27 ottobre, 2015

FILOSOFARE PER EDUCARSI E FORMARSI. Di Giuseppe Sanfilippo


Nel mio articolo “Storia e filosofia: un'alternativa di ampliamento nei corsi di studio, guardando al bisogno della società odierna” ho cercato di sostenere l'importanza che hanno queste due discipline e ho affermato la necessità di ampliare i corsi di studio, addirittura con la costituzione di nuove offerte formative. In tale prospettiva ho parlato di un eventuale ritorno dell'origine della filosofia e quindi al perché essa sia nata, proferendo che la filosofia non si può fermare a coloro che definiamo “Filosofi” e tanto meno al loro pensiero, poiché la filosofia è una facoltà di tutti gli uomini di formare, costruire, analizzare concetti e idee di pensiero da mettere in pratica. Di conseguenza l'uomo vive di filosofia e ha bisogno di filosofia, altrimenti non riflette e finisce per avere un solo pensiero che pone l'essere umano in una caverna; ai giorni nostri  bisogna dare una svegliata all'essere che in questa società vive proprio in una caverna.
Per costruire un processo socio – educativo e formativo per l'essere e la società bisogna rivolgersi verso nuovi orizzonti, che portino all’acquisizione di autostima in se stessi, alla formazione di identità, sviluppo della facoltà creativa dell'uomo. Questo si può solo attraverso la riflessione volta alla costruzione, educazione e formazione.  E per tale ragione v'è la necessità di mettere in pratica la propria facoltà di filosofia e di ampliarla anche ad ogni settore di studio; ma fare questo non basta, sarebbe come fermarsi alla teoria, alla conoscenza storica e dei filosofi che ci hanno donato il loro pensiero, che talvolta è stato messo in pratica. Se noi leggiamo Kant attentamente ci accorgiamo che il suo pensiero è molto contemporaneo. Le idee e il progetto di una Repubblica e Democrazia nascono proprio dai filosofi; la nostra stessa Costituzione è nata grazie a uomini che insieme hanno sviluppato la loro facoltà di filosofare, oltre ad essere portatori di cultura e di storia. È  tutto il pensiero, una facoltà pregiata dell'uomo, che a volte la mette in pratica e che in certi periodi egli accantona chiudendosi in una caverna - come insegnerebbe Platone. In ogni modo non basta studiare all'università la teoria, non basta prendere in considerazione la mia idea di costruire altre offerte formative, ma ci vuole anche pratica - aspetto questo a cui le Istituzioni non guardano. In poche parole a mio avviso bisogna integrarsi nella pratica filosofica e quindi andare oltre la teoria che vede la conoscenza dei filosofi. In tale senso un insegnamento filosofico sia scolastico e sopratutto universitario oltre che teorico deve essere un'esperienza pratica volta al bene comune e della società; all'uguaglianza, alla fondazione di reti umane; all’analisi, alla ricerca e formazione (le stesse a cui può contribuire anche la storia), soprattutto questo vale per le lauree Magistrali. In tale prospettiva, oltre le classiche lezioni teoriche dovrebbero essercene anche altre, che dovrebbero proprio “mettere in pratica il pensiero” attraverso dialoghi tra gruppi di individui, elaborando i loro pensieri sul mondo e sulle cose. Guardando al bisogno umano della società. In una parola la mia idea si connette a quella della pratica filosofica con i bambini e quindi alla Philosophy for children di M. Lipman, che può essere estesa anche a studenti universitari in forme diverse ovviamente, formando dei circoli di pensiero e riflessione, così da permettere ai futuri dottori di ottenere una competenza e di meglio stimolare la propria facoltà di pensiero volto non solo alla formazione del proprio sé, ma anche alla possibilità di costruire delle carriere, dei valori morali ed etici… insomma, i corsi di studio potrebbero divenire anche momenti di dialogo e riflessione, tirocini di pratica veri e propri. Tale aspetto però non si deve ovviamente fermare ai corsi di studio, ma devono andare oltre e quindi un progetto del genere può essere benissimo applicato ai progetti socio – educativi e culturali; di conseguenza, ad esempio, i filosofi potrebbero scendere e andare tra le piazze come faceva ai suoi tempi Socrate, per dialogare, sviluppare insieme alle persone dei pensieri e delle idee sulla politica, sulla religione, sull'arte… discutendo argomenti di attualità, ma anche i pensieri dei filosofi – un’idea potrebbe essere sottoporre a discussione e analisi l'aforisma “Io so, ma so di non sapere nulla” di Socrate, oppure prendere il nostro primo articolo della Costituzione, chiedendoci: cosa significa, quale valore dare a quelle parole, quale significato? Sono questi alcuni esempi forse banali, ma è qui che bisogna orientare l'individuo, alla creazione delle sue possibili opportunità di carriera. Ciò può essere fatto dagli studenti universitari interessati ovviamente alla pratica filosofica, in collaborazione con le università e le associazioni che si occupano di formazione, educazione e cultura. Un processo che potrebbe rappresentare oltre a un processo di propria formazione anche un processo di ricerca. Questo in un contesto complicato, in un mondo dove l’individuo si trova in continuo contrasto con il mondo.
Qui parlo di filosofia, ma tale progetto non dovrebbe essere solo applicato a coloro che studiano tale materia, ma a tutti i rami di studio. Qualcuno che ha letto il mio precedente articolo ha detto che non è possibile formare dei filosofi economisti. Tale affermazione è giusta, ma la mia idea è che l'uomo oltre ad essere un politico, un economista o quello che volete, è un essere pensante e di tale facoltà nessuno né è privo e quindi ogni essere nel suo vivere filosofa sempre. Ma nella società di oggi l'uomo è fermo, immobile e ha bisogno di svegliarsi attraverso la stimolazione a pensare in modi diversi per arrivare ad altri modi di vivere e costruire le cose. L'essere è molto frustato, perché non apre la mente a nuova luce, perché è isolato, non socializza con i suoi simili come un tempo. È il pensiero di un essere che come Socrate sa ma allo stesso tempo sa di non sapere. L’unica cosa certa è che l'educazione e formazione del pensiero sono fondamentali e potrebbero essere applicate in ogni progetto socio- educativo e culturale. 


