25 maggio, 2014

VENTO DI TRAMONTANA. Di Laura Cavallaro


Teatro Musco, Catania. Dal 20 al 25 maggio 2014

Foto Antonio Parrinello
Sempre più spesso la drammaturgia contemporanea attinge al vasto mondo del romanzo e dei suoi autori per raccontare spaccati  ben precisi di società. Il Teatro Stabile di Catania non è affatto nuovo a questo tipo di cooperazione, che si è consolidata negli anni, e che si rinnova anche nell’ultimo spettacolo che conclude la ricca stagione 2013/2014. Lo fa con il fortunato best seller “Vento di tramontana” ( Mondadori 2010) del giornalista agrigentino Carmelo Sardo, adattato per il teatro da Gaetano Savatteri. Lo spettacolo con la regia di Federico Magnano San Lio è emozionante e ricco di spunti sul significato della vita, con interpreti, oltre all’eccellente cast di professionisti, alcuni attori speciali. Gianluca Belfiore, Erminio Caruso, Davide Intravaia, Giuseppe Manuli, Guglielmo Quattrocchi e Salvatore Rapisarda sono detenuti e non soltanto sul palcoscenico;  l’Istituto Penitenziario di Giarre, dove stanno scontando la loro pena per reati minori, promuove da tempo una serie di progetti di “teatro in carcere” a scopo terapeutico e pedagogico. Nonostante i sei giovani, al loro debutto teatrale, fossero visibilmente commossi hanno apportato un grande contributo umano alla messinscena.
Federico ( Luca Iacono) è un giovane ventenne come ce ne sono tanti, ama uscire, ha una ragazza, ha degli amici, finchè per svolgere il servizio militare viene inviato sull’isola di Favonia, nel supercarcere. Strappato via dalla sua vita, si trova catapultato in una realtà a sé stante, popolata da capi mafia, gregari e killer spietati. Non è facile fare i conti ogni giorno con punizioni, suicidi, perquisizioni e vendette ma pian piano imparerà a conoscere le storie dei detenuti e soprattutto le regole del carcere. Così, rimasto consegnato a causa del suicidio di un detenuto, il ragazzo viene istruito sui riti carcerari dai suoi compagni d’avventura: il burbero ma paterno Maresciallo Mastropietro (Mimmo Mignemi), il detenuto bibliotecario Infurna ( Mario Incudine) e il boss Sferlazza (David Coco).  L’amicizia con quest’ultimo si consoliderà a tal punto che il giovane sarà complice nel concedergli il quarto d’ora d’amore, che ogni domenica spetta ad un detenuto, con sua moglie Angela (Marina La Placa). Sferlazza ha un unico desiderio, un uomo come lui che si è macchiato dei crimini più atroci e delle peggiori nefandezze, vuole avere un figlio.  Ma la tragedia sarà in agguato.
Foto Antonio Parrinello
La scenografia firmate dall’artista Angela Gallaro, che ha realizzato anche gli i costumi, è semplice ma allo tempo grandiosa. Composta da tre quadri sospesi sul palcoscenico, due dei quali hanno come soggetto le grate del carcere, sottolinea , grazie ad un ottimo disegno luci, le svariate sfumature di colore ed il bellissimo effetto di tela stropicciata. Come in un magia, i dipinti mostrano ancora un altro volto quando vengono usati a mo’ di schermo per proiettare immagini e parole.
Il regista trova molte soluzioni gradevoli per la scena, apprezzabilissimo il canone finale tra il protagonista e il boss o il gioco creato con i detenuti, spesso nascosti dietro le grandi cornici a simboleggiare, probabilmente, queste vite spezzate a metà. Il pregio migliore è stato certamente la capacità di  tratteggiare alla perfezioni i caratteri dei personaggi. Luca Iacono nel vestire i panni di Federico sciorina grande naturalezza, sottolineando con le parole e i gesti la crescita del personaggio, che nell’arco di nove mesi, da ragazzo diventa uomo, “ Stare qui dentro è stato come rinascere un’altra volta” affermerà sul finale. Degna di nota la prova di David Coco, che fosse un attore di notevole spessore ce n’ eravamo accorti da tempo ma nell’interpretare il “cattivo con un cuore”, dove usa una recitazione curata ed espressiva, risulta perfetto. Marina La Placa ha un grande carisma, nonostante la giovane età, l’attrice fa sfoggio di grandi doti non soltanto recitative ma anche canore, ed è perfettamente a suo agio sulle tavole del palcoscenico . A coronare la straordinarietà dello spettacolo le musiche di Mario Incudine, nella triplice veste di compositore, cantante e attore. I brani sono ricercati nella musica e densi di significati nei testi. Lo spettacolo che evidenzia il dramma del carcere lo fa tenendo conto dei tanti punti di vista e delle varie parti in causa .
Gradita questa attenzione al sociale da parte del teatro, la quale lancia un messaggio forte come il vento di tramontana che fischiando ti entra nella ossa.

Laura Cavallaro


Vento di tramontana
riduzione e adattamento Gaetano Savatteri
regia Federico Magnano di San Lio
scene e costumi Angela Gallaro
musiche originali e canzoni Mario Incudine
luci Franco Buzzanca
con Mimmo Mignemi, David Coco, Mario Incudine
Luca Iacono, Marina La Placa Gianluca Belfiore, Erminio Caruso, Davide Intravaia,Giuseppe Manuli, Guglielmo Quattrocchi, Salvatore Rapisarda
Si ringrazia per la gentile collaborazione l'Istituto Penitenziario di Giarre
Produzione Teatro Stabile di Catania
Teatro Musco dal 20 al 25 maggio 2014

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