10 ottobre, 2013

"Io e Roma". Passeggiando per Roma con Gianfranco D'Angelo. Di Paolo Leone


Roma, Teatro dell’Angelo. Dal 3 al 20 ottobre 2013

Quando finisce uno spettacolo come quello andato in scena stasera al Teatro dell’Angelo di Roma, con Gianfranco D’Angelo protagonista e come titolo “Io e Roma”, ti domandi a cosa hai assistito. Operazione nostalgia? Omaggio ad una città e ai suoi artisti che non ci sono più? Rimpianto di tempi passati e ormai svaniti? O piuttosto ironico dipinto di un popolo, di un orgoglio disincantato, che nasconde un graffio in ogni sorriso, di un modo di essere che nonostante tutto riemerge qua e là, ammantando di una poetica popolare anche le brutture e le alienazioni odierne? “Io e Roma”, con la regia di Giacomo Zito e un Gianfranco D’Angelo in grande spolvero, si destreggia abilmente tra queste due letture. Uno spettacolo sobrio, costruito e recitato con grazia, sul filo di una comicità forse a tratti un po’ datata ma che si insinua tra le poltrone della platea con delicatezza, in maniera “sorniona” come recitano le note di regia. Una vera e propria “passeggiata” in un secolo di cultura popolare romana, con i monologhi accompagnati dalla musica dal vivo del M.o Maurizio Francisci e gli aneddoti gustosissimi raccontati da D’Angelo. Dagli antichi detti romaneschi, alle tradizioni culinarie, dalle “chicche” sui grandi protagonisti del cinema come Nino Manfredi e le sue barzellette, Sergio Leone e la sua flemma, Federico Fellini e le sue promesse non mantenute. E via, tra un sonetto del Belli ed una poesia di Trilussa, sapientemente miscelate a bellissime canzoni romane interpretate da due bravissime ragazze. Col passare dei minuti, si riesce ad entrare in un mondo che abbiamo conosciuto solo per sentito dire o visto sugli schermi del cinema, si crea un clima intimo tra protagonista e pubblico, si ride e si pensa che forse non è tutto passato, forse un briciolo di saggezza è ancora vivo in questa città violentata e deturpata. Ce lo conferma D’Angelo con i racconti sull’ironia e il sarcasmo ancora vivi nelle nostre strade, in mezzo al traffico infernale, una battuta raccolta su un autobus o da un finestrino aperto di un’auto. Quasi una chiacchierata tra amici questo spettacolo, che ridipinge e forse risarcisce l’umorismo romano, depurandolo dalle volgarità a cui troppo spesso siamo costretti da una certa comicità moderna. Forse l’unica pecca di questa pièce è la scenografia, assente. E in un teatro come questo si nota. Apre quindi con una performance molto graziosa la nuova stagione del prestigioso Teatro diretto da Antonello Avallone e nel segno della tradizione popolare romana.

Paolo Leone


 “Io e Roma”
di Borrelli e Delle Donne
Regia di Giacomo Zito
Con Gianfranco D’Angelo e il Gruppo di Musica Popolare del M.o Maurizio Francisci



4 commenti:

  1. Grazie al Direttore! Sono onorato di collaborare col corriere dello spettacolo!

    RispondiElimina
  2. Paolo, le tue recensioni sono vive, non smetterò mai di leggerti e grazie a te conoscere grandi artisti e grandi spettacoli.
    Cinzia

    RispondiElimina
  3. Leggere recensioni così ti viene proprio la voglia di andare a Teatro, quello con la T maiuscola. Grazie.

    RispondiElimina
  4. Grazie a te Paolo! Non chiamarmi direttore! Sennò mi viene da ridere! ;-)

    RispondiElimina