03 gennaio, 2012

"Tomboy", il difficile percorso della scoperta di sé stessi



Laure (Zoé Héran) è una bambina di 10 anni ed è appena arrivata con la sua famiglia in un nuovo quartiere di Parigi. Non è una bambina come le altre: porta capelli corti, si veste con pantaloni e magliette sportivi, le piacciono le macchine, gioca a carte e, a un certo punto, beve anche la birra. Laure è un “maschiaccio”, è nata femmina, ma nutre dentro di sé l’ambizione di essere uomo. È molto diversa da sua sorella più piccola, Jeanne, che invece è il prototipo di perfezione femminile. Il suo disagio la porta addirittura a “trasformarsi” in maschietto davanti ai suoi nuovi amici del quartiere, a cui dice di chiamarsi Mickaël. Mickaël è un bambino molto determinato e dimostra di essere il più forte in qualunque attività ludica e sportiva a cui prende parte - anche nella lotta. Tra di loro c’è Lisa, una ragazzina molto carina di cui Laure/Mickaël s’invaghisce, tanto che i due finiscono per baciarsi, senza che Lisa sia a conoscenza della vera identità della bambina, un’identità che alla fine è costretta a venire fuori grazie/a causa della madre, che si dimostra sempre molto delicata e disposta al dialogo con la figlia (anche il padre le è molto vicino, ma, involontariamente, tramite certi atteggiamenti, alimenta il difficile contrasto interiore di Laure). Dopo il primo momento di disperazione e di separazione tra Lisa e Laure, le due alla fine si riappacificano con un finale molto ambiguo: la risata che si scambiano nell’ultima scena potrebbe significare la volontà di cominciare una nuova amicizia, oppure il continuare ancora la relazione.
“Tomboy” ha vinto nell’anno appena passato il “Teddy Award” all'ultimo Festival di Berlino ed è stato girato in soli  20 giorni! Nonostante questo il lungometraggio è molto accurato in tutte le sue parti, sapendo collaudare insieme una bella componente fotografica (Crystel Fournier) con un ottimo montaggio (Julien Lacheray), per un film che a livello spaziale usa semplicemente due ambienti: l’interno della casa di Laure in cui ci sviluppano le dinamiche familiari e private, e l’esterno – il boschetto/parco in cui i bambini vanno a giocare.
Céline Sciamma è molto brava a trattare il delicato tema della scoperta della sessualità da parte di una bambina, parlando dei suoi conflitti interiori che la portano a immedesimarsi così tanto nella figura del sesso opposto da innamorarsi di Lisa, che è l’emblema della femminilità – capello lungo, sensibilità e delicatezza.
Nota di merito per Zoé Héran, che, nonostante la sua giovanissima età, dimostra di essere all’altezza di un ruolo così psicologicamente complicato, per un film veramente molto piacevole in cui la giovane Sciamma dimostra ancora  una volta la sua abilità registica.

Tomboy

Regia e sceneggiatura: Céline Sciamma
Attori: Zoé Héran, Malonn Lévana, Jeanne Disson, Sophie Cattani, Mathieu Demy, Ryan Boubekri, Yohan Véro, Noah Véro, Cheyenne Lainé
Produzione: Bénédicte Couvreur/Hold Up Films & Productions in co-produzione con Arte France Cinéma, Lilies Films
Distribuzione: Teodora Film
Paese: Francia 2011
Genere: drammatico


Stefano Duranti Poccetti

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