22 marzo, 2013

... e vissero felici e contenti… forse… NON SIAMO QUI PER LE TELECAMERE una commedia scritta e diretta da Carlo Dilonardo. Di Mario di Calo



Roma, Teatro Agorà. Fino al 4 marzo 2013

La comicità di Carlo Dilonardo si colloca proprio a metà tra la drammaturgia anglosassone del tipo Alan Ayckburn, Michael Frayn, Alan Bennett e quella italiana di Vincenzo Salemme e Gianni Clementi, in più condita con un pizzico di leggerezza e di cattiveria che fa del suo testo, in scena al Teatro Agorà di Roma fino al 24 marzo, un’atroce satira di costume e il suo NON SIAMO QUI PER LE TELECAMERE parte proprio da quell’innominabile trasmissione “che va in onda su una nota televisione privata dopo Cento Vetrine alle 14.45 e finisce intorno alle 16.05” presentata da quell’altrettanto innominabile manipolatrice di sentimenti e delle coscienze di poveri cristi che si danno in pasto al grande pubblico in virtù di un pizzico di celebrità.
Difatti Vincent e Vanessa, la famosa coppia dalla doppia V, alias Vincenzo e Cecilia, sono reduci dal trono e dalla consecutiva scelta imposta da quella trasmissione e vivono da cinque lunghi anni segregati in una casa per una maledetta clausola, e come in un grande fratello, difatti, ci sono sei telecamere appostate a riprenderli e mostrarli giorno e notte. Dipendono da un contratto controfirmato dalle parti, con la fantomatica produzione, per continuare a “vivere” il loro sogno dorato a dispetto di una audience altalenante e sono stanchi e soprattutto non innamorati, anche la loro scelta di cui sopra si parlava è stata manipolata dagli autori con lettere pilotate; stanchi, dicevamo, di essere solo oggetto di serate in discoteca, finti scoop fotografici, vogliono uscirne e non sanno come fare poiché le penali sono molto alte, si parla di diecimila euro al giorno, ma alla fine sarà tutta la variegata umanità che frequenta quella casa a correre in soccorso e a liberare i nostri giovani eroi intrappolati dall’aurea gabbia, da Eugenio, giovane operatore di improbabili poste private e discendente di un’antichissima famiglia di postini - che con un grammelot napoletano e svarioni del tutto personali fa del suo interprete Ferdinando Puglia uno spassoso e prezioso momento dello spettacolo – a Gioacchino, idraulico palermitano, persona assolutamente “vera” e pronta per ogni debutto – lo spericolato e gustoso William Ansaldi – passando per Ramona, la romanesca mangiatrice di popcorn vicina di casa – Ludovica Leo – e per la cugina avvocato – Giglia Marra - a cui si ricorre per consulenza legale, ma che in realtà è alla ricerca della popolarità anche lei.
Carlo Dilonardo scrive bene e condisce con sapienza di tormentoni simpatici ed ossessivi tutto il corso della commedia facendone una critica atroce e cattivissima della televisione e dei suoi derivati, anche se lo fa divertendoci per le due ore di durata dello spettacolo, e dirige i suoi interpreti in una scena molto scarna, con mano sicura, e ricorrendo a tutto quanto è in suo possesso - il gioco del caffè ricorda un po’ il terzo atto di “Uomo e Galantuomo” di Eduardo, con la gag del bicchiere d’acqua - e i suoi due protagonisti non gli sono da meno, spaesato quanto marpione Vincenzo, reso dal bravissimo Alessandro Eramo, volto più cinematografico che teatrale, ma se la cava bene a fronteggiare il ciclone della serata: Iolanda Salvato, brillante ed eclettica, anche se con scaltrezza ricorre al suo idioma naturale, il napoletano, per accattivarsi la simpatia del pubblico - la tirata al telefono con la zia sulla preparazione della parmigiana di melanzane è da plauso -, ma non è da meno quando con piglio deciso e definitivo prende in mano la situazione.
Il finale non è consolatorio, quel Morris, nome tipico derivato da un prodotto televisivo, il piccolo di sei anni nato e cresciuto sotto le telecamere, sarà felice e contento? Forse!

Mario di Calo


NON SIAMO QUI PER LE TELECAMERE
Una commedia scritta e diretta da Carlo Dilonardo
con
Alessandro Eramo, Iolanda Salvato, Ludovica Leo, Ferdinando Puglia, William Ansaldi, Giglia Marra
Teatro Agorà
Via della Penitenza 33 Roma
fino al 4 marzo 2013

1 commento:

  1. Se siete a Roma e volete passare una serata divertente durante il weekend, ecco ci vuole per farvi dimenticare i problemi di Bersani, le magagne di Berlusconi e le bizze di Grillo;)

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