06 agosto, 2015

IL GRANDE JAZZ DEL MAX WEINBERG QUINTET A CONCLUSIONE DEL “ CORTONA MIX FESTIVAL”. Di Francesco Vignaroli


Cortona Mix Festival, Cortona, Teatro Signorelli. Domenica 2 agosto 2015

L’onore di chiudere la quarta edizione estiva del “Cortona Mix Festival” è toccato al grande batterista americano Max Weinberg, ormai un ospite abituale della manifestazione. L’eclettico musicista, famoso in tutto il mondo come membro della E-Street Band di Bruce Springsteen, ha scelto la cittadina toscana come tappa inaugurale del tour italiano del suo quintetto jazz. A far gli onori di casa i giornalisti, critici musicali e conduttori radiofonici Ernesto Assante e Gino Castaldo (La Repubblica, Radio Capital); nel corso della breve intervista che i due hanno fatto al protagonista prima del concerto, Weinberg ha dichiarato di essersi innamorato del suo strumento dopo aver ascoltato il batterista di Elvis Presley, D.J. Fontana, e che il suo batterista preferito in assoluto è stato Buddy Rich, nome caro agli appassionati di jazz.
Dopo queste poche parole, a parlare è stata la musica, e che musica! Due ore di jazz frizzante, energico, trascinante, godibilissimo anche per i profani, grazie a un gruppo di musicisti affiatati e coinvolgenti. Tra i brani, omaggi a mostri sacri del jazz come Art Blakey –altro grandissimo batterista-, Thelonious Monk (The way you look tonight) e Dizzy Gillespie. A metà concerto il ritorno in azione della coppia Assante-Castaldo, per una breve intervista agli altri membri del gruppo. La seconda parte si è aperta con un’ipnotica esecuzione in solitaria del pianista Dave Kikoski, in attesa dell'ingresso di un graditissimo ospite, il grande sassofonista italiano Stefano di Battista (del quale mi permetto di consigliarvi il disco di jazz orchestrale ‘Round about Roma, 2002), rimasto sul palco per un paio di brani (tra cui una bella rilettura dello standard jazz A night in Tunisia), ma sin da subito in perfetta sintonia col gruppo. Un’altra esecuzione del quintetto ha preceduto l’arrivo della seconda ospite, la cantante Nina Zilli. Anche per lei due brani: l’arcinota (almeno nella versione, inarrivabile, di Nina Simone) My baby just cares for me e lo standard The man I love. Gran finale, con il ritorno di Di Battista sul palco, dedicato a un altro Maestro del jazz, Ramsey Lewis, e meritata ovazione finale del folto pubblico del Signorelli: complice il gran caldo, i musicisti sul palco se la sono letteralmente sudata (Weinberg in particolare, letteralmente zuppo!), senza mai risparmiarsi.

Accodandomi pedissequamente al nostro caro Direttore –la “D” maiuscola è d’obbligo!- e allo stile delle sue “Pillole” sul Festival, per una volta faccio un’eccezione e metto il voto anch’io: 8-. Il “meno” si riferisce all’intervento di Nina Zilli, che personalmente non ho trovato molto convincente: a parte l’improponibile confronto con Nina Simone, ho avuto l’impressione che la “nostra” Nina non fosse a suo agio in veste di crooner jazz, e che la sua prestazione vocale non abbia reso giustizia al suo valore reale. Per il resto, tanto di cappello a Weinberg & soci, con una menzione particolare per il pianista Kikoski e per il giovane sassofonista Brandon Wright. Per qualità e quantità, un concerto degno di “Umbria Jazz”!

Francesco Vignaroli

Nessun commento:

Posta un commento