Il nuovo pianismo
italiano esiste ed è promettente, come si evince dal disco della Deutsche Grammophon uscito di recente e
di cui mi accingo a parlare. Prende il nome di “Après une lécture de Liszt” (che recupera il titolo lisztiano della
composizione “Après une lécture de Dante”,
presente nella raccolta) e il pianista è il calabrese Giuseppe Albanese, che si
muove a suo agio su un repertorio assai complesso e variegato, qual è appunto
quello presentato. I brani sono otto e si parte dall’onomatopeico “Au Bord d’une source”, dove il
compositore delinea con limpidezza e con dolce tenerezza evocativa, a volte con
temi giocosi, la sua sensazione di stare nei pressi di una fonte. È per questo
che la musica pare proprio così “acquatica”, nitida fino allo splendore.
31 dicembre, 2015
29 dicembre, 2015
“Euritmie”. Roberta Attanasio e Salvatore Di Marzo firmano una silloge che dalla simmetria del mondo classico ci conduce direttamente all’asimmetria di quello contemporaneo. Di Stefano Duranti Poccetti
Già dal titolo non si
nasconde l’intento degli autori Roberta Attanasio e Salvatore Di Marzo di
creare qualcosa dal “bel” ritmo e quella particella “eu”, certo, ci fa pensare
subito a una silloge contraddistinta dall’armonia. I due poeti rendono evidente
fin dalla premessa di voler dare luogo a un “accostamento di parole, la vicinanza di suoni che esse producono,
vicinanza non esclusivamente fonica o grafica, ma mentale, vicinanza per
analogie, per evocazione di immagini poetiche nel lettore”.
“RAPUNZEL”, LA FAVOLA ARRIVA A MILANO. Di Chiara Pedretti
Dopo il debutto a
Roma all’inizio di dicembre, arriva a Milano, al Teatro degli Arcimboldi, il
musical italiano Rapunzel, tratto
dalla celebre fiaba dei fratelli Grimm ma ancora di più dal cartone animato
della Disney.
La
principessa Gothel è l’erede al trono ma, a causa della sua salute cagionevole,
comincia a vivere nell’ombra della sorella minore Gretel che, bella e sana,
viene scelta come nuova regina. Gothel, sentendosi rifiutata, si chiude in sé
stessa e, ossessionata dalla bellezza e dalla giovinezza, si dedica perciò alla
stregoneria ed allo studio delle erbe officinali: scopre così un particolare fiore,
il raperonzolo, dai poteri straordinari. La Regina Gretel però non riesce ad
avere figli ed il Re chiede, ad insaputa della moglie, aiuto alla sorella, che
prepara così un filtro con il fiore, in cambio della promessa che il bambino sarebbe
stato allevato da lei stessa.
CENERENTOLA 2015 : PRINCIPESSA PER UNA NOTTE
Mercoledì 30 Dicembre alle ore 19.00, presso il Palazzo
Palumbo di Giugliano (ingresso gratuito), si terrà l'evento "Cenerentola 2015:
Principessa per una notte", organizzato da Young Fashion Agency di Nacy D'Anna e Gaetano Agliata,
con la direzione artistica di Andrea Axel Nobile e la progettazione culturale di Domenico Ciccarelli.
L'evento sarà
condotto da Paola Mercurio, e ospiti della serata saranno: il Cantante Bruno
Cuomo, la cantante Giada Penna e l'attrice Daniela De Vita.
Una serata dedicata
alla bellezza femminile, ma anche al rilancio dei nuovi e vincenti brand del
territorio campano. A sfilare sulla passerella del Palazzo Palumbo di Giugliano
gioielli e accessori "Luna Caprese" e le spose di "Le Réve". La vincitrice avrà in premio una preziosa collana,
donata dalle gioiellerie Pennacchio, inoltre un book fotografico offerto dalla Young
Faschion Agency.
Media Partner
dell'evento è Tele club Italia e Secret Style Magazine.
28 dicembre, 2015
“Gabriella Deodato”. Come scavare all’interno dell’anima attraverso la fotografia. Intervista di Stefano Duranti Poccetti

Ciao
Gabriella, per iniziare potresti brevemente parlarmi della tua formazione
artistica?
Ciao Stefano. La
prima risposta che mi verrebbe in mente è che per creare non c’è bisogno sempre
di studiare, magari si studia per perfezionare una tecnica, ma il dare corpo ai
propri Sogni è innato. Si può imparare a fotografare ma non si impara un’inquadratura,
si può imparare Photoshop ma non si impara a creare. Comunque, io ho studiato a
Parigi. Ho fatto una scuola di Fotografia, Icart Photo, e ho studiato dal 1999
al 2001, anno nel quale mi sono diplomata. È iniziato tutto per caso, perché in
realtà mi ero iscritta alla Sorbonne per studiare lingue (logico proseguimento
del mio aver fatto la scuola francese), ma mi annoiavo e allora ho iniziato ad
andare in giro per la città fotografando. All’epoca fotografavo monumenti, poi
è arrivata la mia predilezione odierna per la ritrattistica.
Che
cosa significa per te fotografare?
