stato nel caso dell'Expo 2015 a Milano, che, dal 1 maggio fino al 30 ottobre, si è trasformata in un grande evento internazionale, dove centinaia di culture si sono incontrate sul tema del cibo e della nutrizione.
L'idea era quella di unire in un'area espositiva di 1,1milioni m/q tutti i Paesi aderenti, seguendo le direttive del Bureau Internationale des Expositions, al fine di offrire un evento dove le eccellenze culinarie dei vari Paesi potessero incontrarsi per mostrare le loro tradizioni agroalimentari e la loro evoluzione attraverso l'innovazione.
Partecipare all'Expo è stato come fare parte di una nuova architettura mobile dove l'efficienza dell'energia si incontrava con la sostenibilità della costruzione e della decostruzione. Di fatto tutti i padiglioni erano smontabili e riutilizzabili.

“MAMMA MIA!” e l’ABBA mania. Di Chiara Pedretti



Torna in scena a Milano, al Teatro degli Arcimboldi, il musical “Mamma Mia!” in versione originale, con una compagnia inglese da West End di Londra. Un’altra compagnia britannica l’aveva presentato sempre qui nel 2009.

Il musical ha debuttato nel 1999 sui più famosi successi degli ABBA, il gruppo svedese che balzò alla ribalta negli anni ’70; ambientato su un’isoletta greca, racconta la storia di una figlia che, alla vigilia del suo matrimonio, decide di scoprire l’identità del padre, che la madre le ha sempre tenuto nascosta. In realtà, il motivo di questo silenzio è che nemmeno Donna, la madre appunto, sa chi sia il vero padre di sua figlia, essendoci tre possibili “candidati” al ruolo. La sposa, trovato un vecchio diario della madre risalente all’estate di 21 anni prima, quando rimase incinta, scopre l’esistenza di tre diversi uomini che, a distanza di pochi giorni, sono entrati nella vita di Donna e, senza dire nulla alla madre, invita tutti e tre al matrimonio.

Simona Mancini. Attrice per vocazione, non per scelta. Intervista di Stefano Duranti Poccetti


Ho incontrato l’attrice Simona Mancini a Cinecittà, appena tornata da un provino. Mi ha parlato di sé, della sua formazione, della sua carriera e dei suoi progetti futuri. Ascoltiamola.

Simona, puoi parlarmi un po’ di come è nato il tuo amore per l’Arte attoriale e della tua formazione?

Nasco attrice e non dico a caso “nasco”, perché per me attori si nasce, non si diventa. Sono stata educata ad andare a teatro e al cinema fin da piccola, grazie a mio padre, persona molto colta. Pensa che già da piccola, quando andavo a Teatro, gli dicevo: “Papà, non voglio stare dalla parte dello spettatore, voglio stare sul palcoscenico”. Fin da piccola insomma avevo le idee chiare, tanto è vero che quando leggevo mi capitava spesso di declamare e mi facevo addirittura le interviste da sola, come se fossi una diva!  
A 18 anni poi mi sono diplomata e avevo intenzione d’iniziare seriamente il percorso di attrice. Fui messa davanti a una scelta: “O studi o lavori.” e io decisi, grazie al mio carattere ribelle, che come lavoro volevo fare l’attrice, nonostante le difficoltà, visto che in Italia ancora si fa fatica a considerare un attore in quanto lavoratore. Così ho iniziato a studiare con vari Maestri e uno di questi, Ruffini, a cui dissi: “Io non voglio fare l’attrice, io sono un’attrice!”, mi rispose che io potevo essere la nuova Eleonora Duse.

Così, dopo la formazione, inizia la tua carriera…

04 dicembre, 2015

PAROLE PAROLE PAROLE: dagli occhi al cuore per innamorarsi. Di Flavia Severin


Teatro 7, Roma. Martedì 1 dicembre 2015

Laura è una ragazza che lavora per una società di sistemi di sicurezza in una Banca. Il suo volto, visibile a chi entra tramite una telecamera, dovrebbe tener a bada gli eventuali malintenzionati. La protagonista ha però, una passione per le lingue e i dialetti,e si sente insoddisfatta e triste, totalmente sprecata, proprio perché quotidianamente non può nemmeno parlare a causa del suo lavoro.

03 dicembre, 2015

“UTOPIA”, collusione fra stato e criminalità organizzata; questa la tematica trattata nello short-movie scritto e diretto da Emanuele Ajello, prodotto dall’APS Nova Era. Intervista di Daniela Bruni


Buongiorno lettori,
Oggi mi trovo in compagnia del giovane regista e sceneggiatore Emanuele Ajello. 
Ciao Emanuele, in seguito al tuo esordio da regista e autore, avvenuto a fine 2014 con “Gioventù Sballata”, docu-film con Lando Buzzanca, Giulio Base ed Elena Russo riguardante la preoccupante tematica dell’abuso di droghe fra i giovani, oggi con “Utopia” (short-movie corale in stato di produzione, in parte finanziato dal Nuovo Imaie, con Antonella Salvucci, Eleonora Siro, Tommaso Arnaldi, Carlo Cutolo, Davis tagliaferro e molti altri) denunci una delle piaghe più gravi del nostro Paese, la corruzione fra stato e criminalità organizzata. Entrambi i progetti sono prodotti e divulgati dall’APS Nova Era. Emanuele ,raccontaci la trama di Utopia.

