09 gennaio, 2012

"Pasto a due". I due fratelli accecati dal potere

Foto di Antonio Castaldo
Un lungo tavolo apparecchiato al centro, posto in modo tale che noi spettatori possiamo vederne la sua lunghezza; due fonti di luce: una che proviene dall'alto, mentre l'altra da sotto il tavolo. Uno scenario cupo: un incubo, un incubo sopra cui danzano due performer (Stefano Mazzotta ed Emanuele Sciannamea, anche creatori dello spettacolo), due performer che, a tratti, sembrano uno: ciascuno è l'ombra dell'altro? A tratti sembrano quasi scontrarsi, a tratti riappacificarsi; a tratti danzare insieme e a tratti ognuno rinchiuso nella propria solitudine.
Questo è "Pasto a due", portato dalla compagnia torinese "C.ie Zerogrammi" come secondo spettacolo della rassegna "Invito di Sosta" e andato in scena sabato 7 gennaio nel Teatro Comunale di Castiglion Fiorentino.
Foto di Antonio Castaldo
"Benvenuto fratello!", si dicono i due in certi frangenti della messa in scena - sono le uniche parole che sentiamo, il resto viene lasciato alla parola del gesto - senza che noi riusciamo ad afferrare fino in fondo il significato di queste parole. Per capirlo, abbiamo bisogno del "programma", un po' come la "musica a programma", in cui lo spettatore è aiutato alla comprensione da delle didascalie scritte. Grazie al programma giungiamo finalmente alla comprensione: si tratta dei fratelli - Atreo e Tieste - della tragedia di Seneca "Tieste", due fratelli in eterna lotta per il potere, un potere che li accecherà così tanto da compiere un grave delitto, quando Atreo uccide i figli dell'altro dandoglieli in pasto - da qui "Pasto a due", dove la tavola imbandita per la cena è il fulcro di tutto lo spettacolo, uno spettacolo che per la sua intera rappresentazione sembra dover spiccare il volo, ma, giunto all'apice emotivo d'intensità, alla fine, sempre, per volere del regista, è costretto a cadere, per poi ancora rialzarsi e cadere ancora. Quello che è in scena è l'eterno conflitto di amore e di odio di due fratelli soggiogati dal potere, un potere che sembra essere il protagonista incontrastato del tutto, contro cui chiunque voglia battersi ne rimarrà sconfitto, anche i puri sentimenti fraterni.
Un bello spettacolo: bravi i performer, veramente suggestivi l'allestimento scenico e il disegno luci, che crea un gioco ben riuscito di luci e di ombre. Forse solo un po' troppo lungo: credo che possa essere limato in certi sue parti per renderlo più coinciso e ancora più intenso.


Stefano Duranti Poccetti

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