Fotografare è tutta
la mia vita. Significa esprimermi e potermi esprimere, significa (provare a)
tirare fuori ciò che di più nascosto vedo e intravedo nella persona che ho di
fronte. Per me fotografare è prima di tutto un esercizio psicologico e
confidenziale: parlo molto con i miei soggetti, in modo da metterli a loro agio
e da creare una fiducia. La mia massima aspirazione è che si confidino con me
attraverso il mio obiettivo fotografico. È questo il mio… obiettivo!
C’è
un servizio che hai fatto che ti è rimasto più impresso rispetto agli altri?
27 dicembre, 2015
THE BEST(IA) OF RIVERA! Menestrello di amarezze. Di Paolo Leone
Roma, Sala Uno Teatro
(Piazza di Porta San Giovanni 10). Fino al 10 gennaio 2016
Torna in teatro (quel
luogo con il quale non si fa un soldo) Andrea Rivera con il suo nuovo
spettacolo non spettacolo. Eh si, perché lui ama improvvisare, coinvolgere il
pubblico, più o meno reattivo a secondo delle serate o a secondo che ci sia o
meno. Il dramma dell’attore (di quasi tutti), che si sbatte a raccontare le sue
verità alla sua maniera e che deve
combattere l’impari guerra contro la televisione, dove diventi una star
che pochi poi seguono dal vivo. Scherzi a parte (mica tanto), Andrea Rivera,
moderno esponente dell’antica arte del cantastorie, con la sua ironia e satira
a cui siamo poco abituati, anestetizzati ormai dall’ovvio, dal facile, è in
scena alla Sala Uno Teatro di Roma, a due passi dalla Basilica di San Giovanni
fino al 10 gennaio 2016. In tempi di allarmismi e allarmati, all’entrata siamo
quindi accolti da un improbabile controllore vestito con la mimetica e con una
cartuccera a tracolla e dotato di un togli peluchi elettrico che ci scansiona i
vestiti e quando si entra uno alla volta nella bella platea, i belati di un
gregge di pecore (guarda caso) ci accompagna fino alle poltrone.
“M’accompagno da me”: risate e riflessioni per uno spettacolo imperdibile. Di Flavia Severin
Teatro 7 (Via Benevento
23), Roma. Dal 22 Dicembre al 7 Gennaio 2016
“M’accompagno da me”, che vede come protagonista l’attore
Michele La Ginestra, e come regista Roberto Ciufoli, è uno spettacolo comico,
ma al contempo pieno di dettagli ricercati e arricchimenti che a volte divertono
nel loro sarcasmo, a volte commuovono nella loro estrema sensibilità e
profondità.
La scenografia è quella di un carcere, ci sono delle
sbarre e quattro detenuti interpretati da Andrea Perrozzi, Gabriele Carbotti,
Ludovica Di Donato e Alberta Ciprianiche aiutano a scandirea suon di
musica e a passi di danza intervallando gli interventi degli otto personaggi,
che incarna Michele La Ginestra, travestendosi ogni volta in modo diverso.
26 dicembre, 2015
Dal grande schermo a teatro: "Harry, Sally ed io", una rivisitazione moderna della commedia americana del 1989. Di Flavia Severin
Teatro
Cometa Off, Via Luca della Robbia 47, Roma. Martedì, 22 Dicembre 2015


23 dicembre, 2015
GENERAZIONE DI PRECARI. Di Paolo Leone
Roma,
Teatro Golden (Via Taranto 33 – Metro A Re di Roma). Dal 22 dicembre al 17
gennaio 2016
La precarietà. Lavorativa,
esistenziale, affettiva, colpisce ogni ceto sociale, età o sesso, senza troppe
distinzioni. Se è un lavoro sicuro a mancare, non meno danni provoca
l’instabilità sentimentale. E se fossero mancanze correlate? Se fosse la
passiva accettazione di uno status quo a generare la generale insoddisfazione?
Sistema perverso o mancanza di coraggio? Chi può aiutare un giovane, a quali
promesse dar credito e, soprattutto, cosa si può fare per cambiare una
situazione di stallo come quella in cui i giovani (ma non troppo) si trovano
impantanati? A queste domande tenta di dare una risposta, senza trovarla
naturalmente, la commedia di Toni Fornari in scena al Teatro Golden, che
ripropone sul palco un quartetto che nella stagione passata travolse di
entusiasmo il pubblico (e la critica) di via Taranto, con Non c’è due senza te: Claudia Campagnola, Marco Morandi, Carlotta
Proietti e Matteo Vacca, con in più la partecipazione di un esilarante Maurizio
Di Carmine. Generazione di precari
affronta la tematica in questione con toni farseschi, attingendo anche alla
tradizione della commedia musicale italiana, confezionando uno spettacolo
leggero, confermando la grande armonia tra gli interpreti che tanto aveva
colto nel segno l’anno prima. Quattro disperati, senza lavoro, non più
giovanissimi, si ritrovano a dover condividere un appartamento e i propri
fallimenti.