Giuseppe Sanfilippo

3 commenti:

  1. Sono d'accordo con te. L'uomo deve rimpossessarsi della sua anima, della sua coscienza, della sua responsabilità, della sua consapevolezza di essere un uomo. Riaffermare l'umano contro il pensiero moderno, fondato sul nichilismo più oscuro, non è problema di facile soluzione.......... Sarebbe necessario parecchio tempo di studi e ricerche per debellare quella parte del pensiero pseudofilosofico moderno, definito storicismo, che, rifiutando i principi fondamentali della natura ha assegnato alla scienza empirica il predominio sulla filosofia classica. L'uomo d'oggi non si misura più con la sua coscienza, con l'ordine morale impostogli dalla natura, ma con la tecnica, con l'illusorio dominio dei fenomeni empirici, con l'incessante e sempre diverso divenire delle cose......., una vita piena di caos e angoscia. Vivere senzai principi morali significa vivere assoggettati a regole sbagliate, a leggi sbagliate, significa affidarsi al caso, al destino............. Il dialogo con gli altri, soprattutto quello socratico, rappresenta lo strumento educativo più naturale, profondo, efficace ed incisivo per ritornare ad essere se stessi e cercare di dare risposta ai veri e fondamentali problemi della vita....

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  2. Egregio Lei: ma è davvero convinto che il corretto pensiero sia simile alla pedalata in bici che assicura un raggiungimento della meta? E se la meta sia sconosciuta proprio perché non considerata? Non è che dovremmo trascendere il nostro asfittico io storico e dotarci di dignità; cosa che per altro ci assicura di non appartenere solo al mondo naturale, come le fiere, ma ad un mondo 'altro', quello che costituisce la nostra dignità, per cui ci rispettiamo.

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    1. Concepire che la facoltà di pensare sia una pedalata in bici è un atteggiamento narcisistico.. La facoltà dell'essere umano di riflettere è dono molto importante e di ciò l'essere non se nè può privare, poichè è un suo diritto

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