19 settembre, 2013

“Proteggetemi o Dei, fra bastardi ci si intende…”. Re Lear al Globe Theatre di Roma. Di Mario Di Calo


Roma, Globe Theatre. Dal 12 al 22 settembre ore 20.45, lunedì riposo

A conclusione della bella stagione estiva svoltasi presso il Globe Theatre di Roma ritroviamo un Re Lear a firma del giovane Daniele Salvo che ha condotto anche un laboratorio sul noto testo shakespeariano.
Certo il clima meteorologico, settembre inoltrato, non collima con la scelta registica di una versione quasi integrale del testo e alla fine delle tre ore circa della durata dello spettacolo il pubblico è parecchio provato dal freddo e dall’umidità, ma il fascino e l’incantesimo del posto sopperisce a tutto quanto.
La storia/leggenda di Re Lear è nota, un vecchio padre, per concludere sapientemente la sua esistenza, decide di dividere il suo regno, le sue sostanze, in tre parti uguali donandone l’usufrutto alle tre sue amate figliole, ma ognuna di loro in cambio dovrà dimostrare al genitore quanto bene gli vuole; due di esse, Goneril e Regan,  accettano di buon grado e si sperticano in elogi e generosità di affetto, mentre la terza, Cordelia, non accetta la provocazione del genitore poiché il bene non lo si può descrivere a parole. Da questo antefatto il Bardo ci racconta con la sua immensa ed infinita poesia quanto l’animo umano possa essere contorto e perverso, soprattutto se in gioco ci sono potere e soldi, e non contento specularmente ed intersecandone il plot drammaturgico vi sovrappone la vicenda di Gloucester ed i suoi figli Edgar ed Edmund, anch’essi speculari alle eroine dell’altro sesso, uno buono ed un altro malvagio.
Daniele Salvo utilizzando a tutto tondo lo spazio del Globe, porte aperte, con ingressi degli attori direttamente da Villa Borghese  ed un palcoscenico nudo - solo pochissimi elementi ed un velatino su cui spesso proietta anche delle immagini di repertorio- , annulla, cancella la sia pur aerea struttura del teatro per farci entrare nel vivo della vicenda e quasi ci interpella come giudici, accusatori e, non solo, come semplici spettatori della vicenda; veste i suoi interpreti di cappottini bordati di pellicce ed abbottonati da alamari come a sottolineare l’aspetto folkloristico britannico. Accentua ed evidenzia, con i pochi i tagli che fa, un preciso taglio drammaturgico fra le due vicende dei due vecchi protagonisti della storia: Lear e Gloucester. Fin dall’inizio è chiaro che Lear con la sua decisione è pronto ad andare al patibolo e a perdere tutto con quel trono sollevato in piazza a mo’ di gogna sottoponendosi al nostro giudizio popolare, con tanto di boia mascherati alle sue spalle.
E Graziano Piazza, interprete di Lear, scompone la sua interpretazione del personaggio, da un parte i movimenti sono rallentati e rarefatti, dall’altra vocalmente ha una grinta ed una forza che tradisce la sua giovinezza, ma nel finale con l’apparente o reale follia tutto si ricongiunge in una perfetta armonia, “E’ faticoso scivolare verso la morte…” dice, ed incarna su di sé tutta la fatica di un’esistenza… spogliati gli abiti regali finalmente è un uomo come gli altri con le sue debolezze ed i suoi errori,  le sue “spalle di vecchio” ora finalmente possono riposare insieme alla sua amata figlia Cordelia e riparare al male che le è stato inflitto.
Gli è da contorno una ottima Compagnia di attori, che, sia pur giovanissimi ma tutti all’altezza del loro ruolo, si fanno notare, poiché, per ovvie ragioni di teatro all’aperto, sono tutti microfonati; si fanno notare per l’ottimo uso che fanno del mezzo tecnico con variazioni e modulazioni tonali Marco Imparato nel ruolo di Edmund ed Elio D’Alessandro nel ruolo di Kent; una menzione particolare, ed anche il pubblico a fine spettacolo lo attesta, va a Selene Gandini che, da poco smessi gli abiti di antagonista Bianca, corteggiatissima, de La Bisbetica Domata, vista al Napoli Teatro Festival 2013 con la regia di Andrej Konchalvskj, la ritroviamo sotto tutt’altro registro marionettistico, acrobatico e canterino nel ruolo assolutamente congeniale del Fool, dove leggermente balbuziente commuove e guida responsabilmente lo spettacolo verso un’ottima e riuscitissima edizione.

Mario Di Calo


Re Lear 
laboratorio e regia di Daniele Salvo
traduzione di Emilio Tadini
FRANCESCO BISCIONE, MARCO BONADEI, MIMOSA CAMPIRONI, SIMONE CIAMPI, ELIO D’ ALESSANDRO
PASQUALE DI FILIPPO, DIEGO FACCIOTTI
MARCELLA FAVILLA, SELENE GANDINI
ALESSIO GENCHI, MARCO IMPARATO
MATTEO PROSPERI, GRAZIANO PIAZZA
SILVIA PIETTA, MATTEO MILANI
GIULIANO SCARPINATO
SCENE E COSTUMI Silvia Aymonino
MUSICHE Marco Podda
IMMAGINI VIDEO
Indyca
Prodotto da Politeama Srl


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