21 gennaio, 2015

"La volatà di Calò", storia di un giovane visionario. Di Laura Cavallaro


Teatro Angelo Musco, Catania. Dal 13 al 25 gennaio 2015

Ha un sapore tutto genuino, di un tempo che è stato e che forse non sarà più, lo spettacolo "La Volata di Calò" in scena al teatro Angelo Musco di Catania dal 13 al 25 gennaio 2015. Tratto dal romanzo del giornalista Gaetano Savatteri (edito da Sellerio nel 2008), il testo racconta il sogno visionario, ma poi neanche tanto, del giovane Calogero Montante detto Calò, interpretato da Liborio Natali. “Tutti in Sicilia dimenticano come si chiamano” sottolinea il saggio maestro Grillo (Mimmo Mignemi) perché prendono un nomignolo che li accompagnerà a vita, proprio come il nostro protagonista. Calogero il giovane sognatore che in sella alla sua bici va in giro per le vie di campagna, con il vento a sfiorargli il viso, a immaginare con il cugino Lillo (Giorgio Musumeci) il Giro D’Italia. Un’intera esistenza, quella di Calò, nato e vissuto nel paesino di Serradifalco provincia di Caltanissetta, dedicata alla passione per le biciclette che lo spingerà a creare dal nulla un impero imprenditoriale in grado di far concorrenza all’unica fabbrica di biciclette esistente allora, la Bianchi di Milano. Apre la sua prima officina in via Dante, la via principale del paese, spendendo ore ed ore nella realizzazione di ogni singola bici costruita con amore e dedizione. Un lungo racconto, dunque, dalla giovinezza alla maturità, in un’Italia mutevole e ballerina.
 

La felicità familiare e la soddisfazione lavorativa saranno spazzate via in un attimo dalla guerra, e ancora una volta il coraggio di ricostruire tutto da capo, con la dignità di non piegare mai la testa, nemmeno davanti ai pezzi da novanta. In questo caso la realtà diventa leggenda, come i grandi campioni del ciclismo: Girardengo, Binda, Bartali, Coppi, e per una strana circostanza del destino la vita di Montante e quella di Camilleri si sfioreranno. Mentre la guerra imperversava il giovane Andrea, sfollato nel paesino di Serradifalco, decise di raggiungere il padre ad Agrigento non avendo da tempo sue notizie. La zia gli prestò una biciletta Montante, una di quelle destinata agli ufficiali dei Carabinieri che rispetto alle altre aveva le gomme piene, perché non sarebbe stato decoroso per un’autorità riparare una gomma forata. Camilleri con immenso stupore scrive: “Non sapevo che le gomme erano piene allora! Non forai mai! Non si ruppe un raggio, non si ruppe mai nulla. Ma che splendida bicicletta! Una meravigliosa bicicletta Montante! Era robustissima e leggera, elegante, funzionale”.

Le scelte registiche di Fabio Grossi sono state per lo più vincenti, giusti gli interpreti ed altrettanto interessante l’uso dei video proiettati su fondale bianco per ovviare alla scenografia tradizionale e rendere il tutto più dinamico, come quando Lillo e Calò pedalano e dietro scorre il paesaggio. Tuttavia non possiamo fare a meno di notare che i video in certi passaggi risultano ridondanti. Le scene a due e a tre dei protagonisti: Mignemi, Natali e Musumeci funzionano alla perfezione, per via di un’affinità forte che funge da collante nel racconto. Musumeci ha saputo alimentare il personaggio di Lillo d’innocenza fantastica e di energia allo stato puro, bravo anche Natali, il quale ha posto l’accento, con il linguaggio e la gestualità del corpo, alla crescita umana di Calò. Mimmo Mignemi, veterano del palcoscenico e interprete d’impareggiabile bravura, racconta con semplicità il maestro Grillo, un faro per gli abitanti del paese e anche il personaggio che rivolgendosi direttamente al pubblico narra la storia. 
Nei panni della moglie di Calogero la dolce e tenace Maria, Lucia Portale, mentre in quelli della nipote Mara Di Maura. I giovani allievi della scuola d’Arte Drammatica “Umberto Spadaro” hanno costituito lo scheletro della pièce nei momenti corali, una menzione a sé va alla simpatia di Luigi Nicotra nei panni dello “scemo del villaggio”. Un ottimo debutto per questa nuova produzione firmata Teatro Stabile di Catania, dove alla base di tutto c’è la voglia di fare e realizzare i propri sogni nonostante gli ostacoli, perché in fondo tutti abbiamo bisogno di credere in qualcosa.

Laura Cavallaro


Regia e allestimento scenico Fabio Grossi
Costumi e opere di scena Angela Gallaro
Video Mimmo Verdesca
Cartoonist Turi Scandurra
Movimenti scenici Donatella Capraro
Luci Franco Buzzanca
Personaggi ed interpreti
Maestro Grillo Mimmo Mignemi
Calò Montante Liborio Natali
Lillo Montante Giorgio Musumeci
Maria Giarratana Lucia Portale
La nipote Mara Di Maura
Il bambino Alessandro Giorgianni
Gli allievi del IV anno della Scuola Umberto Spadaro: Michele Arcidiacono, Azzurra Drago, Luciano Fioretto, Gaia Lo Vecchio, Luigi Nicotra.
La voce del favoliere è di Leo Gullotta

1 commento:

  1. si lo voglio fare anche io e una bella idea e.m.l. a .n. u.e. l. . a

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