06 agosto, 2015

Una Carmen sensuale per Enrico Castiglione. Di Laura Cavallaro


Taormina, Teatro Antico. 15 luglio - 1-7-10-13 agosto 2015

Ciò che fa dell’Ouverture di Carmen un esempio musicale senza eguali è facilmente rintracciabile nella capacità narrativa di Bizet. Forse è per questa sua forza evocativa che il regista Enrico Castiglione l’ha scelta come opera d’apertura per la stagione lirica di Taormina, sul cui palcoscenico si succederanno anche il Don Giovanni di Mozart e Il barbiere di Siviglia di Rossini, in quella che lo stesso regista  ha ribattezzato come la“Trilogia di Siviglia”. Se la musica è universale Carmen è stata e continua ad essere un’opera di grande attualità. Quando Georges Bizet la propose al direttore dell’Opéra-Comique, venne rifiutata prontamente. Le tematiche erano troppo crude, risultava oltraggioso nei riguardi di un pubblico borghese portare in scena sigaraie, zingari, ladri e contrabbandieri. Inoltre passione, gelosia, tradimento costituivano un mix letale che sarebbe sfociato in un finale insolito, dove a scena aperta si mostrava l’omicidio della protagonista.
Fu Halévy, uno dei due autori del libretto, che riuscì a vincerne le ritrosie, facendo leva sia sul couleur localeche sulla figura di Micaela, emblema della ragazza morigerata e di sani valori. Bizet dopo il fiasco della prima rappresentazione morì, non poté quindi assistere ai successivi trionfi e cosa ben peggiore non seppe mai quanto la sua opera avrebbe affascinato molti illustri colleghi. Basta solo pensare che Wagner ebbe a dire: ”Grazie a Dio, qui c’è finalmente qualcuno con idee in testa”.                                                                                                                              
Castiglione ancora una volta tiene fede al libretto, senza stravolgere la
sfera temporale e anzi rispettandola. La linea registica punta molto sul concetto di mutevolezza: come è mutevole l’amore di Carmen così anche la scena sembra adeguarsi a questo sentimento. Le decine e decine di grandi mattoni che formano la scenografia, siglata dallo stesso regista,disposti  in maniera ben precisa serviranno a scandire un luogo diverso per ogni atto. Un’idea valida che ben si integra con la naturale scenografia del Teatro Greco.  L’atmosfera andalusa viene nutrita anche dal corpo di ballo istruito dalla coreografa Sarah Lanza, con ballerine-cubiste e danzatori toreri. Inoltre i ballerini nell’ouverture enegli intermezzi  hanno illustratocon grande pulizia di movimenti la vicenda, mimandola e raccontandone le più fini sfumature. L’approccio è più vicino alla danza contemporanea che a quella classica e nell’insieme ha una sua valenza ben precisa.                                                                                                       A guidare l’orchestra Taormina Opera Festival il direttore Myron Michailidis chedopo un traballante inizio ha ripreso magnificamente le redini dell’opera portandola a conclusione in maniera egregia.Il mezzosoprano Elena Maximova non ha minimamente deluso le aspettative; se infatti l’esecuzione dell’Habaneraè stata inficiata da qualche imprecisione vocale, da Chanson Bohèmein poi l’opera è stata un continuo crescendo. Durante la Seguidilla la cantante ha mostratotutta la sensualità di Carmen enonostante fosse legata ai polsi è stata in grado di scoprirsi le gambe afferrando con i denti l’orlo della gonna e con fare malizioso si è poi destreggiata con il laccio,riuscendo a far capitolare Don Josè e chiudendo il primo atto con un bacio appassionato. La Maximova oltre ad avere un bel timbro pastoso, un buon fraseggio e un’ottima intonazione ha dimostrato di aver compreso appieno il suo personaggio, una qualità che non va sottovalutatasoprattutto in un’opera di questo tipo. Non si è mai risparmiata, ha suonato le nacchere mentre ballava, ha cantato sdraiata, si è mostrata turbata per il responso delle carte, ha nutrito di dolore la fine di un amore e di gioia l’inizio di un altro, ribadendo fino all’ultimo la sua libertà. Superlativa anche Joanna Parisi nei panni di Micaela. Il sopranoha eseguito con una grazie e un’eleganza senza pari sia il duetto Parle-moi de ma mére!, che l’aria del terzo atto Je disquerien ne m'épouvante. Una vocalità leggera eppure sostenuta sia nelle parti centrali che negli acuti.Giancarlo Monsalve, che il pubblico potrà ascoltare nelle recite del 10 e 13 Agosto è stato un buon Don Josè, anche se non indimenticabile. Discreto il timbro, buona l’intonazione e l’interpretazione di un uomo soggiogato dall’amore, che in una forma di rivalsa e di possesso toglierà la vita alla donna amata.Il baritono Michael Bachtadze è stato uno straordinario Escamillo, trionfando sulla scena con la Chanson du Toreador.Ha sfoggiato una lodevole estensione e un ottimo controllo vocale.

Degno di lode anche il livello degli altri cantanti impegnati nei ruoli minori: bravi sia il baritono Giovanni Di Mare nei panni del sergente Morales,che il basso Gianluca Lentini in quelli del tenente Zuniga. Esaltanti  le performance dei due soprani Irene Molinari e Madina Kabeli,rispettivamente  Mercedes e Frasquita, le quali hanno ostentato una certa sfacciataggine che molto si addice a due zingarelle atto al gioco e alla lascivia. Notevoli anche i due contrabbandieri  Federico Cavarzan e Giuseppe Di Stefano nei ruoli di Dancairoe Remendado.                                                                                                                                                            
Ottimamente preparato il Coro Lirico Siciliano, il quale ha ben figurato sia sotto l'aspetto vocale che interpretativo grazie alla guida del Maestro Costa, il cui nome è ormai sinonimo di qualità. Di grande livello anche la performance del coro di voci bianche Progetto suono diretto da Agnese Carrubba. I costumi firmati da Sonia Cammarata ci hanno trasportati in Spagna e hanno riempito di colori il palcoscenico creando un giusto contrasto con la tinta neutra della scenografia. Unica nota stonata gli abiti indossati da Carmen, Mercedes e Frasquita nel quarto atto, eccessivi e pomposi poco adatti al finale.

Laura Cavallaro


Taormina Teatro antico                                                                                                                                                                                                                                                            15 Luglio, 1/7/10/13 Agosto 2015
“CARMEN”
Opera-comique in quattro atti di Henri Meilhac e Ludovic Halévy da una novella di ProsperMérimée.
Musica di Georges Bizet 
Carmen Elena Maximova
Don José Giancarlo Monsalve /Warren Mok
Escamillo Michael Bachtadze/ Sun Li
Dancairo Federico CavarzanRemendado Giuseppe Di Stefano
Morales Giovanni Di Mare

Zuniga Gianluca Lentini
Micaela Joanna Parisi/ BingBingWang/Daniela CarvalhoFrasquita Madina Kabeli
Mercedes Irene Molinari


Coro Lirico Siciliano diretto da Francesco Costa
Coro di Voci Bianche Progetto suono diretto da Agnese Carruba                                                                   Taormina Opera Festival Orchestra

Direttore Myron Michailidis
Regia e scene Enrico Castiglione                                                                                                                               Costumi Sonia Cammarata
Coreografie Sarah Lanza
Nuovo Allestimento Taormina Opera Festival


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