12 settembre, 2015

Teatro Eliseo, si avvicina il grande giorno della riapertura. Di Paolo Leone


Foto Sirio Gori
Insolita mattinata al Teatro Eliseo quella dell’11 settembre, tra operai, poltroncine ancora da fissare e lavori in corso in ogni angolo. Una conferenza stampa “itinerante”, accompagnati per i meandri del  Teatro più importante di Roma dal suo nuovo direttore artistico, Luca Barbareschi, che per più di un’ora ci ha illustrato, scendendo nei particolari, il cantiere quasi ultimato all’interno di un vero Tempio della cultura. Dagli uffici di Via della Consulta lo sciame di giornalisti ha seguito, si potrebbe dire, l’ape regina Barbareschi su e giù nel Teatro. Dal foyer al nuovo ristorante, dalla platea alla galleria, dai bagni ai camerini, dal palcoscenico alla zona di carico/scarico dei materiali di scena, sia nel grande che nel Piccolo Eliseo. A pochi giorni dalla riapertura ufficiale, dopo un anno di scandalosa chiusura, sta per riaprire quello che non sarà soltanto teatro, ma vivrà tutti i giorni ospitando eventi culturali di ogni tipo.
 

Foto Sirio Gori
“Vogliamo ricreare empatia col pubblico. Pubblico che l’anno scorso è stato vessato, con una campagna abbonamenti interrotta”, afferma Barbareschi (e non risarcita – ndr) “Io capisco che tanti non si fidino, viviamo in un Paese di chiacchieroni. Perché dovrei fidarmi quando opere vengono annunciate, vedi la celebre “Nuvola” (di Fuksas – ndr), e che poi rimangono incompiute? Perché credere ad un signore che a febbraio annuncia che farà una cosa e che poi a settembre è pronta? Siamo già a quasi duemila abbonati, abbiamo cominciato da pochissimo, stiamo crescendo. E’ un grande orgoglio, siamo 52 persone, la Eliseo Multimedia, unica società non partecipata, persone che lavorano, collaborano con gli autori e tant’altro. L’ìdea è quella di una factory che scelga una linea editoriale, teatrale, televisiva o cinematografica, con una forte identità italiana.” Tante, a questo proposito, le attività parallele al teatro, come testimoniano gli accordi già chiusi con la Treccani per i lunedì letterari, con il FAI che terrà 40 lezioni e, nel particolare, con Andrea Carandini che ne terrà 8 su Roma, il contratto  stipulato con il Gemelli “per cui declineremo, in giornate particolari, la scienza attraverso una divulgazione di tipo teatrale.” Molto importante anche l’accordo raggiunto con l’Accademia di Santa Cecilia grazie al quale, per quaranta domeniche, ci saranno dei concerti all’Eliseo, primo teatro che avrà una sua orchestra di 40 elementi “e daremo la possibilità ai ragazzi che usciranno dal decimo anno di Accademia, di confrontarsi con il pubblico. Abbiamo un programma meraviglioso e presto avremo anche la musica da camera, sempre la domenica, al Piccolo”. Ci saranno anche incontri con grandi linguisti grazie all’accordo raggiunto con l’Università Roma Tre, “perché voglio parlare della lingua italiana, che oggi non si usa più.” 