21 dicembre, 2015
A Trieste si saluta la fine dell’anno con uno spumeggiante “Elisir d’Amore”. Di Paola Pini

Il libretto, scritto da Felice Romani è
tratto da quello di Eugène Scribe per “Le philtre” di Daniel Auber, andato a
sua volta in scena a Parigi poco meno di
un anno prima: Nemorino è innamorato di Adina, che ama farlo ingelosire al
punto di arrivare quasi a sposare Belcore, sergente di guarnigione. Giunge in
paese il Dottor Dulcamara, ciarlatano che spaccia per elisir miracoloso quel
che in realtà non è altro che Bordeaux.
19 dicembre, 2015
Andrea Mirò e Alberto Patrucco in "DEGNI DI NOTA Tra Gaber e Brassens". Di Daria D.
Tieffe
Teatro, Milano. Dal 16 al 23 dicembre 2015 e dal 28 dicembre al 1° gennaio 2016
“Ma la gente non ha
simpatia verso chi segue un’altra via”, Brassens.
Queste provocatorie
parole, ingigantite su uno schermo, ci accolgono al Teatro Menotti, diretto da
Emilio Russo. Sono nel posto giusto… ho
pensato…
E poi sulla scena si
“presentano” Giorgio e Georges, e poi Andrea e Alberto, ma anche Andrea e
Giorgio, Georges e Alberto, se cambi l’ordine dei fattori il risultato è sempre
lo stesso: uno spettacolo incredibilmente piacevole, intelligente, divertente,
direi perfetto, dove quattro personalità si incrociano, si mischiano, si
fondono, si amano, sembrano una cosa sola. Nessuna prima donna, perché tutte
prime donne (mi scusino gli uomini ma si dice così) che si rispettano, si
ascoltano, si fanno eco, e che hanno solo una cosa in testa, anzi nella
chitarra, nella voce, nelle parole: offrire al pubblico un bello spettacolo.
Che tra l’altro, potrebbe essere la soluzione ideale per il vostro Capodanno.
Segnatelo in agenda.
17 dicembre, 2015
GIADA SCIORTINO, LA FOTOMODELLA CHE NON SI FERMA MAI. Intervista di Alberto T.
Fotomodella
per alcuni dei principali fotografi italiani, testimonial per grandi marchi del
commercio nazionale ed internazionale. Nel 2016, protagonista di un calendario
che la lancerà ancor più alla conquista del mondo dello spettacolo. E, proprio
in queste settimane, volto per la campagna dei saldi invernali di uno dei
principali centri commerciali di Bergamo. Giada Sciortino ha fatto di una frase
– “chi si ferma è perduto” – la sua filosofia di vita. “E se mi fermo a 22
anni…” sorride lei, che abita fra Milano e Bergamo e proprio nel Nord Italia
sta diventando una delle ragazze più “desiderate” dagli obbiettivi. “Ma io
resto una ragazza umile, a cui piacciono le cose semplici della vita, che
apprezza le piccole cose”, si descrive lei, salvo poi diventare una bomba sexy
non appena il set viene allestito. “Sono una testona, tutta colpa del segno del
Toro, precisa, pignola e perfezionista”, e sarà forse per questo che il
mestiere di fotomodella le calza a pennello. Già, perché per lei scattare è
qualcosa di naturale e lavorativo, qualcosa che da passione si è trasformato in
molto altro…
Una
vita densa di impegni, la tua…
Pubblichiamo due poesie inedite della scrittrice Roberta Attanasio, della quale avevamo già pubblicato il racconto " ‘O core analfabeta". Le poesie in questione sono "Intorno a Il bacio di Francesco Hayez" e "Intenso fu quel meriggio d’Estate"
Intorno
a Il bacio di Francesco Hayez
![]() |
Francesco Hayez, Il Bacio |
Nella scura stradina
e muta, voci
S’inarcan lungi alle
voci e confuse
E muta in eco
indistinta il silenzio.
Tremante la fanciulla
che le mani
Par tutto a un tempo
il filato lasciato
Par che dica:
“Rinuncia!”; ma dee, ei va.
Ecco la cappa, ecco
il cappel piumato.
La storia chiama e
l’uom si fa risposta.
“Io devo, cara, devo,
non temer:
È eroe colui che vive
di sua Patria.”
“È l’ora, è tardi”,
eppur trattiene il passo
Il cuor che
palpitante affrena il tempo
E tu ristai parendoti
d’eterno
Quel fuggitivo tempo
al bacio sciolto.
Il corpo teso, sul
gradino il forte
Piè già sta, eppur
dai attesa ai forti spirti
Tuoi che spingonti
omai cocenti innanzi.
![]() |
Vincent Van Gogh, Il Riposo dopo il Lavoro |
Intenso
fu quel meriggio d’Estate
Intenso fu quel
meriggio d’Estate.
Non cercavamo parole
per dirlo
E ora le taccio
esprimendo il sublime.
E quel campo che vide
il nostro amore
E sovente il pensiero
mio a vagare,
Ora calmo e silente
odo; e riposa
Inumidito al guardo
della Luna.
“Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte”, l’ultima opera di un poeta sempre alla ricerca della sperimentazione. Intervista di Stefano Duranti Poccetti
Davide
Rocco Colacrai è un giovane scrittore, che ha già collezionato molti
riconoscimenti e premi letterari. La sua ultima opera è “Le trentatré versioni
di un’ape di mezzanotte”, una raccolta di poesie della quale l’autore ci
parlerà durante l’intervista…
Ciao
Davide, per iniziare potresti parlarmi brevemente della tua formazione
letteraria e dei lavori da te già pubblicati?
Ciao Stefano. Dunque,
non ho una formazione letteraria in senso tecnico o classico, ma mi sono
formato leggendo molto e mettendo in relazione le domande che la pagina scritta
mi sottoponeva con il mio essere uomo e con il (mio) vivere quotidiano. Sono
fondamentalmente una persona curiosa, e ho sempre ficcanasato al di là dei
consigli, delle indicazioni, delle mode, degli studi. Tutto questo
probabilmente è possibile ritrovarlo nei miei tre lavori già pubblicati:
Frammenti di parole (GDS Edizioni, 2010), SoundtrackS (David and Matthaus,
2014) e Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte (Progetto Cultura
Edizioni, 2015).
16 dicembre, 2015
“Sorella con fratello”. Come due mosche in una stanza. Di Paolo Leone
Roma,
Teatro dei Conciatori (via dei Conciatori 5 – zona Piramide). Dal 15 al 20
dicembre 2015
La vita che non basta mai. Averla davanti ed
essere paralizzati dalla paura di viverla. Una tragedia nel passato che pian
piano emerge nel dialogo di Lea e Leo, uniti dal torbido irrisolto delle loro menti.
Una relazione familiare sbagliata, ossessiva, che mette in luce angosce e dubbi
contemporanei, il desiderio di riuscire a provare ancora meraviglia, una spiritualità
alta ed altra, un sentimento sano, sempre che esista. Come due mosche che, pur
continuando a sbattere contro la finestra, non mutano comportamento e compiono
sempre lo stesso giro, fino allo sfinimento. Colpe taciute, redenzioni,
espiazioni, non bastano ad uscire dalla claustralità delle menti dei due
fratelli, avvitate l’una sull’altra. Condizione ben rappresentata
dall’interpretazione di Alessandra Fallucchi ed Alessandro Averone, due tra i
migliori attori nel nostro panorama teatrale, e dalla scena claustrofobica di
Maria Alessandra Giuri, apparente studio di registrazione ma invece stanza di
un istituto per disagiati psichici.
Gran finale del Premio Giovanni Testori. Di Daria D.
Teatro Franco Parenti, Milano.
Domenica 13 dicembre 2015
Domenica 13 dicembre
2015 il Teatro Franco Parenti era più che mai, più che altrove, un’ officina
vulcanica dove il fuoco dell’arte, della cultura e delle idee scoppiettava in ogni sala, compreso il foyer.
Oltre agli spettacoli teatrali in corso: “Il
lavoro di vivere” di Hanoch Levin e “Il malato immaginario” di Molière entrambi
con la regia di Andrée Ruth Shammah, e “Mephisto” diretto da Luca Micheletti e
incentrato sulla carriera di Gustaf Gründgens, le altre sale erano occupate dai
vincitori del “Premio Testori. Sodalizi nell’arte”. Titolo dedicato alla
natura curiosa, eccentrica, originale, molteplice di Testori, critico d'arte, drammaturgo,
scrittore, sempre pronto ad afferrare l’ispirazione più forte e più innovativa.
E di cui ricordiamo sempre l’incontro
fortuito e fortunato con Franco Parenti e Andrée Ruth Shammah. Perché quando
menti di tale portata si mettono insieme, non possono che nascere grandi cose.
Come questo teatro, come questo premio.
15 dicembre, 2015
"The Bassarids”, intensità nella distorsione. Di Stefano Duranti Poccetti
Teatro dell’Opera, Roma.
Giovedì 10 dicembre 2015
Quest’anno Il Teatro
dell’Opera ha fatto una scelta coraggiosa, ospitando l’opera “The Bassarids”,
scritta tra il 1965 e 1966 dal compositore tedesco Hans Werner Henze. Si tratta
di un allestimento che vede la regia di Mario Martone, con la direzione
musicale di Stefan Soltesz. L’argomento è ripreso da “Le Baccanti” di Euripide
e per la trama dettagliata mi permetto di citare interamente quella proposta
dal programma dell’Opera di Roma:
Primo
movimento – Dopo l’abdicazione del vecchio re Cadmo a favore di suo nipote
Penteo, il coro acclama il nuovo sovrano di Tebe; una voce annuncia allora
l’arrivo in Beozia di Dioniso e il coro si prepara ad andare sul Citerone a
festeggiarlo. I protagonisti della
tragedia, Penteo escluso, discutono sulla natura divina di Dioniso nato da Zeus
e da Semele: Agave ed Autonoe la negano mentre Cadmo è perplesso e Tiresia è
propenso ad ammetterla; il capitano della guardia, un bell’uomo attraente per
le due donne ma insensibile al loro fascino, legge un decreto di Penteo che
proibisce il culto di Dioniso. Arriva allora Penteo che col suo mantello spegne
la fiamma che brucia sulla tomba di Semele e ribadisce il suo ordine. Agave ed
Autonoe approvano ma quando sentono la voce del dio, se ne vanno verso il monte
Citerone.
