29 dicembre, 2015

“Euritmie”. Roberta Attanasio e Salvatore Di Marzo firmano una silloge che dalla simmetria del mondo classico ci conduce direttamente all’asimmetria di quello contemporaneo. Di Stefano Duranti Poccetti


“Euritmie”, una silloge pubblicata nel settembre 2015 dalla Casa Editrice Aracne e che rientra nella collana Prova d’Autore.
Già dal titolo non si nasconde l’intento degli autori Roberta Attanasio e Salvatore Di Marzo di creare qualcosa dal “bel” ritmo e quella particella “eu”, certo, ci fa pensare subito a una silloge contraddistinta dall’armonia. I due poeti rendono evidente fin dalla premessa di voler dare luogo a un “accostamento di parole, la vicinanza di suoni che esse producono, vicinanza non esclusivamente fonica o grafica, ma mentale, vicinanza per analogie, per evocazione di immagini poetiche nel lettore”.
In effetti queste liriche sono contraddistinte da una grande simmetria e si denota nei due autori una predilezione per lo stile poetico classico, rinunciando al verso libero e alle cacofonie. Classico non sta comunque per banale, se il classicismo è accompagnato dalla freschezza compositiva, da una tecnica di scrittura avanzata e da tematiche attuali. Sono caratteristiche che hanno entrambi i poeti, che, non a caso, hanno deciso di pubblicare questa raccolta insieme. Li accomuna lo stile, come li accumunano i temi da loro scelti, quei temi che fanno parte delle nostre vite, dalle emozioni umane alla natura, dall’impeto delle passioni alla quiete della contemplazione.

Tu Apollo dai dorati raggi eterni
Di me fai tenero fiore d’elianto
Mentr’io mi volto al tuo sembiante umano
Qual Venere divina al bel suo amante
Eros tremante che di baci veste
Le membra sue nude mentr’ella va
Lieta e vaga e sospira all’amore.

Uno stile classico, come detto, accompagnato anche dall’uso di immagini classiche e mitologiche. In parte ci potrebbe sembrare di leggere una poesia di Saffo, dall’altra ci rendiamo conto invece di quanto Roberta Attanasio riesca a offrire, tramite la tradizione, un sentimento di contemporaneità, ponendo questi versi all’interno di un’atmosfera profondamente passionale. Il gusto per il bel suono e per il bel verso è insomma accompagnato all’intenzione di volerci parlare del mondo che oggi viviamo, dove quei teneri sentimenti, che gli antichi greci potevamo vivere liberamente e naturalmente, oggi non hanno più possibilità di essere vissuti con quella semplicità, perché ormai ostacolati da troppi paradigmi sociali, che non permettono spesso e volentieri al cuore e allo spirito di potersi elevare.

Tra i secreti pensieri,
Tra speranze e illusioni;
Così, dal mondo oblita
E da tutto, tra voci
Silenti, in compagnia sol di sé stessa.

In questa lirica Salvatore Di Marzo affronta un’altra tematica, quella legata alla solitudine e, come l’autrice, fa uso di uno stile classico per parlare di un argomento che oggi più che mai sentiamo tanto vicino. La poesia sembra voglia enunciare che, seppur immersa nel caos totale, che sia questo spirituale o esteriore, la protagonista se ne sta sola, non partecipa. Forse si sta guardando dentro per trovare se stessa in un mondo di massa dove non è semplice trovare la propria unicità. Nonostante le difficoltà lei ci prova, dimostrandoci che la sua solitudine è solo apparente, perché essa è “in compagnia sol di sé stessa”, appunto… non è sola, proprio perché la fortuna di trovare in se stessi il proprio compagno/a è certamente una delle cose più piacevoli dell’esistenza, poiché solo a quel punto si comprende che la solitudine in realtà non esiste.

Due poeti in parte simili, sia per stile che per contenuti. Diremo che Roberta Attanasio ha una scrittura fluida e melodica, che gioca molto sulle assonanze delle vocali, mentre quella di Di Marzo è volutamente più “sforzata”, per usare un termine musicale, dove sono presenti invece molte assonanze consonantiche. Poeti diversi insomma, ma entrambi eleganti e toccanti, capaci di trascinarci all’interno del loro straordinario, allo stesso tempo classico e contemporaneo, universo poetico.


Stefano Duranti Poccetti

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