Buongiorno Daniela,
Il protagonista della storia è “Il Texano”, un noto sicario del napoletano, che collabora con la malavita da quando era un adolescente. Ora è uno dei più fidati sicari, incaricato di ristabilire l’ordine e la giustizia nel contesto camorrista dominato dai boss - è temuto e rispettato.

“VIAGGIO A TOKYO”: IL GIAPPONE DEGLI ANNI ’50 TRA TRADIZIONE E MODERNITA’ NELLA VISIONE DI OZU. Di Francesco Vignaroli


Cinema Nuovo Pendola, Siena. Lunedì 30 novembre 2015

Yasujiro Ozu (1903-1963) è stato, al pari di Akira Kurosawa e Kenji Mizoguchi, una delle figure-chiave per la rinascita del cinema giapponese nel secondo dopoguerra e per la successiva affermazione della “scuola nipponica” su scala mondiale. Stiamo parlando di uno dei più importanti registi di tutti i tempi, un vero e proprio gigante del cinema, capace di lasciare un segno indelebile nel mondo della settima arte grazie ad uno stile unico e inconfondibile, e grazie, soprattutto, a una serie di grandi film da riscoprire e ricordare. Assai opportuna, quindi, e irrinunciabile per tutti i cinefili all’ascolto, la rassegna “Ozu Yasujiro- I sei capolavori restaurati” organizzata da Tucker Film, che prevede la riproposizione al cinema di sei opere fondamentali del Maestro, tutte restaurate digitalmente e presentate in versione originale con sottotitoli; al progetto hanno aderito vari cinema d’essai in tutta Italia (per informazioni www.ozutuckerfilm.com), tra cui il suggestivo e caratteristico Nuovo Pendola di Siena. Un’occasione davvero unica per conoscere nel modo più opportuno (cioè attraverso il grande schermo) l’opera –da noi, purtroppo, poco conosciuta- del grande Ozu.

Chiara Stoppa racconta con ironia la sua esperienza con la malattia. Di Sara Bonci


Un’attrice è alle prese con le prove e la tournée teatrale in Sicilia, finché non si rende conto che la sua stanchezza cronica deriva da qualcosa di più grave, scopre di avere un tumore e inevitabilmente la sua quotidianità si trasforma, inizia a viverla come fosse rinchiusa dentro una campana di vetro. Questa è, in sintesi, la vicenda che ha portato alla creazione di “Il ritratto della salute”, un monologo autobiografico che ripercorre le tappe della storia di malata e curata di Chiara Stoppa: l’inaspettata scoperta del linfoma di Hodgkin all’età di ventisei anni, la chemioterapia ossia “i mesi del buio e della luce”, le cure inefficaci, il primo crollo emotivo e la paura di non farcela, la psicoterapia, fino ad arrivare alla completa guarigione. Scritto a quattro mani dall’attrice friulana insieme a Mattia Fabris, suo amico e collega dell’ATIR Teatro Ringhiera di Milano che ha curato anche la regia, lo spettacolo è frutto di un’urgenza intrinseca di cui il teatro dovrebbe sempre nutrirsi.

02 dicembre, 2015

SANREMO STORY. Il Festival più divertente è al Golden. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Golden (via Taranto 36 – Metro A Re di Roma). Fino al 20 dicembre 2015

L’accogliente Teatro Golden di Via Taranto si trasforma nel palco dello storico Ariston di Sanremo fino al 20 dicembre, grazie al nuovo spettacolo degli strepitosi Favete Linguis, ormai una sicurezza quando si parla di show musicali all’insegna del sorriso. Emanuela e Stefano Fresi, con Toni Fornari, fanno di ogni loro serata un’occasione imperdibile per divertirsi ascoltando buona musica. E grandi voci, soprattutto, grazie alla loro maestrìa nel canto armonizzato, che offre quel tocco vintage alle loro esibizioni, quantomai apprezzato come in questo caso. I Favete Linguis ci portano per mano a spasso nel tempo del Festival più importante d’Italia, dalle origini fino ai nostri giorni, con la leggerezza delle parodie, delle gags esilaranti, anche delle imitazioni, e di tante canzoni, tantissime, che in un’ora e trenta di spettacolo riescono nell’impresa di farci sentire spensierati, finalmente leggeri (direbbe Italo Calvino: non come piuma ma come volo di uccello) e indurre al sorriso in tempi come questi che stiamo vivendo, certamente non sereni.

"Il Marchese del Grillo" al Teatro Sistina di Roma


Foto Iwan Palombi
Arriva per la prima volta a Teatro la Commedia Musicale tratta dalla sceneggiatura del film di Mario Monicelli, diventato ormai un vero e proprio “cult”.
Questa amatissima pellicola del 1981, prendendo ispirazione da una figura storica realmente esistita, racconta la Roma papalina di inizio ‘800 attraverso la sottile ironia, il sarcasmo e il divertimento del Marchese Onofrio del Grillo, e consegna un grande Alberto Sordi e il film stesso alla Storia della comicità di tutti i tempi.
In questa “prima” versione teatrale musicale, un altro grande protagonista della Scena italiana è chiamato a prestare tutta la propria verve e il proprio carisma al personaggio del Marchese Onofrio del Grillo, segnando un’altra importante pagina della Storia della Commedia Musicale italiana: il mattatore Enrico Montesano.