21 marzo, 2013

"La trasmissione segreta del fiore". Il segreto del teatro dal Giappone classico all’Europa di oggi. Un libro di Gian Pietro Calasso. Edizioni Nuova Cultura, Roma, 2013. Di Daria D.



Copertina del libro di Gian Pietro Calasso
Una maschera di giovane donna del Teatro Nō ci guarda dalla copertina del libro, è magnetica e misteriosa, porta con sé il segreto del teatro e della recitazione. Noi lettori, potenziali spettatori, attori, registi, drammaturghi, ma anche semplicemente esseri umani dotati di senso estetico, non riusciamo a staccare gli occhi dal suo viso, ma poi, non per stanchezza ma curiosità, è tempo che apriamo il libro…
Ci colpisce la dedica, tre nomi giapponesi: Tsugako, Yamazaki Masakazu e Kanze Hideo.
 Nomi a noi sconosciuti, ma scopriamo legati all’Autore da un sentimento  di affetto, amicizia e perfino amore.   Il primo  nome che significa “ porto di felicità” corrisponde alla violinista giapponese moglie dell’Autore, deceduta molti anni fa, in tragiche circostanze. Il secondo al drammaturgo e critico che Gian Pietro Calasso ha conosciuto quando frequentava Yale University e autore del testo “Zeami” messo in scena prima alla Japan House di New York e poi al Maggio Fiorentino con la regia dell’Autore stesso, e il terzo, all’attore discendente diretto dopo seicento anni del fondatore del teatro Nō, Zeami Motokiyo Kanze. 

