28 ottobre, 2015

DALLA “MACCHIA” AL DECADENTISMO: LA GRANDE ARTE A MONTEPULCIANO. Di Francesco Vignaroli


Montepulciano, Museo Civico - Pinacoteca Crociani e Fortezza, sabato 24 ottobre 2015



Abbracciando un arco di tempo che va dalla seconda metà dell’800 fino agli inizi del ‘900, la mostra “Dalla ‘macchia’ al Decadentismo – Dipinti privati nelle terre del Poliziano” ripercorre gli anni d’oro e il declino del movimento artistico dei macchiaioli, e la successiva evoluzione naturalista e “post-risorgimentale” della pittura italiana e, in particolare, toscana.

Il movimento dei macchiaioli o macchiaiolismo nasce a Firenze tra la fine degli anni cinquanta e l’inizio degli anni sessanta del XIX secolo, durante le riunioni al Caffè Michelangelo di un gruppo di giovani artisti –toscani e non- desiderosi di “rompere” con la tradizione neoclassica dell’Accademia –l’arte ufficiale- in favore di un’arte figurativa immediata e semplice, improntata al realismo e tutta giocata sull’utilizzo in chiave impressionistica del contrasto tra chiari e scuri. Per i macchiaioli – il cui appellativo deriva da alcuni quadri di paesaggio, dipinti a semplici macchie di colore, presentati all’Esposizione nazionale di Firenze nel 1861- i forti contrasti di ombra e di luce, cioè le macchie di colore, rappresentano un valore pittorico assoluto, superiore al disegno stesso e alla classica espressione plastica delle figure; la pittura a macchia riesce a ottenere tutti gli effetti espressivi della pittura classica con il solo utilizzo dei colori e dei chiaroscuri.
I temi preferiti dai macchiaioli sono i paesaggi, le vedute urbane, le scene di vita nei campi e di vita quotidiana: tutte opere caratterizzate da un realismo espressivo asciutto e privo di orpelli, che non esclude comunque la presenza di emozioni intense, come lo stupore contemplativo di fronte alla bellezza della Natura e a certi paesaggi costruiti dall’uomo. Inoltre, attraverso le loro opere i macchiaioli esprimono un ambivalente sentimento di ammirazione nostalgica e amara presa di coscienza delle dure condizioni di vita che lo riguardano, verso un mondo messo a repentaglio dall’avanzata del Progresso: quello della società rurale. Oltre che per le scelte stilistiche, che li rendono senz’altro tra i più originali artisti dell’800, i macchiaioli si distinguono dalle altre correnti artistiche per l’innovativa scelta metodologica di “operare sul campo”: per realizzare i loro paesaggi, i loro scorci e le loro vedute si recano a dipingere e disegnare direttamente sul posto, in modo da poter meglio cogliere “dal vivo”, ancor prima dell’apparenza, il senso profondo e l’atmosfera delle cose, compresa la loro luce. A partire dagli anni ’70 il movimento subisce un inesorabile declino, anche a causa della prematura scomparsa di alcuni dei suoi protagonisti.

Davvero ricca e interessante la proposta di questa mostra, che presenta circa 120 dipinti e disegni (provenienti da collezioni private) dei principali esponenti del movimento dei macchiaioli, cioè Odoardo Borrani, Silvestro Lega, Filadelfo Simi, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Giovanni Fattori, Vincenzo Cabianca e altri, oltre a opere del periodo successivo alla fine del movimento. Al fianco di paesaggi (il celebre Arno a Varlungo di Borrani, Sole a Serravezza di Simi, Spiaggia all’Elba di Plinio Nomellini, Tramonto sul Trasimeno di Lorenzo Gelati, Monte Razzo di Ludovico Tommasi), vedute urbane (Pontevecchio di Borrani, Palestrina di Cabianca, Volterra di Gelati, Venezia di Signorini), vita in campagna (Carro di fieno di Luigi Gioli, Nell’aia di Borrani, Il ritorno dei carbonai e Boscaiole a San Rossore di Francesco Gioli, Butteri in Maremma di Ruggero Panerai) e vita contemporanea (Riposo dopo la passeggiata di Adolfo Tommasi, La visita all’ammalata di Luigi Bechi, L’accattone che dorme e La lettura di Lionello Balestrieri, A passeggio di Borrani), ritroviamo anche un altro importante genere della pittura: il ritratto (tra i vari, cito almeno il Mazzini di Lega, il Cavour di Michele Gordigiani e il Ritratto di gentiluomo di Borrani).
L’allestimento è stato realizzato in parte all’interno del Museo Civico (nella Pinacoteca Crociani) e in parte alla Fortezza di Montepulciano, cosa che consente quindi di visitare anche l’interessante museo cittadino, che ospita al proprio interno un’opera di Caravaggio e una di Luca Signorelli. Inaugurata lo scorso 4 aprile, la mostra chiuderà i battenti domenica 1 novembre.


Francesco Vignaroli

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