17 ottobre, 2014

"Il mio testimone di nozze". Una serena stabilità VS un amore vero, eterno dilemma. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Brancaccino. Fino al 26 ottobre 2014

“Parlo d’amore e mi sento un alieno”. Così si esprime il dolce e ingenuo (ma fino a che punto?) Benny, prossimo sposo, colloquiando col suo vecchio amico Thomas che dovrà essere il suo testimone di nozze. La sua affermazione, quanto mai realistica, è uno dei fili conduttori di questa commedia graziosa e inedita, messa in scena per la regia di Pino Quartullo. Amicizie tradite, relazioni intraprese per “una serena stabilità”, vite che prendono direzioni non desiderate ma accadute, non scelte con convinzione. Quanta verità in una commedia! Una cena prematrimoniale si trasforma in un concentrato di veleni, di sordide e vigliacche strategie, di verità occultate e inganni perfidi.
La colpevolezza dove sembrava regnare la sicurezza, la lealtà dove imperava la finzione. Si celebrerà questo matrimonio? La coppia costituita dal disinvolto testimone e una giovanissima ragazza che sembra uscita da un fumetto manga, è davvero così felice come sembra? Non è giusto svelare il finale, merita di essere visto. L’originale scenografia realizzata con le opere dell’artista Marco Raparelli ci proietta in una casa tratteggiata a matita, nel mondo del povero Benni (Marco Fiorini), uomo che vive nei suoi sogni di disegnatore per bambini, un mondo in bianco e nero ma rassicurante. Dopo dodici anni di convivenza, sta per sposarsi con la sua Lily (Siddharta Prestinari), donna tutta nervi e dal passato che si scoprirà non irreprensibile. Il testimone, vecchio amico di Benni, è Thomas (Alberto Bognanni), colui che tra il serio e il faceto, apparentemente tenta di dissuadere lo sposo per puro spirito libertino, ma che cela ben altro nelle sue intenzioni. Il colore, che lui rappresenta insieme alla sua giovanissima conquista, Elynea (Monica Volpe), contrapposto al bianco e nero della coppia “politically correct”. Almeno così sembra.

La commedia dell’autore francese Jean Luc Lemoine (adattata da Quartullo), rappresentata per la prima volta, da subito gradevole, cresce drammaturgicamente pian piano e il ritmo si innalza decisamente nel secondo atto, fino al sorprendente finale. Una bella armonia regna sul palco e i personaggi sono ben disegnati addosso ai relativi interpreti, che ne esaltano le caratteristiche, diretti da una regia ben curata. Buon ritmo, tempi giusti, nessuna volgarità gratuita. Marco Fiorini si conferma ai suoi livelli, ammirati in tante altre occasioni, con la sua mimica facciale, i suoi momenti di introspezione, riflessivi, che dettano i ritmi brillanti della commedia, alternati con quelli drammatici. Ma tutti i protagonisti di questa delicata pièce hanno la caratteristica che ne determina il buon risultato: la credibilità. Da Bognanni, perfetto nel ruolo di torbido tentatore, alla Prestinari severa e nervosa padrona di casa e dai tempi comici sorprendenti, fino alla giovane Volpe, provocante studentessa che rivelerà la sua onestà, divertentissima.
 Ognuno è responsabile del proprio destino, delle scelte di ogni giorno, dagli amici al matrimonio. Il difficile è indovinare la combinazione giusta, e avere il coraggio di non mentire a se stessi. Come dice il buon Benni: “Il testimone di nozze, il gioco del lotto, il matrimonio….in fondo, non ci credi, ma ci provi sempre.”
Commedia divertente, leggera ma non troppo, ricca di vita plausibile, condotta con garbo.

Paolo Leone



“Il mio testimone di nozze” di Jean – Luc Lemoine

Con: Alberto Bognanni, Marco Fiorini, Siddharta Prestinari, Monica Volpe
Adattamento e regia di Pino Quartullo
Disegni e scenografia di Marco Raparelli; Costumi di Rosalia Guzzo


Si ringrazia l’ufficio stampa della Compagnia nella persona di Sara Battelli

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