04 maggio, 2014

TORINO JAZZ FESTIVAL: una festa all’insegna del suono e del ritmo. Di Sabina Filice


Si è chiusa la terza edizione del Torino Jazz Festival. Quest’anno il programma è stato ancora più ricco di eventi e sorprese. Per sette giorni Torino ha avuto i migliori jazzisti al mondo che si sono esibiti tra Piazza Castello, Auditorium Rai, Piazza Vittorio, teatri e moltissimi locali della città.
Le piazze affollate hanno fatto sì che diverse culture e arti si abbracciassero tra loro.
Gli artisti dal Sudafrica, Italia, Camerun, Brasile, Norvegia, Stati Uniti, Marocco, Iran, rappresentavano culture eterogenee e con diversa appartenenza, ma legate da un unico filo conduttore: La Musica.















Tra gli ospiti più significativi di questo TJF da sottolineare le esibizioni di Manu Dibango del Camerun, il Leone d’ Africa, che ha trasmesso tantissima energia al pubblico facendolo ballare ininterrottamente per circa due ore,




















Diana Schuur da Washington,  che ha confermato la sua grande estensione vocale e forza interpretativa,














Caetano Veloso, cantautore e chitarrista, icona della musica brasiliana nel mondo,













Enzo Avitabile, partenopeo doc, sassofonista e cantautore che con le sue note musicali e la sua voce ha scatenato tutta la folla, che lo ha richiamato più volte sul palco.



















Sempre da Napoli, Daniele Sepe ha aperto il Festival il 25 aprile per il concerto della Liberazione richiamando il concetto della Resistenza, includendo nella sua esibizione brani di Frank Zappa, Charlie Mingus e dei mitici Area.


















Il palco di Piazza Castello ha visto come ospite anche Al Di Meola (chitarrista del New Jersey di genere jazz fusion) con un progetto dedicato ai Beatles, un amore giovanile mai sopito.


















Come sempre l’evoluzione culturale e artistica del jazz ha la peculiare capacità inclusiva delle diverse società e nel contempo di accettazione, valorizzazione e rispetto dell’ altrui identità.
Il jazz anche quando non si esprime con le parole, ma solo attraverso l’unicità del suono e degli arrangiamenti, esprime contenuti di alto livello artistico e spirituale, che permettono all’ascoltatore di dare maggiore peso a ogni singola nota, suono e al “sentire”.















Il Torino Jazz Festival ha chiuso il 1° Maggio con una grandissima festa che iniziata alle 15,30 ha visto tra i protagonisti la Taranta Nera, Paolo Fresu Quintet e il concerto delle 23 di Elio e le Storie Tese con il loro rock demenziale.




Il pubblico ha risposto in maniera entusiasmante non solo alle esibizioni dei grandi concerti di Piazza Castello, ma anche a tutti i concerti del Fringe di Piazza Vittorio Veneto, Jazz Club e lungo il Po.  A Festival ultimato il direttore artistico del TJF, Stefano Zenni, e l’ organizzazione tutta possono essere fieri del risultato ottenuto; nonostante l’inclemenza del tempo, le piazze  del centro sono sempre state affollatissime e il pubblico ha veramente sostenuto tutta la manifestazione.  Ottima la presentazione del collaudato duo Fabio Freedom Giudice e Manuela Grippi.
Ora non possiamo che attendere le novità della prossima edizione.














Sabina Filice

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