02 febbraio, 2016

FANNY E EMILY ARMI, QUANDO LA GINNASTICA ARTISTICA TI METTE DAVANTI… ALL’OBBIETTIVO! Di Alberto T.


Fanny Armi
Emily Armi
Oltre che dal nome fuori dal comune, Fanny ed Emily Armi sono accomunate dalla passione per il ballo latino-americano, per il piacere di sentirsi belle davanti all’obbiettivo della macchina fotografica e per aver vissuto più di metà della loro vita in una palestra alle prese con corpo libero e parallele. Se i loro nomi vi dicono qualcosa, sappiate che non vi sbagliate: Emily Armi è stata fra le protagoniste della serie tv “Vite Parallele”, ha rappresentato la Nazionale Italiana di Ginnastica Artistica a tre Europei e due Mondiali, portandosi a casa un argento a squadre e un bronzo individuale ai Giochi del Mediterraneo del 2009. 

La sorella Fanny, di tre anni maggiore, nel 2007 si è laureata Campionessa Italiana ed è salita sul podio anche negli Italiani Junior e Senior di Firenze e Ancona. Insomma, sportive e senza troppi fronzoli, orgogliosamente toscane – per la precisione di Montevarchi – e più che mai richieste dai fotografi italiani per set, shooting, progetti fuori dal comune. Entrambe testimonial di brand di abbigliamento e accessori, Fanny Armi è oggi una performer acrobata richiesta in ogni parte d’Italia e non solo.
 

D’altronde, quale discoteca può dire di avere sul palco una ex ginnasta professionista? “Il mondo della notte è vario – spiega Fanny - in base alla serata si lavora con persone differenti e bisogna tenere occhi sempre bene aperti”. Ma le strade delle due sorelle iniziano, come detto, dalla Toscana, per poi trasferirsi alle porte di Milano per coltivare il sogno della ginnastica. Un mondo nel quale ci si sono buttate quando ancora erano alla scuola materna, “uno sport che ci ha dato disciplina e insegnato il rispetto dell’avversario” e ha tolto loro altrettanto: “Poca vita sociale, scarsi guadagni, tantissima fatica in palestra per 7 ore al giorno, sette giorni su sette”. 

Se lo rifarebbero? Emily Armi non ha dubbi, lei che ha vissuto gli anni d’oro di una regina della Ginnastica Artistica Italiana come Vanessa Ferrari: “Sì, lo rifarei per arrivare a livelli ancor più alti. Ma devo dire grazie alla Ginnastica Artistica perché oggi mi sta dando l’opportunità di lavorare in questo mondo che sono tornata a sentire mio dopo aver smesso con le gare. In quel di Napoli, come Responsabile tecnico regionale del Centro Sportivo Educativo Nazionale (CSEN), si occupa di crescere le nuove leve della ginnastica e di aggiornare i docenti, istruendoli per far sì che ogni allenamento sia sempre più personalizzato. 

Sarà per il corpo atletico, sarà per quel sorriso sempre splendente, fatto sta che anche Emily Armi è diventata testimonial per vestiti, costumi e accessori di numerosi brand italiani. Una ribalta che ha accresciuto la sua enorme popolarità ricevuta dall’aver partecipato a Vite Parallele, che tramite Mtv ha aperto all’Italia intera le porte della disciplina dell'Artistica: “Un mondo dove, purtroppo, non è tutto così vero come sembra e in cui la fatica dell’allenamento non è sempre ripagata in maniera corretta”. 

Ne sa qualcosa la sorella Fanny, atleta promettente ad inizio Millennio che ha poi chiuso con l'Artistica dopo qualche esperienza tutt’altro che da raccontare. Cosa che fanno crescere. Per una porta che si è chiusa, un’altra se n’è spalancata. Occhi magnetici, capelli scuri, fisico scultoreo e sorriso perenne. I fotografi hanno iniziato a richiederla appena maggiorenne ed oggi, a 25 anni di età, ha all’attivo decine di shooting, qualche copertina patinata sulle riviste di moda, pubblicità, servizi per fotografi internazionali e un elenco interminabile di animazioni notturne. 

Il suo essere ballerina e performer l’ha portata nel teatro delle navi da crociera, alla sfilata di Expo Milano 2015 e ancora alla Spring Break Invasion. “Sono performer, insegno pole dance e burlesque, non smetto mai di migliorarmi per poter essere originale”. Originale, proprio come i nomi delle due sorelle Armi: “Mamma voleva due figlie fuori dal comune, direi che le ha avute…”.  


Alberto T.

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