“La pazza della porta accanto”, il dolore e l’amore di Alda Merini. Di Laura Cavallaro
Teatro Verga, Catania. Dal 9
al 23 dicembre 2015

DO NOT DISTURB – QUANDO L’ALBERGO NON E’ SOLO PER I TURISTI, MA PER GLI SPETTATORI DI TEATRO. Di Francesco Pace
11-12-13 Dicembre 2015. GRAND
HOTEL PARKER’S – Corso Vittorio Emanuele, Napoli
Ormai è risaputo da
tempo: tutti i teorici, i registi e gli studiosi di Teatro convergono sull’idea
che è tempo (in realtà lo è da molto) di portare il “teatro fuori dal teatro”,
di non associare immediatamente una rappresentazione teatrale all’edificio nel
quale siamo soliti assistere ad una pièce o un dramma. Il Nuovo Teatro Sanità
di Piazzetta San Vincenzo, in tal senso, non finisce mai di stupirci: prima,
questa estate, ha realizzato su di una terrazza tutte le azioni teatrali in
cartellone nella rassegna estiva; ora, nel pieno dell’atmosfera pre-natalizia,
il palcoscenico si sposta…in albergo! E’ qui che nasce “Do notdisturb –
Christmas Edition”, rappresentato l’11-12-13 Dicembre scorsi. Un albergo di
lusso, il Grand Hotel Parker’s del Corso Vittorio Emanuele, che diventa il
luogo naturale delle storie che qui vi prendono vita.
“APERITIVO IN CONCERTO” 2015-2016. DOMENICA 13 DICEMBRE 2015 ore 11.00. PRIMA E UNICA DATA ITALIANA. Di Daria D.
“Aperitivo in concerto” si congeda, per questo 2015, dai
suoi affezionati spettatori che ogni domenica alle 11 del mattino dal’8
novembre hanno affollato numerosissimi il Teatro Manzoni, presentando uno splendido
concerto della cantante Catherine Russell, per la prima volta sulle scene
italiane. La vocalist che il Wall Street Journal considera “The best blues
and jazz singer going today”. E senza
dubbio, in questo “Concerto di Natale” la cantante, nata a New York e
diplomatasi all’American Academy of Dramatic Arts, ha dato il meglio di sé, ma
essendo un talento naturale, anche se figlia di Luis Russell, leggendario
band-leader e a lungo direttore musicale dell’orchestra di Louis Armstrong, e
di Carline Ray, contrabbassista e chitarrista, tutto le riesce facile, senza
sforzi, smooth and vibrant, per farci compiere un viaggio a ritroso alla
ricerca delle origini del jazz.
La Russell esordisce subito
dichiarando “It’s a little early
to have a party but anytime we can have a party”.
11 dicembre, 2015
Si è conclusa la 18° edizione del Premio David di Michelangelo alla Coreografia e al Talento Artistico. Di Daniela Chessa
Martedì 8 dicembre,
al Jolly Midas Hotel di Roma, si è svolta la 18^ Edizione del “Premio David di
Michelangelo alla Coreografia e al Talento Artistico”, organizzata
dall’O.I.C.S.S. ( Organizzazione Internazionale Cultura Sport e Spettacolo ) in
collaborazione con la F.I.D. ( Federazione Italiana Danza ). Il concorso,
organizzato ogni anno per celebrare la memoria del grande Maestro e Coreografo
Franco Estill, già Direttore Artistico della F.I.D., rappresenta ormai da 18
anni la perfetta fusione fra danza, arte e cultura.
L’O.I.C.S.S. e la
F.I.D., lavorano con grande passione da anni per la promozione, la diffusione e
l’insegnamento delle arti coreutiche, per questo il prestigioso Premio David di
Michelangelo, da sempre organizzato in ambienti raffinati ed eleganti,
rappresenta una grande occasione per tutti i coreografi che vogliono mettersi
alla prova, e per i giovani ballerini che hanno la grande responsabilità ed
opportunità di trasformare le coreografie in vere opere d’arte. Il Gran Galà è
iniziato con la presentazione dei coreografi finalisti provenienti dalle varie
scuole di danza nazionali.
LE BOMBE SONO TUTTE BUTTANE. Sorrisi e brividi. Di Paolo Leone
Roma,
Teatro Kopo (Via Vestricio Spurinna 47/49 – Metro A Numidio Quadrato). Dal 10
al 13 dicembre 2015
Titolo quanto mai significativo quello del
nuovo spettacolo in cartellone al Kopo ed estremamente riferibile
all’attualità. Ma il testo di Giuseppe Arnone prende spunto da fatti di sangue
accaduti in un preciso momento storico, quel tremendo 1978 quando la mafia
uccise Peppino Impastato, attivista, giornalista e poeta, una personalità da
azzittire. Un’Italia preda della paura, di vecchie e nuove guerriglie armate.
