02 agosto, 2013

LA FOLLE GENIALITA' DI ELIO E LE STORIE TESE CONQUISTA CORTONA. Di Francesco Vignaroli


Cortona Mix Festival, Cortona, Piazza Signorelli. Giovedì 1 agosto 2013


"MI HA DETTO MIO CUGGINO CHE UNA VOLTA HA VISTO IN SPIAGGIA UN CANE E INVECE ERA UN TOPO" (da "MIO CUGGINO", 1996)

"DITEMI PERCHE'/ C'E' UN DIRIGIBILE MARRONE SENZA ELICA E TIMONE/ DENTRO ME" (da "NUBI DI IERI SUL NOSTRO DOMANI ODIERNO", 1997)

"SCUSI, C'E' ZORRO?" (dal video di "DISCOMUSIC", 1999)


E' possibile fare grande musica componendo canzoni dai testi trash, demenziali, nonsenso? La risposta è sì, a patto che a farlo siano persone dotate di intelligenza, ironia e, ultima ma non ultima, competenza musicale; di tali requisiti gli ELIO E LE STORIE TESE ne hanno da vendere, e lo dimostrano ormai da più di trent'anni, scanditi da 9 album in studio ed un numero incalcolabile di esibizioni live (con le quali si sono fatti almeno un decennio di utilissima gavetta nei locali milanesi, prima del debutto su disco del 1988). Ed è proprio dal vivo che gli "ELII" danno il massimo, proponendo la loro musica in una cornice cabarettistica che permette loro di sprigionare tutta la capacità creativa e la carica comica di cui sono dotati, coniugando leggerezza tematica -a volte solo apparente- ed impeccabile perizia strumentale, testi puerili e funambolismi musicali da prog-band anni '70; sì, perché dietro la parvenza di una scombiccherata congrega di mattacchioni, si nasconodono fior di musicisti temprati da anni di studio -lo stesso Elio è diplomato in flauto traverso al conservatorio Verdi di Milano- , talmente preparati da potersi permettere il lusso di giocare con qualunque genere musicale, per la gioia di un pubblico fedelissimo che non finisce mai di stupirsi.

La tappa cortonese del "TOUR BIANGO" (credo si tratti della prima volta in assoluto degli ELII nella nostra città), organizzata dal "CORTONA MIX FESTIVAL" in collaborazione con "INSANAMENTE CORTONA SOUND FESTIVAL", non ha tradito le aspettative ed ha confermato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, tutta la dirompente, trascinante energia dal vivo della band milanese che, a dispetto di un inizio un po' tiepido, è riuscita man mano a riscaldare l'atmosfera e a coinvolgere il pubblico.

"TROIS, DEUX, UN ...FIIIII!" La spiritosa citazione del modo in cui gli arbitri Gennaro Olivieri e Guido Pancaldi davano il via ai mitici "GIOCHI SENZA FRONTIERE" (ve li ricordate?), utilizzata dal gruppo per aprire l'album-capolavoro "EAT THE PHIKIS" DEL 1996, è forse il modo migliore per introdurre la scaletta del concerto:
soundcheck sul palco -alla maniera dei grandi-, occasione per vedere e sentire Elio alle prese con l'amato flauto traverso, poi via d'infilata verso l'apertura vera e propria con la hit "SERVI DELLA GLEBA", il cui testo è stato appositamente aggiornato in onore della freschissima sentenza del processo MEDIASET e del suo principale imputato ("C' AVEVO L'UVEITE..."), argomento sul quale i nostri torneranno spesso e volentieri durante la serata; il pubblico aderisce entusiasta all' "ESERCITO DI FASO" e allora si può proseguire, con un'alternanza continua tra brani del recente "ALBUM BIANGO" (sennò che "TOUR BIANGO" è ?!) e successi degli anni d'oro - i '90-; dal primo vengono subito proposte le due prove sanremesi "DANNATI FOREVER" e "LA CANZONE MONONOTA" -con annessa e più che legittima stoccatina al festival ("QUEL CONCORSO CANORO")-, oltre alla nostalgica "IL RITMO DELLA SALA PROVE", a "COME GLI AREA", dedica alla storica rock-band milanese anni '70, e al "COMPLESSO DEL PRIMO MAGGIO", pezzo eseguito dal vivo nel corso dell'ultima edizione dell'omonima manifestazione;
dal passato ritornano classici intramontabili come l'ode a Peter Pan di "SUPERGIOVANE", la disco di... "DISCOMUSIC", la salsa caribe "EL PUBE", l'energica " IL ROCK AND ROLL" e perfino la deliziosa "T.V.U.M.D.B." -costruita sulla linea melodica di "AFTER THE LOVE HAS GONE" del gruppo soul EARTH, WIND & FIRE ed introdotta per l'occasione da un accenno a "CAN'T HIDE LOVE", altro grande pezzo degli EW&F, tanto per gradire-, con Paola Folli che non fa rimpiangere Giorgia (presente nella versione originale del brano); per chiudere, gli interrogativi teologici di "BORN TO BE ABRAMO", dilatata da una schitarratona rock in coda.
Al ritmato e prolungato (i signorini, da veri divi, si sono fatti attendere!) coro da stadio "FORZA PANINO", i nostri eroi sono rientrati concedendo nel "bis" proprio la tanto invocata "TAPPARELLA", preceduta dall'afrobeat di "PARCO SEMPIONE".
Saluti finali sulle note del "NESSUN DORMA" pavarottiano, con l'impagabile Elio impegnato in una gustosa -ma, credo, affettuosa- imitazione dell'espressione sublime e commossa che sovente si dipingeva sul volto del grande "Big Luciano" al momento di raccogliere l'ovazione del pubblico.

Indispensabile, come al solito, il contributo del "supergiovane" Mangoni, un membro del gruppo a tutti gli effetti, con la qualifica -come si diceva negli anni '70, sempre loro- di addetto alle "visioni" (come Pete Sinfield nei King Crimson!), ovvero agli effetti speciali sul palco, con le sue incursioni da guastatore e i travestimenti ai limiti dell'umana decenza (vedere per credere!).
Assente (????) Tanica "il Tastiere", sostituito degnamente da un altro fiancheggiatore doc, Vittorio "CARMELO" Cosma dalla voce "all'elio".

CON LA MUSICA DI ELIO E LE STORIE TESE NON SI INVECCHIA MAI !!!


Francesco Vignaroli



Line up:

- Voce, flauto, chitarra: ELIO
- Chitarre: CESAREO
- Basso: FASO
- Tastiere: JANTOMAN & VITTORIO COSMA
- Batteria: CHRISTIAN MEYER
- Canto: PAOLA FOLLI

- ?????: MANGONI

3 commenti:

  1. concordo con tutto ma...qualche canzone dell'ultimo album (seppur piacevole) l'avrei sinceramente sostituita con altre del loro repertorio... Cyril

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  2. Dev'esser stato proprio un bello spettacolo, leggendo poi questa recensione piena del pathos che contraddistingue un vero appassionato come Francesco, rimpiango ancor di più il non esserci stato.

    Fabio cantante feretro

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  3. Io avrei messo anche un bel "miiiiooo cuggino mi protegge e parla coi rutti .... ciao come va". Bella recensione comunque.

    by uno de mazzante

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