05 gennaio, 2012

"Credo in un solo Dio", un Dio per tutti

Credo in un solo Dio
Drammaturgia di Stefano Massini
Voce recitante Amanda Sandrelli
Orchestra Multietnica di Arezzo diretta da Enrico Fink

Teatro Signorelli di Cortona
4 gennaio 2012

Sono ormai molti anni che possiamo definirci un paese multiculturale, ma non è stato mai favorito veramente, almeno per quanto mi riguarda, un vero interscambio culturale, in cui lo scambio dei punti di vista porti a un accrescimento della cultura e alla fine dei conflitti razziali.
"Credo in un solo Dio", con drammaturgia di Stefano Massini e alla voce recitante Amanda Sandrelli prende in considerazione proprio questa problematica. 
L'attrice è al centro della scena, il cui unico oggetto scenico è una scultura che rappresenta una sorta di labirinto, posto in cima a una piccola scaletta praticabile - quello è il labirinto della vita, il labirinto della civiltà, il labirinto della storia che non fa altro che intrecciare diverse vicende in luoghi diversi. L'attrice è circondata da un'orchestra - è l' "Orchestra multietnica di Arezzo diretta da Enrico Fink - che per tutta la rappresentazione intona melodie dal sapore "multietnico" appunto, dando anche una spiegazione musicale e onomatopeica alle parole di Amanda Sandrelli, che recita tre personaggi, ognuno manifestato dal diverso colore di luce con cui lei stessa viene illuminata: Eden Golan, che è un docente di storia ebraica, viene illuminato da una luce blu; in forza all'esercito degli Stati Uniti è invece Mina Wilkinson, rappresentata dalla luce verde; dalla luce rossa è infine Shirin Akhras, una studentessa ventenne palestinese.
Sono storie, quelle della narratrice, sull'incontro e lo scontro delle diverse culture; sono storie sulla guerra, sul fondamentalismo, sull'apparente impossibilità di convivere insieme. 
"Credo in un solo Dio" potrebbe essere letto come "Credo in un solo Dio, il mio Dio, e credo solo in lui, senza scendere a compromessi", oppure come: "Credo in un solo Dio, lo stesso Dio che appartiene ugualmente a tutte le civiltà", e quest'ultima lettura dovrebbe essere quella definitiva che ci porta verso la distruzione del fondamentalismo, a favore del dialogo. Non a caso Amanda Sandrelli è al centro, attorniata dai musicisti multietnici: è un po' come un'unica parola in cui confluiscono tutte le culture; una parola che riassume in una tutte le parole della civiltà; una parola che porta alla pace.
Spettacolo piacevole e suggestivo, che centra in pieno il suo obiettivo di giungere a un sereno legame sociale, all'accettare l'altro in quanto essere coesi è una forza in più e non in meno.

Stefano Duranti Poccetti

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