Il virgolettato. l'Artista Antonio Matragrano spiega come un'Opera d'Arte possa diventare un'amica per combattere la solitudine
“……………”
“Quando sono venuto a
conoscenza della storia di Aron, unico bambino tra i settanta abitanti dell’isola
scozzese di Skerries, ho pensato che avrei potuto fare qualcosa di speciale per
lui e, visto che per Natale il Web si è mobilitato e pioveranno su di lui
migliaia di auguri, ho ritenuto opportuno rivolgere il mio pensiero per Aron il
giorno dell'Epifania, donandogli una mia opera d'arte concepita per far sì che
lui non si senta solo. Aron dovrebbe immaginare la sua isola Skerries in una
Bikini Bottom e un nuovo amico, SpongeBob SquarePants, che, in quanto spugna,
riesce ad assorbire la tristezza di Aron nel trovarsi solo e quindi dovrebbe
riuscire a farlo sorridere. Infatti
l'opera dovrebbe essere per il bambino come il riflesso del suo sorriso.
Aron non sarà più solo, ho creato per lui uno specchio magico per combattere la
sua solitudine”.
09 dicembre, 2015
“Il lavoro di vivere” di Hanoch Levin. Recensione di Daria D.
Teatro Franco Parenti, Milano. Dal 27
novembre al 13 dicembre 2015

Basterebbero queste parole per definire il testo del
drammaturgo israeliano Hanoch Levin, uno sguardo spietato e reale
sull’istituzione del matrimonio, sui rapporti di coppia, sulla vita, quando sta
per finire, ma in realtà finita da tempo, forse già dopo la prima notte.
Yona e Leviva sono lo specchio di tutti i matrimoni,
anche quelli che apparentemente appaiono i più felici, ricettacoli di menzogne,
ipocrisie, un gioco dove nessuno si diverte più e dove le parole “noia”,
“soffocamento”, “mancanza di desiderio”, “odio”, “insofferenza”, “paura”,
“nausea” sono proiettili che feriscono violentemente, irrimediabilmente,
rimbalzando tra le pareti di una stanza dove il letto è solo un giaciglio per
corpi avvizziti che non si toccano più da anni, che a stento si sopportano, e
che stanno insieme soltanto per paura. La paura di morire soli.
07 dicembre, 2015
#Realiti: 6 concorrenti decisi ad arrivare fino alla fine. Chi vincerà? Quale sarà il premio in palio? Di Flavia Severin
Roma, Teatro Cometa Off (Via Luca della Robbia, 47). Venerdì 4 dicembre 2015
![]() |
Foto Fabrizio Giansante |
Abbiamo visto tanti Reality
Showin questi anni a partire dal più ipnotizzante Grande Fratello, che ha
contaminato l’Italia dal 2000. La vera novità è stata, però, solo la prima
edizione. In seguito abbiamo visto e rivisto sempre gli stessi cliché di persone disposte a tutto per
un attimo di celebrità.
Nello spettacolo #Realiti, in scena al Teatro Cometa off
di Roma fino al 13 Dicembre, gli autori e per la loro prima volta anche registi,
Alessia Amendola e Michele Botrugno, prendono spunto dai media e dalle notizie
che spopolano il web, per creare i6 personaggi, concorrenti dello Show.
05 dicembre, 2015
Expo 2015. Ciò che pensiamo, ciò che abbiamo visto. Introduzione di Viola Banaj, con commenti ai Padiglioni di Daria D., Elisabetta Poccetti, Stefano Duranti Poccetti, Flavia Severin e Luca Scalfi
Esistono svariati modi nel
concepire un'Esposizione, soprattutto se essa accoglie all'interno 141
padiglioni com'è stato nel caso dell'Expo 2015 a Milano, che, dal 1 maggio fino
al 30 ottobre, si è trasformata in un grande evento internazionale, dove centinaia
di culture si sono incontrate sul tema del cibo e della nutrizione.
L'idea era quella di unire in
un'area espositiva di 1,1milioni m/q tutti i Paesi aderenti, seguendo le
direttive del Bureau Internationale des Expositions, al fine di offrire un
evento dove le eccellenze culinarie dei vari Paesi potessero incontrarsi per
mostrare le loro tradizioni agroalimentari e la loro evoluzione attraverso
l'innovazione.
Partecipare all'Expo è stato come
fare parte di una nuova architettura mobile dove l'efficienza dell'energia si
incontrava con la sostenibilità della costruzione e della decostruzione. Di
fatto tutti i padiglioni erano smontabili e riutilizzabili.
“MAMMA MIA!” e l’ABBA mania. Di Chiara Pedretti
Torna in scena a Milano, al Teatro degli Arcimboldi, il
musical “Mamma Mia !” in versione
originale, con una compagnia inglese da West End di Londra. Un’altra compagnia
britannica l’aveva presentato sempre qui nel 2009.
