27 settembre, 2015

“Die Schöpfung” a Trieste, un’esecuzione rispettosa dell’anima di Haydn. Di Paola Pini


Teatro Lirico Giuseppe Verdi, Trieste. Venerdi 25 settembre 2015

Foto Fabio Parenzan
Nel terzo concerto della Stagione Sinfonica,la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste propone “Die Schöpfung” [La Creazione], composta nel 1798 da Franz Joseph Haydn; sul podio Gianluigi Gelmetti, Direttore Onorario del Teatro. Solisti, il soprano Angela Nisi, il tenore Marco Ciaponi, il basso Mirco Palazzi e, per il finale, il mezzosoprano Simonetta Cavalli.
“Misura”, intesa in senso assolutamente positivo, è forse il termine che meglio definisce l’intera serata, a partire dalla direzione di Gelmetti, partecipata e attenta senza essere impositiva, a tratti quasi ieratica nei momenti più solenni.
I solisti, giovani e bravi hanno saputo seguire, con le loro belle voci questa strada indicata dal Maestro, in modo chiaramente evidente soprattutto nei terzetti,  e così ha dimostrato il buon amalgama realizzato dall’orchestra e dal coro, quest’ultimo ben preparato da Alberto Macrì. Un’impresa non semplice, soprattutto per il direttore e per l’orchestra, dal momento che le tre parti del lungo oratorio sono state eseguite tutte di seguito, come solitamente avviene, senza mai perdere l’attenzione del numeroso pubblico presente in sala.
Entusiastici gli applausi finali che hanno accolto la conclusione dell’opera, gratificando visibilmente e meritatamente tutti gli interpreti, palesemente soddisfatti per il riconoscimento di quanto hanno saputo offrire senza cadute per tutta la durata dell’esecuzione.

Foto Fabio Parenzan
Un’esecuzione misurata ben si addice alla musica di Haydn, perché esprime fino in fondo l’intera sua vita e in particolare nel caso diquest’oratorio, il suo terzo dopo “Il ritorno di Tobia” del 1775 e “Die siebenletztenWorteunseresErlösersamKreuze” [Le sette ultime parole del nostro Redentore sulla croce] del 1795-96, proveniente da un brano strumentale del 1785, ma il primo debitore dell’influenza sul compositore della musica di Händel a seguito dei suoi due viaggi in Inghilterra, avvenuti nel 1791-92 e nel 1794-95 su invito di Johann Peter Salomon, compositore, direttore d’orchestra, ma soprattutto esperto impresario. Il testo proviene da un libretto preparato proprio per Händel prendendo spunto dalla Genesi, dai Salmi e in particolare dal Paradiso perduto di John Milton. Il compositore inglese non ne fece nulla e Salomon lo propose a Haydn che, tornato a Vienna, chiese a Gottfried van Swieten di tradurlo in tedesco.

Foto Fabio Parenzan
Il genio prospera in ambienti che lo stimolino in uno scambio dinamico, che nutrano la sua grande ricettività. Non si esprime quasi fosse un’isola avulsa dal contesto in cui vive, isolato dal mondo suo contemporaneo. Ben vengano dunque persone che siano in grado di operare in questo senso, offrendo spunti, occasioni d’incontro, d’azione, di studio. Probabilmente ce ne furono anche altri, ma van Swieten e Salomon svolsero indubbiamente questo fondamentale ruolo non soltanto per Haydn, ma anche per Mozart e Beethoven. Conobbero e sostennero in vario modo i tre giganti della musica a cavallo fra Settecento e Ottocento, grazie alla loro competenza e conoscenza, ma soprattutto capaci di riconoscere la grandezza di questi loro contemporanei mentre essi erano in vita, per la qual cosa noi posteri dobbiamo loro grandissima riconoscenza. Pur appartenendo ad ambienti sociali molto diversi fra loro, ebbero occasione, in un periodo storico in cui barriere di questo tipo sembravano invalicabili soprattutto nell’Impero Austriaco, di incontrarsi e di collaborare fattivamente mettendo da parte, seppure non in modo plateale, i rispettivi ruoli e di questo profittarono per favorire i loro protetti. Per quanto riguarda Haydn in particolare, se Salomon ebbe, come si è visto, parte fattiva nel favorire, grazie alle sue conoscenze in loco, i suoi rapporti con l’ambiente londinese tanto favorevole al compositore, al punto che l’Università di Oxford gli offrì la laurea Honoris Causa in Musica, van Swieten gli fu vicino non solo per quanto riguarda la traduzione del testo per “Die Schöpfung”, per quello di ”Die siebenletztenWorte…” e per l’ultimo “Die Jahreszeiten” [Le Stagioni] del 1801, ma dandogli pure numerosi suggerimenti musicali e, soprattutto, patrocinandolo in modo costante a seguito dell’affrancamento del compositore dalla corte degli Esterhazy, offrendogli infine la disponibilità di luoghiprestigiosi per l’esecuzione delle sue opere.Haydn era stato per lunghissimo tempo, dal 1761 al 1790, Kappelmeister presso questi nobili ungheresi compito che, come si usava allora, gli imponeva degli obblighi da vero e proprio dipendente, da lui vissuti con tranquilla accettazione. Dopo il 1790, grazie al sostegno di questi due amici, ebbe la possibilità di realizzare, da uomo libero, dei progetti finalmente suoi e a lungo termine. I tempi stavano cambiando e, ancora una volta, egli seppe viverli adeguandosi ad essi con misura e serenità, caratteristiche fondanti e costanti della sua musica.

Paola Pini


Stagione Sinfonica 2015 – Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Secondo Concerto

Venerdi 25 settembre – ore 20.30
Sabato 26 settembre – ore 18.00

Musiche di Franz Joseph Haydn 
Programma
FRANZ JOSEPH HAYDN (1732-1809)

Die Schöpfung (La Creazione)
Oratorio per soli, coro e orchestra
Direttore: Gianluigi Gelmetti
Solisti:
Angela Nisi (soprano)
Marco Ciaponi (tenore)
Mirco Palazzi (basso)

Maestro del coro Alberto Macrì
Orchestra e Coro del Teatro Lirico "Giuseppe Verdi di Trieste"

E-MAIL: boxoffice@teatroverdi-trieste.com 


NUMERO VERDE 800 090373 


dall’estero +39 040 90648883

3
(da lunedì a sabato  09.00 - 21.00)


Nessun commento:

Posta un commento