13 ottobre, 2015

Barcolana 2015, dove sport e cultura si incontrano. Di Paola Pini


Foto Federico Valente
Barcolana, la “Coppa d’Autunno”, è una regata speciale, unica. Aperta a qualsiasi barca a vela, ha una magia tutta sua, particolare, perché nata dalla realizzazione di un sogno di pochi amici capaci, quarantasette anni fa, di riunire, con questo spirito egualitario cinquantuno barche. Nell’edizione di quest’anno hanno partecipato quasi 1.700 natanti e, nonostante la Bora avesse soffiato il giorno prima con raffiche fino a 70 nodi (circa 130 km all’ora), non c’è stato il più piccolo incidente e nessuno si è fatto male.
Segno questo di una grande professionalità, competenza, conoscenza di questo tratto di mare e di un vento non facile da parte dello staff organizzativo, il cui nucleo, costituito da sessanta persone, ha dato prova di essere in grado di gestire ogni minimo imprevisto come se fosse stato tutto programmato.
Foto Federico Valente
Come giustamente ha detto MitjaGialuz, il Presidente della Società Velica Barcola-Grignano, organizzatrice dell’evento, “è una festa del mare e della città, una città in cui la cultura del mare è profondamente radicata e viva”, dalla quale arte e letteratura hanno tratto costante ispirazione; quest’anno è avvenuto un'altra magia: la regata è “sbarcata” ed è giunta a terra con una ricchissima serie di eventi, proprio grazie alla visione di un altro sognatore con i piedi ben piantati a terra. MitjaGialuz è riuscito a coinvolgere persone e istituzioni che hanno risposto quasi non aspettassero altro e per dieci giorni la città ha offerto, a “forestieri” e ad “autoctoni”, una ricchissima serie di attività culturali: teatri, musei, e luoghi di solito non agibili hanno aperto le porte. Il giornale locale “Il Piccolo” ha presentato in anteprima il dvd de “L’orologio di Monaco” tratto da un racconto di Giorgio Pressburger, autore, scrittore e regista, triestino d’adozione. Perfino un trenino è stato messo a disposizione, per passare, in Porto Vecchio, dal Magazzino delle Idee, sede di mostre e laboratori per ragazzi, alla Centrale Idrodinamica luogo in cui è stata appositamente allestita la mostra “Borea e i suoi mondi – Passato e presente del vento di Trieste”, portandovi migliaia di persone. Zeno D’Agostino, da qualche mese a capo dell’Autorità Portuale di Trieste, crede molto nella presenza della ferrovia in Porto Vecchio, in vista di una sua riapertura più ampia al pubblico, “parte ancora sconosciuta, ma porta verso il futuro”.
Gli spettacoli sono iniziati il 2 ottobre. A Remo Anzovino è stato chiesto di raccontare la nascita di questa nuova Barcolana, e di trasportare con la sua musica il pubblico attraverso le sensazioni che, dice Mitja Gialuz, “solo il navigare a vela può dare”. La sera successiva, la prima “Notte blu dei teatri”: i cinque maggiori teatri cittadini si sono riuniti e, per una sera hanno declinato la propria natura secondo un tema unico, il mare. Ha aperto il Teatro Lirico Giuseppe Verdi con un concerto in cui Coro e Orchestra hanno proposto musiche di Vivaldi, Mendelssohn e Beethoven. Il Rossetti, il Teatro Stabile Sloveno e il Bobbio hanno proposto spettacoli che si sono ripetuti per tre volte, in modo da permettere lo spostamento al pubblico e il gran finale si è svolto al Miela, la sala più vicino al mare.
E poi, al Museo Revoltella il “redivivo” omonimo barone raccontava le sue memorie, in uno spettacolo itinerante attraverso le “sue” antiche stanze.
Poi, il Pupkin Cabaret di giovedì e il gran finale con Max Gazzè sabato, la sera della vigilia.

Mitja Gialuz, Foto Federico Valente
La Bora è stata una compagna costante per tutti i dieci giorni, costringendo gli organizzatori a spostare al coperto alcuni eventi previsti all’esterno. E così, racconta Mitja Gialuz, alla Centrale Idrodinamica, sede della mostra sulla Bora, è stato cambiato momentaneamente nome in Centrale “Boradinamica”.
“Barcolana” quest’anno ha perso l’articolo determinativo che aveva, personificandosi in qualche modo.
È stato un successo, una festa in mare e a terra, qualcosa da ricordare per chi l’ha vissuta. Se si chiede a MitjaGialuzquali saranno i progetti per il prossimo anno, lo si vedrà sorridere stanco, ma già con delle idee ben chiare: “una maggior internazionalizzazione della regata ed un potenziamento delle attività culturali a terra”: di nuovo mare e suolo legati assieme.
Segno di una nuova rinascita della città? I triestini che sanno sognare mantenendo i piedi ben piantati per terra sono convinti che sia così.


Paola Pini

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