Il musical ha debuttato
nel 1999 sui più famosi successi degli ABBA, il gruppo svedese che balzò alla
ribalta negli anni ’70; ambientato su un’isoletta greca, racconta la storia di
una figlia che, alla vigilia del suo matrimonio, decide di scoprire l’identità
del padre, che la madre le ha sempre tenuto nascosta. In realtà, il motivo di
questo silenzio è che nemmeno Donna, la madre appunto, sa chi sia il vero padre
di sua figlia, essendoci tre possibili “candidati” al ruolo. La sposa, trovato
un vecchio diario della madre risalente all’estate di 21 anni prima, quando
rimase incinta, scopre l’esistenza di tre diversi uomini che, a distanza di
pochi giorni, sono entrati nella vita di Donna e, senza dire nulla alla madre,
invita tutti e tre al matrimonio.
Simona Mancini. Attrice per vocazione, non per scelta. Intervista di Stefano Duranti Poccetti

Simona,
puoi parlarmi un po’ di come è nato il tuo amore per l’Arte attoriale e della
tua formazione?
Nasco attrice e non
dico a caso “nasco”, perché per me attori si nasce, non si diventa. Sono stata
educata ad andare a teatro e al cinema fin da piccola, grazie a mio padre,
persona molto colta. Pensa che già da piccola, quando andavo a Teatro, gli
dicevo: “Papà, non voglio stare dalla
parte dello spettatore, voglio stare sul palcoscenico”. Fin da piccola
insomma avevo le idee chiare, tanto è vero che quando leggevo mi capitava
spesso di declamare e mi facevo addirittura le interviste da sola, come se
fossi una diva!
A 18 anni poi mi sono
diplomata e avevo intenzione d’iniziare seriamente il percorso di attrice. Fui
messa davanti a una scelta: “O studi o
lavori.” e io decisi, grazie al mio carattere ribelle, che come lavoro
volevo fare l’attrice, nonostante le difficoltà, visto che in Italia ancora si
fa fatica a considerare un attore in quanto lavoratore. Così ho iniziato a
studiare con vari Maestri e uno di questi, Ruffini, a cui dissi: “Io non voglio fare l’attrice, io sono
un’attrice!”, mi rispose che io potevo essere la nuova Eleonora Duse.
Così,
dopo la formazione, inizia la tua carriera…
04 dicembre, 2015
PAROLE PAROLE PAROLE: dagli occhi al cuore per innamorarsi. Di Flavia Severin
Teatro 7, Roma. Martedì 1 dicembre 2015
Laura è una ragazza che lavora per una società di sistemi di sicurezza in
una Banca. Il suo volto, visibile a chi entra tramite una telecamera, dovrebbe tener
a bada gli eventuali malintenzionati. La protagonista ha però, una passione per
le lingue e i dialetti,e si sente insoddisfatta e triste, totalmente sprecata,
proprio perché quotidianamente non può nemmeno parlare a causa del suo lavoro.
03 dicembre, 2015
“UTOPIA”, collusione fra stato e criminalità organizzata; questa la tematica trattata nello short-movie scritto e diretto da Emanuele Ajello, prodotto dall’APS Nova Era. Intervista di Daniela Bruni
Oggi mi trovo in compagnia
del giovane regista e sceneggiatore Emanuele Ajello.
Ciao Emanuele, in seguito al tuo esordio da regista e autore, avvenuto a fine 2014 con “Gioventù Sballata”, docu-film con Lando Buzzanca, Giulio Base ed Elena Russo riguardante la preoccupante tematica dell’abuso di droghe fra i giovani, oggi con “Utopia” (short-movie corale in stato di produzione, in parte finanziato dal Nuovo Imaie, con Antonella Salvucci, Eleonora Siro, Tommaso Arnaldi, Carlo Cutolo, Davis tagliaferro e molti altri) denunci una delle piaghe più gravi del nostro Paese, la corruzione fra stato e criminalità organizzata. Entrambi i progetti sono prodotti e divulgati dall’APS Nova Era. Emanuele ,raccontaci la trama di Utopia.
Ciao Emanuele, in seguito al tuo esordio da regista e autore, avvenuto a fine 2014 con “Gioventù Sballata”, docu-film con Lando Buzzanca, Giulio Base ed Elena Russo riguardante la preoccupante tematica dell’abuso di droghe fra i giovani, oggi con “Utopia” (short-movie corale in stato di produzione, in parte finanziato dal Nuovo Imaie, con Antonella Salvucci, Eleonora Siro, Tommaso Arnaldi, Carlo Cutolo, Davis tagliaferro e molti altri) denunci una delle piaghe più gravi del nostro Paese, la corruzione fra stato e criminalità organizzata. Entrambi i progetti sono prodotti e divulgati dall’APS Nova Era. Emanuele ,raccontaci la trama di Utopia.
Buongiorno Daniela,
Il protagonista della
storia è “Il Texano”, un noto sicario del napoletano, che collabora con la
malavita da quando era un adolescente. Ora è uno dei più fidati sicari,
incaricato di ristabilire l’ordine e la giustizia nel contesto camorrista
dominato dai boss - è temuto e rispettato.
