24 agosto, 2014

"Sei una bestia, Viskovitz". Uno spettacolo insolito, per sorridere, studiare, riflettere… e capire che siamo tutti Viskovitz! Di Paolo Leone


Roma, Fontanone Estate. Venerdì 22 agosto 2014

Ci sono titoli, spettacoli, fuori dai grandi giri, che innegabilmente attirano, almeno noi. Nella cornice antica della rassegna Fontanone Estate, quella storica, all’interno del fontanone stesso, delicata e preziosa, la direzione di questa bellissima rassegna piazza eventi “chiccha”, piccoli spettacoli – affreschi che è bello seguire in una così piccola platea, nel cartellone indicata come “palco piccolo” e divenuta famosa alla massa grazie alle prime inquadrature de “La grande bellezza”. E’ un merito non piccolo, invece, scovare e proporre, in questo cuore dell’estate romana che batte da diciannove anni, titoli come quello che ci ha incuriositi: “Sei una bestia, Viskovitz”. Tratto dal libro di Alessandro Boffa, biologo e scrittore, un vero caso letterario, tradotto in tantissime lingue nel mondo. Un Esopo dei nostri giorni, che realizzò i suoi racconti divertenti ma invitanti alla riflessione sulla vita degli animali a una prima lettura, degli esseri viventi tutti ad una seconda, dell’uomo a quella definitiva. Le storie, di diverse “bestialità”, hanno tutte degli elementi comuni. Il protagonista, ora tenia, ora mantide, poi squalo, spugna, o pesce, o lumaca, fino all’ultimo in ordine di apparizione, un microbo (e c’è un motivo se appare per ultimo anziché per primo), si chiama sempre Viskovitz, un io narrante nelle varie forme esistenziali.
 

Ossessionato dal sesso, funzione riproduttiva indispensabile alle varie specie, come solo un biologo può comprendere. Nudo e crudo, necessario appunto, se vogliamo anche bizzarro o repellente (nell’umano sentire), ma quello è il motore del mondo animale. Ricco di terminologie scientifiche, i testi di ogni racconto ammantano di ironia le funzioni basilari di ogni organismo vivente. E quindi troviamo “un” mantide affetto da eiaculatio precox che la scampa ad ogni rapporto, uno squalo dall’accento siciliano che invita “come cena” i parenti, una spugna confusa dal suo ermafroditismo e via narrando. Su un foglio di carta tutto si può scrivere, ma se si vuole trasformare in scena il tutto? Lo abbiamo scoperto, piacevolmente, venerdì scorso. Daniela Di Giusto, bravissima sul palcoscenico, muta forma, voce, sesso, dando vita a una parte degli esseri raccontati da Boffa, e lo fa in maniera sorprendente. Surreale sicuramente, ma nel dipanarsi dello spettacolo, si riesce a comprendere, per il ciclo ripetitivo delle vite rappresentate, il porto verso cui la barca naviga tra costumi meravigliosi e capacità attoriale non comune. I vari Viskovitz, di ogni specie, nascono, crescono, si riproducono, tentano di non morire. Tentano, appunto, perché il ciclo della vita è spietato. L’unico elemento che rappresenta una sorta di disturbo a questa ciclica sorte è l’Amore, che ha sempre lo stesso nome, pur cambiando forma: Ljuba. Ogni essere ha la sua Ljuba, ogni essere ha degli amici (Zucotic, Petrovic e Lopez) ma il terminal del viaggio è uguale per tutti. Ci vuole una fantasia fuori dal comune per rappresentare teatralmente le pagine del libro. Daniela Di Giusto ci riesce molto bene, è poliforme, inquietante, ironica, bravissima anche nei movimenti scenici e si avvale della sua stessa regia, che a tratti ha del magico, di scene essenziali, di musiche e luci che confezionano un prodotto di qualità non facile da realizzare, surreale come i racconti stessi. L’interpretazione del microbo, ultimo solo per affermare il senso del tutto, è illuminante, sul palco come nel libro. Bestia (ancora) non è, ma nell’entusiasmo riproduttivo scopre che l’Essere finito, dopo tutta la fatica per diventarlo, da un primo organismo unicellulare, deve morire. Glielo ordina una voce, dopo avergli spiegato il processo per diventare bestia. L’inizio del ciclo. L’inizio di tutto. Di tutti noi Viskovitz.
Lo spettacolo è stato dedicato, da Daniela Di Giusto, alla memoria di Daniele Formica, per anni ospite di questa rassegna.

Paolo Leone


Sei una bestia, Viskovitz. Di Alessandro Boffa. Tratto dall’omonima opera letteraria di A. Boffa, edita da Garzanti Libri SPA
Con: Daniela Di Giusto e Cristina Putignano
Scena: Daniele Iraci; Costumi: Giovanna Lombardo; Musiche: Antonio Arena, Lamberto Macchi e Silvio Piersanti; Luci e Aiuto regia: Cristina Putignano; Voci fuori campo: Greta Bonetti, Daniela Di Giusto, Elena Liberati, Massimiliano Plinio, Cristina Putignano. Regia: Daniela Di Giusto

Si ringrazia l’ufficio stampa nella persona di Elisabetta Castiglioni

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