24 luglio, 2015

Trovata una sega! Di e con Antonello Taurino. Di Daria D.


Piccolo Teatro Grassi, Milano. Giovedì 23 luglio 2015

Non credo di esagerare, giuro che non è una beffa, nel dire che “Trovata una sega!” di e con Antonello Taurino è uno spettacolo geniale.
Divertentissimo, preciso, ironico, inventivo, arrivi alla fine e vorresti che Antonello Taurino, unico attore/affabulatore in scena, continuasse a parlarci in quel modo così canzonatorio della beffa avvenuta quaranta anni fa nella città di Livorno ma che coinvolse addirittura il mondo intero, poiché l’oggetto dello scherzo era il ritrovamento di tre sculture che, dalle massime autorità nel campo della storia dell’arte, furono attribuite a Modigliani, commettendo un errore madornale.
A questo punto, mi sembra di sentirlo ridere, da Père Lachaise, il grande Maudì, bello e dannato, amico di Picasso e Brancusi e tutti gli altri pazzi che gravitavano su Parigi, all’inizio dell’altro secolo, espatriati pieni di speranze e di genio, in cerca di fama, pieni di fame e assenzio, lontani dal provincialismo delle loro città d’origini.
Sì perché Livorno, gli andava stretta ad Amedeo, nato da genitori ebrei sefarditi, di salute cagionevole e di grande talento, ribelle e anarchico come da buona tradizione toscana. Ma di Modigliani sappiamo già tutto, o quasi, anche che si cimentò nella scultura, scolpendo teste ispirate alla tradizione primitiva africana.
E proprio sul ritrovamento avvenuto nel 1984 di tre sculture di Modigliani nel Fosso Reale della vecchia città, è basato lo spettacolo, che ripercorre citando nomi e cognomi dei protagonisti reali, dal sindaco comunista di Livorno a quel tempo, alla figlia di Amedeo, Jean, a Vera Durbé direttrice del Museo Progressivo d’Arte Contemporanea di Villa Maria, a suo fratello Dario direttore della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, ai grandi esperti come Federico Zeri, Giulio Carlo Argan e Cesare Brandi, ai media internazionali, al mercato dei collezionisti e dei galleristi.  Vicenda senza precedenti che allora fu presa molto seriamente da politici, professoroni e giornalisti, ma non dal Vernacoliere che gli dedicò l’ironico titolo di “Trovata una sega” perché  si rivelò una beffa colossale.
Tutto questo risale all'estate del 1909, quando Modigliani era ritornato a Livorno e, forse per non avere troppi contatti con gli ex amici e colleghi che sentiva molto lontani dal suo modo di intendere l’arte e la vita, aveva affittato una stanza dove aveva scolpito quelle tre teste che, si dice, insoddisfatto del risultato, aveva buttato nel canale.
Molti decenni dopo, la grande beffa ingegnata da tre amici che ne scolpirono una,  servendosi, di una sega elettrica “Black and Decker” (inevitabilmente la ditta ne aumentò le vendite coniando lo slogan “E' facile essere bravi con Black and Decker”) e da alcuni pezzi del selciato della città portuale e dal pittore livornese appartenente ad una organizzazione terroristica Angelo Froglia, che, d’accordo con alcuni  funzionari del comune,  confezionò le altre due.
Taurino ci mostra il lato surreale della storia, “roba da non crederci!”, se non fosse che proiezioni di documenti e fotografie originali fanno da supporto al suo esilarate racconto,  offrendoci uno spettacolo dove ogni riferimento a fatti e persone è assolutamente reale. Eppure, per uno spettatore ignaro della vicenda, potrebbe benissimo essere frutto della fantasia di una grande drammaturgo.
Ma un lato amaro forse c’è, perché la comicità quando è ben fatta, ci lascia una certa malinconia: che l’uomo sia a volte tanto stupido e credulone, capace di farsi manipolare da chi ha il potere e capace lui stesso di osannare i potenti. Ma accanto a questa considerazione, che pur tra scoppi di risa a scena aperta, non possiamo non prendere in considerazione,  ci congratuliamo con i protagonisti della beffa, i tre amici di zingarate Ferrucci, Luridiana e Gherarducci, (in sala era presente uno di loro) per tanta inventività e con Taurino che ha saputo divertirci con intelligenza e schiettezza.
E  naturalmente un ringraziamento ad Angela Cavicchio e Tatiana Oleari le direttrici artistiche di OUTIS, Centro Nazionale di Drammaturgia Contemporanea, che hanno curato questa rassegna dedicata a sei regioni italiane, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Campania e Sicilia e che si concluderà  il 26 luglio, al Piccolo di Milano.
Un’estate sotto il segno dell’arte e della cultura,  questa del 2015, che fa veramente venire voglia di rimanere a Milano, nonostante il caldo.
Lets' keep up the good work!!! Anche dopo la fine dell'estate...

Daria D.


Trovata una sega! Di e con Antonello Taurino
Produzione Associazione Culturale Musicale Negrimusic Varese
OUTIS e Tramedautore XV rassegna del teatro delle regioni



1 commento:

  1. Taurino è bravissimo e riesce a confezionare spettacoli di grande intelligenza senza annoiare, anzi!! Complimenti a tutti, a lui e a Daria!!

    RispondiElimina