12 dicembre, 2014

“Groppi d’amore nella scuraglia”. La magia di un teatro antico. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Kopò (via Vestricio Spurinna 47/49) dall’11 al 14 dicembre 2014

Nella periferia romana, si ha la possibilità di entrare in un mondo surreale, paradossalmente tanto ancestrale quanto postmoderno. Al Kopò, piccolo gioiellino off nel vasto panorama teatrale capitolino, troverete il traghettatore, Silvio Barbiero, attore di sorprendente bravura. Lasciatevi trasportare dalle sonorità della sua lingua inventata, una sorta di Grammelot con assonanze ai nostri dialetti meridionali. Lasciatevi andare, senza sforzarvi di capire ogni parola, ed entrerete nella magia. Scatorchio, lo strambo personaggio interpretato dal Barbiero, vi porterà nelle passioni di una storia d’amore terrena, tanto terrena che per tentare di riconquistare l’amata Sirocchia, produrrà un disastro ambientale dalle conseguenze catastrofiche. Storia d’amore e di “munnezze”, quasi una parodia della condizione umana, dove alla fine si rimane soli, sommersi dai rifiuti, tra le ombre di un passato rimpianto e quelle inquietanti di un futuro senza speranza. Barbiero – Scatorchio è un incantatore, antico aedo e moderno clown, mimo eccezionale e poeta dello sfacelo. Il paese in cui vive è ogni nostra città, ingannata e tradita da amministratori faccendieri, pronti a fuggire dopo aver incassato sulla salute dei cittadini “amici, compaesani, compatrioti, sudditi”.
Tenero e sprovveduto, Scatorchio parla con Gesù, lo avverte che il Regno non è arrivato. Romantico e disperato cantore di un mondo “appurcato”, di un medioevo attuale, in bilico tra un passato rurale e un futuro apocalittico, catartico per la rinascita. Forse.
Groppi (abbracci) d’amore nella scuraglia” è un teatro antico e bellissimo, l’esempio di come l’idea di un autore, Tiziano Scarpa, e di uno straordinario interprete, Silvio Barbiero, non a caso premiato come migliore attore all’ultimo Fringe Festival di Roma, possano produrre uno spettacolo emozionante, poetico, visionario e struggente, tenero e amaro, senza il minimo ausilio scenografico, se non poche luci a dettare i cambi di atmosfera e poche musiche nei momenti giusti.

Lasciatevi cullare dalla magia del teatro.

Paolo Leone


Carichi Sospesi presenta: Groppi d’amore nella scuraglia, di Tiziano Scarpa.
Con: Silvio Barbiero.
Scene di Paolo Bandiera; Costumi di Anna Cavaliere; Foto di scena di Fabrizio Caperchi; Musiche di Sergio Marchesini e Debora Petrina; Regia di Marco Caldiron.


Si ringrazia l’ufficio stampa del teatro Kopò nella persona di Rocchina Ceglia.

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