05 maggio, 2014

LE CRAZY HORSE A MILANO. Intervista a Gloria Di Parma. Di Chiara Pedretti


Foto Chiara Pedretti
Il 2 Luglio 2014 arriva in Italia per la prima volta il Crazy Horse, l’autentico ed esclusivo cabaret di Parigi, con lo spettacolo Forever Crazy, in scena a Milano, al Teatro Nuovo, per un paio di settimane. Un omaggio ad Alain Bernardin, fondatore del Crazy Horse, raccoglie il meglio del leggendario repertorio, tra cui anche il classico God Save Our Bereskin, il numero che dal 1989 apre tutte le serate del locale parigino. Fondato nel 1951 da, appunto, Alain Bernardin con l’intenzione di creare uno spettacolo di cabaret in cui la donna ne fosse il centro, concepisce ogni numero come un quadro moderno ed impertinente, progettato intorno al linguaggio coreografico, scenografico e delle proiezioni.
In occasione del prossimo tour, abbiamo incontrato Gloria Di Parma, l’unica ballerina italiana del cast. Deve il “cognome” alla sua città natale, di cui conserva il piacevole accento. Altissima, magra, di gran classe con un fisico da urlo, si rivela una persona simpaticissima, alla mano e per niente snob: fisicamente impressionante, praticamente perfetta, ed umanamente semplice e cordiale.

Gloria, raccontaci della tua esperienza al Crazy Horse: come hai iniziato?

Avevo studiato danza per anni, in quel periodo insegnavo e la mia insegnante mi ha suggerito di provare a mandare il curriculum al Crazy Horse: inizialmente ero molto titubante, non era il genere di spettacolo a cui ero abituata, avevo visto degli spettacoli, ma mandai lo stesso CV e foto. Non mi sentivo per niente all’altezza, invece mi hanno chiamato dopo un mese per presentarmi ad un’audizione. Non ci potevo credere!

Com’è un’audizione al Crazy? Diversa dalla classiche, immagino.

Sì, innanzi tutto ci si deve presentare con capelli sciolti, tacchi alti e string. Per prima cosa ci hanno prenso le misure e controllato l’elasticità, chiedendo di inarcare la schiena o di fare movimenti simili. Per chi, come me, aveva sempre studiato danza accademica, voleva dire tutto l’opposto: niente schiena dritta o glutei tenuti. Immagina danzare o fare passi di danza classica con i tacchi! E’ completamente un’altra cosa, un’impostazione di postura opposta a quella a cui si è abituati. Questa è una prima selezione: ci hanno poi rimandato in camerino e successivamente hanno chiamato i numeri delle ragazze che avevano passato la selezione. Io, con il mio francese approssimativo allora, avevo capito esattamente il contrario, ossia che i numeri chiamati si riferivano a chi avevano scartato! Per fortuna una delle mie compagne mi ha spiegato bene che se avevano chiamato il mio numero dovevo restare! Successivamente chiedono alcuni minuti di improvvisazione, tutto sui tacchi; dopodiché rimandano in camerino e fanno la scelta finale. In realtà, al di là del fisico in sé e delle doti fisiche, guardano molto la personalità, il talento: vogliono personalità forti.

Quindi ti hanno preso alla prima audizione!

Sì, mi hanno offerto inizialmente un contratto a Las Vegas che però ho rifiutato per motivi familiari. Poi per un anno non ho più sentito nessuno, iniziavo infatti a pensare di non avere più possibilità! Invece mi hanno chiamato e dopo settimane di prove incessanti ho debuttato, il 5 aprile del 2012. Un’emozione indescrivibile!

Foto Riccardo Tinelli
Com’è il resto del corpo di ballo?

Siamo quindici ballerine in tutto, e tutte intercambiabili: ognuna di noi impara tutti i ruoli di tutti gli spettacoli, di modo da poterci alternare senza problemi, dato anche che c’è chi parte per le tournées all’estero e chi resta a Parigi. Inoltre, capitano spesso infortuni con l’uso così massiccio del corpo. La maggior parte delle ragazze sono francesi, io sono l’unica italiana, ma sono un po’ da tutto il mondo. Certo, fisicamente siamo simili, tanto che in certi numeri sembriamo tutte uguali! Non ci sono invece danzatori uomini, come per esempio al Moulin Rouge: solo ragazze. Gli unici uomini sono i tecnici ed i camerieri in sala… C’è rispetto ma distacco, non certo interazione. Ai tempi di Bernardin addirittura era vietato a chiunque dello staff rivolgere la parola alle ballerine: ora siamo nel 2014, per fortuna…
Cosa vuol dire Crazy Horse per te?
Per me è un sogno, ormai sono fissa là, è la mia casa. Non tornerei mai indietro, assolutamente!


Curata da Chiara Pedretti



Si ringrazia: Marco Guerini Comunicazione – Bianca Villa – Silvia Reissner

Teatro Nuovo
Piazza San Babila
dal 2 luglio 2014, ore 2045
www.lecrazyhorseparis.com

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