Sono di quest’ultimo le mani che tengono con rispetto e delicatezza la preziosa maschera della copertina, oggetto d’inestimabile valore, che l’Autore ha fotografato nel camerino del teatro della Scuola Kanze, prima di una rappresentazione di Nō.  Calasso racconta con commozione e semplicità, direi che è un magnifico storyteller che suscita la voglia di ascoltarlo per ore, quando ha visto l’attore sollevare la maschera, come fa il prete con l’ostia, fissarla in silenzio, per un tempo imprecisato, quasi a chiederle la benedizione, l’ispirazione, il segreto della “ trasmissione del fiore”.  Avviene allora un fenomeno di transustanziazione, l’attore indossando la maschera diventa la maschera stessa, come l’ostia si trasforma nel corpo di Cristo.
Citiamo in proposito le ultime battute della pièce che dà il titolo al libro:
Calasso con Yamasaki Masakazu, autore di Zeami
“Prima di morire Zeami ha scritto: «Dimenticando il risultato vedete il Nō; dimenticando il Nō vedete l’attore, dimenticando l’attore vedete la mente; dimenticando la mente vedete il fiore».
E Calasso aggiunge: “Per penetrare il segreto del fiore, un attore come un maestro di kendo, deve entrare nello stato della ‘non mente’, del vuoto mentale, del non-io, lo spazio privilegiato, dove è invulnerabile e inaccessibile a ogni condizionamento.  Là dove il dualismo non esiste più, dove l’io è uguale al tu, dove l’ombra è luce e la luce ombra, Dove l’attore e il pubblico sono la stessa cosa.  Allora lo spettacolo e la vita torneranno ad apparire per quello che sono: un sogno e un gioco”. 
Piano piano cominciamo a capire cos’è questo fiore che tanta importanza riveste nell’ affascinante volume che contiene una pièce contemporanea, un dramma Nō di sei secoli fa, due libretti di opera lirica, due saggi sul teatro più moderno. E’ lo stesso fiore che accomuna il teatro occidentale contemporaneo al Nō e a tutta la cultura classica giapponese, fino ad arrivare allo Zen di cui il Nō è permeato.
Il fiore è l’arte della recitazione, di cui parla Zeami il fondatore del teatro Nō nei suoi trattati segreti, e che ha tre fioriture: “il fiore della gioventù” che sfiorisce con l’età, “il fiore permanente” che diventa ancora più bello dopo essere sfiorito e “il fiore meraviglioso” quello che non sfiorisce mai perché l’attore non recita più ma “E’. E’ tutta una cosa con il pubblico”.
Calasso parla del Giappone con sensibilità, rispetto e grande competenza, senza quell’’ammirazione cieca, acritica e alla moda di tanti intellettuali occidentali.  L’Autore ha vissuto e lavorato nel lontano paese, quando era ancora più lontano dalla nostra cultura e conoscenza. Circostanze fortunate, l’hanno portato a dirigere in giapponese prima “Enrico IV” di Pirandello che ottenne il premio della critica come la miglior regia dell’anno e subito dopo “Re Ubù” di Jarry, protagonista Eiji Okada, interprete indimenticabile del famoso film “Hiroshima mon amour” di Alain Resnais.  Fu un’esperienza lavorativa e umana che Calasso ricorda con orgoglio, commozione e gratitudine. Dopo la morte della moglie gli chiesero di lasciare l’Italia e di trasferirsi in Giappone ma il pensiero doloroso di ritornare su quei passi, dove avevano camminato insieme, forti del loro amore e dei successi ottenuti, era così insopportabile che fu costretto a declinare l’invito.
Lo spettacolo “Zeami” del Maggio Fiorentino, fu il prosieguo di quel filo fortissimo che lo legava alla terra del Sol Levante. Fu uno spettacolo senza precedenti, per il testo esotico, la regia, il cast, l’impegno scenografico, il successo che ebbe.
Calasso con Albertazzi e Gora alle prove di Zeami
Giorgio Albertazzi era il protagonista, ma nel cast c’erano altri attori famosi, Claudio Gora, Anna Maria Guarnieri, Mariangela Melato, Gabriele Lavia, i costumi e le scene del pluridecorato Piero Gherardi, collaboratore anche di Fellini, e la musica era improvvisata ogni sera da cinque compositori in scena in kimono, del calibro di Ennio Morricone, Egisto Macchi e Franco Evangelisti. Uno spettacolo incentrato sulla leggendaria figura del fondatore del teatro Nō che il potente e mecenate shogun Yoshimitsu Ashikaga, colpito dalla sua bravura, aveva tolto dalla strada dove recitava con una compagnia di girovaghi e portato a corte, segnando con quell’atto la nascita del teatro Nō.  Calasso afferma senza ombra di dubbio che si possa considerare il teatro più moderno del mondo, perché, immutato da seicento anni, portato sulla scena solamente da sei compagnie formate da sei famiglie di attori per tradizione, possiede un’identità teatrale irripetibile tramite i mezzi concorrenti della drammatizzazione: il teatro e il cinema. E’ assolutamente irriproducibile.  In questo sta la sua identità e grandezza.  Oltre che la sua magia.
Il libro ha la semplicità e la profondità della poesia capace di toccarci  il cuore e di commuoverci per la sua bellezza, ma se dovessimo spiegare il perché, saremmo persi.  Persi nel mistero della vita, non solo del teatro e dell’arte della recitazione. 
La presentazione del libro è avvenuta a Roma al Teatro Argentina il 18 marzo 2013.
Oltre all’autore era presente Giorgio Albertazzi che Calasso, tenendo ancora tra le dita quel filo invisibile e resistente, mai spezzato, nonostante siano passati quarant’anni da quel maggio fiorentino, ha reso il protagonista di questa pièce, facendogli indossare di nuovo il kimono di Zeami. Noi, molti spettatori, amanti del teatro, ma soprattutto di storie ben raccontate, dirette e interpretate, e che non abbiamo avuto la possibilità di esserci quarant’anni fa, ci auguriamo che, al di là della lettura, si possa vedere messa in scena questa pièce, unica nella storia del teatro, dove un grande attore è chiamato a interpretare il personaggio di se stesso.
Calasso finisce l’intervista dicendomi che i giapponesi lo avevano soprannominato “Il regista dagli occhi azzurri”.
Dopo tanti racconti affascinanti e avvincenti sono quasi piacevolmente frastornata, e forse non mi sono accorta che ha gli occhi azzurri…eppure, mi sembravano color nocciola…
Guardo meglio e oso dirgli “Scusi se mi permetto, maestro, ma lei non ha gli occhi azzurri”.
“Per i Giapponesi che geneticamente non possono nascere con gli occhi azzurri, sono simbolo dello straniero,di chi viene da lontano. E così anch’io quand’ero là m’illudevo di averli dello stesso colore dei suoi”.
Esotica lontananza, fiore, mistero, teatro, segreto, azzurro…mi sembra tutto un sogno, o forse, un gioco.
Ho l’impressione che fosse proprio questo lo scopo del nostro Autore…

Daria D.

 anche in versione ebook

2 commenti:

  1. Lovely, I do wish I could have seen this with my own blue eyes.

    RispondiElimina
  2. bellissimo racconto di Daria a questo nuovo libro che ci trasporta...in un sogno..un mondo che durante la lettura ho sentito con gli occhi dell'anima...un mondo che oggi, con la frenesia della vita, non si assapora più..andrò a comprarlo!Laura

    RispondiElimina