Già dal titolo non si
nasconde l’intento degli autori Roberta Attanasio e Salvatore Di Marzo di
creare qualcosa dal “bel” ritmo e quella particella “eu”, certo, ci fa pensare
subito a una silloge contraddistinta dall’armonia. I due poeti rendono evidente
fin dalla premessa di voler dare luogo a un “accostamento di parole, la vicinanza di suoni che esse producono,
vicinanza non esclusivamente fonica o grafica, ma mentale, vicinanza per
analogie, per evocazione di immagini poetiche nel lettore”.
In effetti queste
liriche sono contraddistinte da una grande simmetria e si denota nei due autori
una predilezione per lo stile poetico classico, rinunciando al verso libero e
alle cacofonie. Classico non sta comunque per banale, se il classicismo è
accompagnato dalla freschezza compositiva, da una tecnica di scrittura avanzata
e da tematiche attuali. Sono caratteristiche che hanno entrambi i poeti, che, non
a caso, hanno deciso di pubblicare questa raccolta insieme. Li accomuna lo
stile, come li accumunano i temi da loro scelti, quei temi che fanno parte
delle nostre vite, dalle emozioni umane alla natura, dall’impeto delle passioni
alla quiete della contemplazione.
Tu
Apollo dai dorati raggi eterni
Di
me fai tenero fiore d’elianto
Mentr’io
mi volto al tuo sembiante umano
Qual
Venere divina al bel suo amante
Eros
tremante che di baci veste
Le
membra sue nude mentr’ella va
Lieta
e vaga e sospira all’amore.

Tra
i secreti pensieri,
Tra
speranze e illusioni;
Così,
dal mondo oblita
E
da tutto, tra voci
Silenti,
in compagnia sol di sé stessa.
In questa lirica
Salvatore Di Marzo affronta un’altra tematica, quella legata alla solitudine e, come l’autrice, fa uso di uno stile classico per parlare di un argomento che
oggi più che mai sentiamo tanto vicino. La poesia sembra voglia enunciare che,
seppur immersa nel caos totale, che sia questo spirituale o esteriore, la
protagonista se ne sta sola, non partecipa. Forse si sta guardando dentro per
trovare se stessa in un mondo di massa dove non è semplice trovare la propria
unicità. Nonostante le difficoltà lei ci prova, dimostrandoci che la sua
solitudine è solo apparente, perché essa è “in
compagnia sol di sé stessa”, appunto… non è sola, proprio perché la fortuna
di trovare in se stessi il proprio compagno/a è certamente una delle cose più
piacevoli dell’esistenza, poiché solo a quel punto si comprende che la
solitudine in realtà non esiste.
Due poeti in parte
simili, sia per stile che per contenuti. Diremo che Roberta Attanasio ha una
scrittura fluida e melodica, che gioca molto sulle assonanze delle vocali,
mentre quella di Di Marzo è volutamente più “sforzata”, per usare un termine
musicale, dove sono presenti invece molte assonanze consonantiche. Poeti
diversi insomma, ma entrambi eleganti e toccanti, capaci di trascinarci
all’interno del loro straordinario, allo stesso tempo classico e contemporaneo,
universo poetico.
Stefano
Duranti Poccetti
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