01 maggio, 2014

Il cinema cambia volto: le Film Commissions del Veneto. Di Giovanni Rubin


Con la serie di interventi che verranno pubblicati su Il Corriere dello Spettacolo cercherò di offrire una panoramica sull’attuale situazione del cinema Veneto, da un triplice punto di vista, quello dei registi, quello dei produttori e quello delle istituzioni. Provvederò a realizzare questo intento attraverso interviste, recensioni ed approfondimenti.
Questo primo articolo tratta di un’evoluzione avvenuta nel mondo della produzione cinematografica, a cui la regione veneta si è adattata con particolare tempestività e pervasività.
Negli ultimi anni, infatti, l’universo suddetto ha subito una profonda trasformazione – per non parlare di vero e proprio ridimensionamento –, soprattutto nel campo dei finanziamenti. Con la progressiva diminuzione dei fondi tradizionali, come quelli statali, hanno preso piede anche in Italia le Film Commissions.
Si tratta di enti che hanno la finalità di promuovere l’immagine di una dato territorio, che solitamente va dalla città alla regione, garantendo ai produttori diverse agevolazioni. Queste vanno dai veri e propri finanziamenti, alle facilitazioni per l’ottenimento di permessi, come ad esempio l’occupazione gratuita di suolo pubblico, fino alle convenzioni per il noleggio dell’attrezzatura ed i pernottamenti della troupe.
Il Veneto ha adottato una propria Film Commission nel 1999, ma col passare degli anni i riferimenti per produttori e registi si sono moltiplicati, con il risultato che, ad oggi, nel territorio regionale, sono presenti per ben sei enti, rispettivamente per promuovere Venezia, Vicenza, Padova, Verona, la Marca trevigiana ed il Polesine, l’area del rodigino compresa tra Adige e Po.
Passando in rassegna i film che hanno ricevuto il supporto delle Commissions venete, si scoprono opere di un certo valore, segno di un ruolo sempre più importante nel mondo della produzione cinematografica.
Solo per citare qualche esempio, Padova non poteva esimersi dal dare ospitalità ad uno dei suoi massimi rappresentanti, ovvero Carlo Mazzacurati con il suo La giusta distanza (2007), pellicola ambientata principalmente nel Polesine, ma che non manca di mostrare location patavine come il celebre Caffè Pedrocchi, l’ospedale, il tribunale e degli studi televisivi. La città del Santo è stata teatro anche di Io sono Li (2011) – film di cui si parlerà in uno dei prossimi interventi – di Andrea Segre, nello specifico per quanto riguarda le riprese nel Centro all’ingrosso sito in zona industriale.
La commissione regionale ha invece finanziato – in collaborazione con i corrispettivi enti di Friuli Venezia Giulia, Trentino ed Alto Adige – il primo film di finzione del documentarista padovano Alessandro Rossetto, autore di Piccola Patria (2013), mentre quella di Verona ha ospitato Diaz (2011) di Daniele Vicari per alcune scene carcerarie. Per terminare questa breve carrellata non si può mancare di ricordare la Commission di Vicenza in relazione all’atteso film di Ermanno Olmi sulla prima guerra mondiale, Torneranno i prati (2014), girato sull’altopiano di Asiago.
Sull’ente vicentino è doveroso spendere qualche parola in più, essendo il rappresentante veneto nell’Italian Film Commissions, una piattaforma che riunisce sedici tra le più importanti Commissions del paese. Negli ultimi anni Vicenza ha intensificato i contatti con i nuovi e più grandi mercati cinematografici mondiali, come la Cina e l’India, che ormai periodicamente si appostano all’ombra della Basilica Palladiana per girare i loro film ed i loro servizi televisivi. Ma Vicenza ha fornito supporto anche per la realizzazione di uno spot popolare come quello del gestore telefonico 3, che ha voluto associare il suo marchio alla città murata di Marostica, lontana appena mezz’ora dal capoluogo.
Come appena visto il cinema è solo la punta dell’iceberg del lavoro svolto dalle Film Commissions, che si occupano anche di pubblicità, documentari, servizi fotografici, fiction o film per la tv, come accaduto a Treviso per La Tempesta (2014), andato in onda su Rai 1 proprio pochi giorni fa. Inoltre esse dispongono di numerosi archivi per la ricerca dei luoghi più adatti per girare – suddivisi per categoria – e di database con i nomi di coloro che operano nel settore, dal personale tecnico agli attori.
Nel prossimo intervento avrò modo di farvi scoprire un’altra strada che è stata percorsa per rendere possibile la nascita di un film. Lo farò attraverso un’intervista ad un giovane regista vicentino, Pietro Parolin, autore di Leoni.


Giovanni Rubin

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