“VIAGGIO A TOKYO”: IL GIAPPONE DEGLI ANNI ’50 TRA TRADIZIONE E MODERNITA’ NELLA VISIONE DI OZU. Di Francesco Vignaroli
Cinema Nuovo Pendola, Siena. Lunedì 30
novembre 2015
Yasujiro Ozu (1903-1963) è stato, al pari di
Akira Kurosawa e Kenji Mizoguchi, una delle figure-chiave per la rinascita del
cinema giapponese nel secondo dopoguerra e per la successiva affermazione della
“scuola nipponica” su scala mondiale. Stiamo parlando di uno dei più importanti
registi di tutti i tempi, un vero e proprio gigante del cinema, capace di lasciare
un segno indelebile nel mondo della settima arte grazie ad uno stile unico e
inconfondibile, e grazie, soprattutto, a una serie di grandi film da riscoprire
e ricordare. Assai opportuna, quindi, e irrinunciabile per tutti i cinefili
all’ascolto, la rassegna “Ozu Yasujiro- I sei capolavori restaurati”
organizzata da Tucker Film, che prevede la riproposizione al cinema di sei
opere fondamentali del Maestro, tutte restaurate digitalmente e presentate in
versione originale con sottotitoli; al progetto hanno aderito vari cinema d’essai in tutta Italia (per
informazioni www.ozutuckerfilm.com),
tra cui il suggestivo e caratteristico Nuovo Pendola di Siena. Un’occasione
davvero unica per conoscere nel modo più opportuno (cioè attraverso il grande
schermo) l’opera –da noi, purtroppo, poco conosciuta- del grande Ozu.
Chiara Stoppa racconta con ironia la sua esperienza con la malattia. Di Sara Bonci
Un’attrice è alle
prese con le prove e la tournée teatrale in Sicilia, finché non si rende conto
che la sua stanchezza cronica deriva da qualcosa di più grave, scopre di avere
un tumore e inevitabilmente la sua quotidianità si trasforma, inizia a viverla
come fosse rinchiusa dentro una campana di vetro. Questa è, in sintesi, la
vicenda che ha portato alla creazione di “Il ritratto della salute”, un
monologo autobiografico che ripercorre le tappe della storia di malata e curata
di Chiara Stoppa: l’inaspettata scoperta del linfoma di Hodgkin all’età di
ventisei anni, la chemioterapia ossia “i mesi del buio e della luce”, le cure
inefficaci, il primo crollo emotivo e la paura di non farcela, la psicoterapia,
fino ad arrivare alla completa guarigione. Scritto a quattro mani dall’attrice
friulana insieme a Mattia Fabris, suo amico e collega dell’ATIR Teatro
Ringhiera di Milano che ha curato anche la regia, lo spettacolo è frutto di
un’urgenza intrinseca di cui il teatro dovrebbe sempre nutrirsi.
02 dicembre, 2015
SANREMO STORY. Il Festival più divertente è al Golden. Di Paolo Leone
Roma, Teatro Golden (via
Taranto 36 – Metro A Re di Roma). Fino al 20 dicembre 2015
L’accogliente Teatro
Golden di Via Taranto si trasforma nel palco dello storico Ariston di Sanremo
fino al 20 dicembre, grazie al nuovo spettacolo degli strepitosi Favete
Linguis, ormai una sicurezza quando si parla di show musicali all’insegna del
sorriso. Emanuela e Stefano Fresi, con Toni Fornari, fanno di ogni loro serata
un’occasione imperdibile per divertirsi ascoltando buona musica. E grandi voci,
soprattutto, grazie alla loro maestrìa nel canto armonizzato, che offre quel
tocco vintage alle loro esibizioni, quantomai apprezzato come in questo caso. I
Favete Linguis ci portano per mano a spasso nel tempo del Festival più
importante d’Italia, dalle origini fino ai nostri giorni, con la leggerezza delle
parodie, delle gags esilaranti, anche delle imitazioni, e di tante canzoni,
tantissime, che in un’ora e trenta di spettacolo riescono nell’impresa di farci
sentire spensierati, finalmente leggeri (direbbe Italo Calvino: non come piuma
ma come volo di uccello) e indurre al sorriso in tempi come questi che stiamo
vivendo, certamente non sereni.
"Il Marchese del Grillo" al Teatro Sistina di Roma
![]() |
Foto Iwan Palombi |
Arriva per la prima volta a Teatro
la Commedia Musicale tratta dalla sceneggiatura del film di Mario
Monicelli, diventato ormai un vero e proprio “cult”.
Questa amatissima pellicola del
1981, prendendo ispirazione da una figura storica realmente esistita, racconta
la Roma papalina di inizio ‘800 attraverso la sottile ironia, il
sarcasmo e il divertimento del Marchese Onofrio del Grillo, e consegna un
grande Alberto Sordi e il film stesso alla Storia della comicità di tutti i
tempi.
In questa “prima” versione teatrale
musicale, un altro grande protagonista della Scena italiana è chiamato a
prestare tutta la propria verve e il proprio carisma al
personaggio del Marchese Onofrio del Grillo, segnando un’altra importante
pagina della Storia della Commedia Musicale italiana: il mattatore Enrico
Montesano.
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