Foto Sirio Gori
La ristorazione vedrà l’apertura di un ristorante (molto bella la pavimentazione trasparente e costellata di locandine storiche) aperto tutti i giorni della settimana, anche prima e dopo teatro, e che proporrà una cucina totalmente “Gluten-free”. Sono state affrontate tante tematiche, tra cui quella della partecipazione delle istituzioni “pari a zero”, precisa il direttore. “Non voglio fare nessuna polemica, io sono un privato che si assume le responsabilità. Questo è il Paese dei San Tommaso, che vogliono prima vedere. Un Paese di chiacchieroni. Io, nella mia vita, tutto quello che ho annunciato l’ho poi realizzato. Il 28 settembre riapro due teatri a norma. Non hanno voluto aiutarci? E’ stato deciso che questo sia il teatro meno pagato d’Italia dal Ministero?  Ne prendo atto. Mi auguro che da gennaio vengano a vedere e decidano che meritiamo almeno quello che era elargito prima, quando era un teatro inagibile da 12 anni.” Tra le tante novità, anche una convenzione con Federalberghi per agevolare il soggiorno degli spettatori itineranti. “Una macchina organizzativa come la nostra non può non pensare a chi decide di venire in un’ora a Roma con l’alta velocità per vedere uno spettacolo. Io stesso spesso vado a vedere una mostra e torno qui nell’arco di una mattinata. Sono cambiate le logiche.” Per quanto riguarda i lavori veri e propri, un milione di Euro è stato speso solo per la messa a norma dell’impianto elettrico. Insieme all’architetto Cecilia Montalbotti, direttrice dei lavori, sono stati illustrati alcuni accorgimenti tecnici innovativi e alcune modifiche in platea e nella parte alta delle gallerie, ora molto più luminose. Ci assicurano che per il 28 tutto sarà perfettamente a posto. “Questo è l’Eliseo”, - ha concluso Barbareschi – “una filosofia di passione, amore, di restituzione. Un luogo di crescita spirituale nel senso laico del termine. Un luogo in cui ci sia il tempo per la riflessione, per capire. E proprio lo spettacolo di apertura in cui io stesso sarò interprete (Una tigre del Bengala allo zoo di Baghdad, di Rajiv Joseph, dal 29 settembre – ndr) affronterà molti temi caldi, come il terrorismo, l’Islam. Dopodichè io sarò per tutta la stagione nel mio ufficetto lassù in galleria. Questo è un punto di partenza, non di arrivo. Dobbiamo ricercare l’equilibrio tra economia, perché questa è una macchina economica, e la creatività. La creatività costa e mi piacerebbe molto creare un consorzio di teatri per ottimizzare i costi di comunicazione, gestire anche la crescita. A Milano questo è normale. Competitività ma anche sinergia. Secondo me Roma ha toccato il fondo, più in basso di così penso che ci sia solo il terremoto. Io ho avuto la fortuna e il privilegio di lavorare in tutto il mondo, ma non potrei pensare di andar via da Roma. Questa è la città più bella che abbia mai visto. Però è giusto che nel mio piccolo io contribuisca a cambiare le cose. Ognuno deve fare al massimo quello che sa fare. Nel 2018 questo teatro celebrerà il centenario. Ma anche quello dovrà essere una partenza e non un punto di arrivo. Sostenere le tradizioni perché le tradizioni ci sostengano. E’ una regola aurea. A Roma ci sono ottimi imprenditori nel teatro, vedi Turi Ferro al Quirino, Longobardi che ha fatto rinascere la Sala Umberto e il Brancaccio, la famiglia Balsamo che ha rimesso in piedi straordinariamente l’Ambra Jovinelli, che era fallito. Il mio appello provocatorio è per tanti artisti ricchi…Benigni, Valsecchi e tanti altri, adottate un teatro! A salire sul palco del Teatro Valle e dichiarare la rivoluzione sono capaci tutti, mettere mano al portafogli è un po’ più difficile. Lo faccio veramente l’appello. Ce ne sono di artisti ricchi, ma molto più di me, potrei fare un lungo elenco. Investire due tre milioni di euro, per chi ha avuto il successo che ha avuto, è una cosa possibile. Questa è la vera rivoluzione. Quella dei luoghi, delle eccellenze degli spazi, dare opportunità ai giovani. Tutto si può fare se si vuole. Ma l’atto di generosità è un atto vero. I soldi bisogna metterli, i tempi delle chiacchiere stanno finendo. Questo è un inizio, che Dio ci protegga.” La storia riprende il suo corso.

Paolo Leone


Si ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Eliseo, nella persona di Maria Letizia Maffei.

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