12 novembre, 2014

“Variazioni enigmatiche”. Se la verità delude, la menzogna è necessaria. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Ghione (via delle Fornaci 37). Dall’11 al 16 novembre 2014
  
Un raffinato gioco psicologico, sul filo della menzogna. O della verità, che è la stessa cosa. L’illusione e la disillusione. Nulla è come sembra, o lo è solo grazie a nostre proiezioni, a nostre aspettative. Un uomo, un grande scrittore, premio Nobel, ritiratosi a vivere ai confini del Polo Nord, misantropo, apparentemente sicuro di sé, accoglie con il fucile in mano uno sconosciuto giornalista giunto per intervistarlo sul suo ultimo successo editoriale. Ognuno dei due si aspetta qualcosa dall’altro, ognuno cela un segreto che pian piano, tra un bicchiere di whisky e una staffilata sulle reciproche condizioni di vita, si va delineando. “La verità delude sempre”, ma in questo caso sarà tanto devastante per Abel Znorko,  scrittore, quanto lo fu anni addietro per Erik Larsen, pseudo giornalista.

Ci sono tutti, gli elementi della drammaturgia di Eric-Emmanuel Schmitt, l’autore di questa pièce scritta nel 1996. I rapporti complessi tra gli esseri umani, basati su un’incomprensione di fondo irrisolvibile, l’incomunicabilità tra uomo e donna (soltanto?), il fascino del mistero la cui bellezza “è il segreto che contiene, non la verità che nasconde”. Un lungo duello dialettico tra i due uomini, ricco di colpi di scena e considerazioni opposte sulla vita in genere e su quella di coppia in particolare. Un testo bellissimo, profondo, che non disdegna un certo senso dell’umorismo pur nella drammaticità degli eventi. Saverio Marconi, l’interprete dello scrittore, è perfetto nel ruolo. Alterna efficacemente i toni sprezzanti e sarcastici iniziali con quelli venati di dolore per una vita sublimata e non completamente vissuta. Gian Paolo Valentini, alias Erik Larsen, fatica un po’ ad entrare pienamente nel personaggio, anch’esso molto contraddittorio, per poi essere più convincente nella seconda parte. E’ una prima e al cospetto di cotanto compagno in scena non deve essere certo facile.
Il rapporto tra gli esseri umani possiamo solo intuirlo, ma mai afferrarlo. Questo è quanto Schmitt ci dice con questa sua opera, rappresentata in Francia da Alain Delon e in Inghilterra da Donald Sutherland, il cui titolo fa riferimento ad “Enigma Variations”, composizione del musicista Edward Elgar (quattordici variazioni su una melodia impossibile da riconoscere). Il tema del doppio, due verità e due menzogne, passione o amore, la paura del sentimento “perversione della sessualità”, vita vissuta e vita scritta, l’inafferrabilità dell’altro, il bisogno inconfessato di amare comunque. Cosa siamo disposti a credere pur di continuare ad illuderci di amare? E’ l’interrogativo grottesco del sorprendente finale.
Da vedere con la massima attenzione.

Paolo Leone


Compagnia della Rancia presenta: Variazioni enigmatiche, di Eric-Emmanuel Schmitt.
Traduzione di Saverio Marconi e Gabriela Eleonori
Con Saverio Marconi e Gian Paolo Valentini
Scene e costumi di Carla Accoramboni; Luci di Valerio Tiberi. Regia di Gabriela Eleonori

Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Ghione nella persona di Claudia Maria Ragno

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