11 febbraio, 2015

"Buonanotte, mamma". Conoscersi…drammatica fatica. Di Paolo Leone



Roma, Teatro Belli (Piazza Sant’Apollonia 11/a – Trastevere). Dal 10 al 22 febbraio 2015

E’ un testo di straordinaria potenza ancora oggi, quello di Marsha Norman (Premio Pulitzer nel 1983), messo in scena in questi giorni al Teatro Belli di Roma e interpretato da Elisabetta De vito e Sarah Biacchi, rispettivamente madre e figlia, in scena, di questo spietato spaccato familiare e sociale. Solo sulla carta americano, perché le tematiche affrontate sono universali. “Buonanotte, mamma” è così ricco di sfumature e così tremendamente attuale, che inchioda alle poltrone lo spettatore in un crescendo drammaturgico che, alla fine, lascia letteralmente senza parole, in quel silenzio che è imbarazzante interrompere con un qualsiasi commento che non sia una profonda, dolorosa meditazione. Thelma (De Vito) e Jessie (Biacchi), sono le due donne che vivono insieme, entrambe nelle proprie solitudini che mai sono venute realmente in contatto. Vite desiderate e non vissute, parallelamente a quelle visibili e ipocritamente accettabili. Verità taciute, il bisogno di attribuire delle colpe a qualcuno, l’illusione di possesso e la sconvolgente consapevolezza di non possedere nulla, nemmeno le proprie esistenze, se non la capacità di prendere una decisione.
 

Anche se per l’ultima volta, anche se la verità, ora finalmente possibile, si palesa ma solo per un istante, per una sola sera. L’ultima di Jessie, lucidamente decisa a togliersi la vita. Due donne fino ad allora sostanzialmente passive, l’una ferma nel suo ruolo di madre protettiva al costo di occultare verità scomode e convivere con la mancanza d’amore per il marito, l’altra nel suo ruolo di figlia compiacente che vede sgretolare ogni sua illusoria conquista, dal matrimonio fallito ad un figlio delinquente. Quest’ultima “triste, stanca, ferita”, comunica pacatamente alla madre che al termine della serata, si sparerà perché ha scelto consapevolmente la sua “calma senza problemi”. Il confronto-scontro dialettico che ne scaturisce scuote entrambe da quel torpore che come cenere soffoca verità inconfessate e affetti compressi ed inizia finalmente una lunga reciproca confessione, un percorso a ritroso che svelerà, come in un puzzle, i tasselli ora dolorosi, ora struggenti e teneri, che hanno composto le loro vite e che, finalmente, le farà entrare in quell’empatia capace di spazzare via la solitudine di cui si sono nutrite per tanti anni e di farle conoscere come mai era accaduto. Un estremo, tardivo, drammatico, reciproco afferrarsi. Tragicamente inutile.
Elisabetta De Vito e Sarah Biacchi danno vita ad interpretazioni intense, ottimamente dirette dalla regia di Ciro Scalera con un ritmo serratissimo, che non lascia spazio al rischio del melodrammatico e la scenografia, di Massimo Marafante, è molto bella ed accurata, ricca di simbolici significati.

Alla luce di un testo così ricco e intenso, lo spettacolo ha forse bisogno di crescere ulteriormente con un buon rodaggio, ma sin da ora si può tranquillamente definire interessantissimo, da vedere. Per riflettere, per emozionarsi, per apprezzare dell’ottimo teatro, che non lascia indifferenti e che interpella il cuore di ogni spettatore. Coraggioso e necessario proporlo, di questi tempi.

Paolo Leone


N.O.S. – Nuovo Orizzonte Spettacolo presenta: Buonanotte, mamma. Di Marsha Norman.
Con: Elisabetta De Vito e Sarah Biacchi.
Regia di Ciro Scalera; Scena e costumi di Massimo Marafante; Aiuto regia: Davide Strava; foto di scena: Marco Pasqua.


Si ringrazia l’ufficio stampa della Compagnia, nella persona di Maya Amenduni.

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