05 marzo, 2015

Il Segreto di Italia continua a far discutere. Di Paola Pini


Da qualche mese appare, nelle sale della penisola un film che non lascia indifferenti e, anzi, induce il pubblico a prender posizione. “Il segreto di Italia” si ispira ad un episodio storico avvenuto alla fine della seconda guerra mondiale a Codevigo, paese veneto in provincia di Padova e che per decenni è stato lasciato ai margini della Storia.
Anche altrove si è voluto approfittare del caos, generato dal vuoto di potere, per attuare delle rese dei conti che andavano oltre la sete di giustizia: sono situazioni che si ripetono costanti, alla fine dei conflitti. A Codevigo il numero delle vittime superò di parecchio il centinaio di persone. Rastrellate anche nei paesi vicini avrebbero dovuto essere trasferite altrove per affrontare un regolare processo, ma vennero invece eliminate, spesso anche brutalmente, poco dopo l’arresto. In quei tempi confusi, fascisti ed ex fascisti si trovavano un po’ da ambo le parti e molte erano le persone che avevano aderito al regime per vivere senza problemi, ma che di politica poco si interessavano. È questo che emerge ne “Il Segreto di Italia” diretto da Antonello Belluco. Fin dalle prime proiezioni ha suscitato innumerevoli polemiche a causa di un soggetto indubbiamente scomodo, che potrebbe essere invece occasione per affrontare finalmente le ombre che gravitano intorno a quel periodo difficile e doloroso, che ci appartiene, e con il quale dobbiamo avere il coraggio di fare i conti.

Sarebbe forse utile approfittare di narrazioni come questa per riflettere su quanto possa essere facile abbassare la guardia e lasciare che gli istinti di vendetta, i rancori repressi, gli sgarbi subiti portino a scatenare la ferocia negli esseri umani; per domandarsi di quanta fatica ci voglia invece per restare retti e fedeli ai propri principi di giustizia quando i propri compagni e alleati si lasciano andare a soddisfare gli impulsi più indegni. Quando si è vincitori può accadere a chiunque di lasciarsi prendere la mano e chi vi si oppone è spesso lasciato da solo, rischia di venir emarginato o, magari, passa per traditore. Ci vuole molto coraggio per riuscire a reggere simili pressioni e, spesso, una volta tornati alla normalità, queste persone, veri eroi, restano nell’ombra e vengono dimenticati.
Ci sarebbe allora da domandarsi cos’è che spinge tanti a cercare di boicottare questo film, oggi, quali nervi scoperti continui a sollecitare ancora oggi, a distanza di quasi settant’anni. Sembra che si sia dimenticato come discutere senza accanirsi contro l’avversario, a rispettare l’umanità dell’altro pur non condividendone il pensiero, a provare a superare i pregiudizi per riuscire a comprendere meglio il passato per imparare finalmente a non ripetere gli stessi identici errori. O che, incapaci di prendere sulle spalle il senso di responsabilità verso le proprie azioni, si cerchi di far risorgere le ideologie date per spacciate perché è molto più difficile vivere in loro assenza o trovare ad esse un’alternativa che sia sufficientemente rassicurante.

Paola Pini



PROSSIME PROIEZIONI



MODENA dal 9 marzo
GRAVINA DI PUGLIA (BARI) 11 marzo
ANZIO 13-14 marzo
CINGOLI- MACERATA 14 marzo
FAENZA 19 marzo
SALSOMAGGIORE 19 marzo
PERUGIA 19 marzo
MESSINA 22 marzo

GENOVA aprile 

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