11 ottobre, 2014

“DIRTY DANCING”, UN ALTRO MITO IN TEATRO. Di Chiara Pedretti


Milano, Teatro Nazionale. Dal 19 ottobre al 28 dicembre 2014 

Per questa stagione il Teatro Nazionale di Milano proporrà come spettacolo di punta ed in scena per diversi mesi Dirty Dancing, che segue La Bella E La Bestia, Mamma Mia!, Sister Act, La Febbre Del Sabato Sera e Ghost.
Dopo l’esperienza poco felice di Ghost, la Stage Entertainment ha scelto di affrontare un altro film cult che ha consacrato Patrick Swayze come il maestro di ballo più amato della storia e Jennifer Grey come l’impacciata adolescente che riesce nell’impresa di conquistare il “bello ed impossibile” che tutte vorrebbero avere.
Chi non conosce la storia di Dirty Dancing, film del 1987 tradotto in italiano in Balli Proibiti? Nel 1963 il Dottor Houseman, con la moglie Marjorie le figlie Lisa e Frances detta “Baby”, va in vacanza in un villaggio turistico in montagna di proprietà di Max Kellerman, suo paziente. Baby conosce Johnny e Penny, che lavorano come maestri di ballo per gli ospiti dell’hotel. Baby rimane affascinata e travolta dai ritmi del ballo e comincia a frequentare lo staff. Penny, scoperto di essere rimasta incinta di Robbie, uno dei camerieri, decide di abortire rischiando la vita: è solo grazie al padre di Baby se riesce a salvarsi. A Baby viene chiesto di sostituire Penny come partner di Johnny in esibizioni già programmate: nasce l’intesa e l’amore fra i due. Johnny viene poi accusato di furto e Baby, per scagionarlo, non esita a confessare che non avrebbe potuto compiere il furto perché quella notte erano insieme: Johnny viene licenziato lo stesso, dato è vietato avere relazioni sentimentali con gli ospiti. L’ultimo giorno di vacanza di Baby, Johnny, sinceramente innamorato di Baby, ritorna al villaggio per rivederla, esibendosi in un ultimo scatenato mambo collettivo e riconciliandosi così con la famiglia.
Dal punto di vista teatrale, Dirty Dancing debutta nel 2004 a Sydney; segue nel 2006 una nuova produzione prima ad Amburgo poi a Londra; e ancora, Berlino, Irlanda, Bristol, Toronto, Utrecht, Boston, Chicago, Nord America, Johannesburg, Cape Town. Ora, Milano. Come capita per alcuni films, i ruoli sono indissolubilmente cuciti addosso agli attori. Difficile immaginare un altro Johnny che non sia Patrick Swayze… Gabrio Gentilini, faentino classe 1988, sembra destinato a ricoprire ruoli di mostri sacri: già Tony Manero, ora Johnny Castle; già John Travolta, ora Patrick Swayze. Somigliante al compianto Patrick nel fisico, vestito in maniera identica, fa indubbiamente del suo meglio. Niente da dire come ballerino, è molto bravo, ma ha molta strada ancora da fare come attore; si impegna, a volte anche troppo, enfatizzando in maniera esagerata il personaggio: gli manca un po’ di naturalezza; c’è da dire che abbiamo assistito all’anteprima, dovremmo rivederlo più avanti quando avrà fatto suo questo difficile ruolo. Ci piacerebbe vederlo anche in qualcosa che non lo costringa sempre ad inseguire un mito indiscusso ma metta in risalto le sue indubbie qualità artistiche, aiutate anche da quelle fisiche (boato in teatro nella scena in cui Baby va in camera sua e lo trova con addosso solo i pantaloni). Baby è Sara Santostasi, di Anzio, classe 1993, attrice cinematografica e di fiction fin dalla tenera età. Minuta, non la classica bellona, come il ruolo richiede, è una Baby fedele all’originale: timida poi ferma, impacciata nella danza poi disinvolta ballerina, convince e piace. Nel momento topico della presa ad angelo, che tormenta Baby per tutto il film/spettacolo, il primo tentativo non riesce e Sara rovina dalla braccia di Gabrio: simpaticamente non si dà per vinta e ci riprova, riuscendoci. D’altronde quella è una presa difficilissima anche per una danzatrice professionista, ma ha reso l’errore in modo simpatico e naturale.
Splendida dal punto di vista della danza Federica Capra (Penny): anche per lei il confronto con Cynthia Rhodes, ballerina di livello incredibile (Flashdance, Staying Alive, Dirty Dancing) non è facile, ma non la fa rimpiangere: bella, alta, tecnicamente forte, elegante, forma una bella coppia con Gabrio Gentilini, rivelando una buona intesa di partnership. Recitazione da lavorare… Parecchio. Molto bravi anche gli altri danzatori (Giusy Messina, Lucia Bianco, Packy Vicenti, Marco Stabile, Chiara Rosignoli, José Antonio Domínguez, Azzurra Adinolfi, Aldo Esposito, Sara Marinaccio), impegnati in coreografie per niente semplici, quasi tutte a canone (termine tecnico che significa che ognuno fa una cosa diversa) e con moltissime prese, alcune anche complicate. Bravo, ma si sapeva già, Giuseppe Verzicco (Robbie), così come Irene Urciuoli (Lisa), Simone Pieroni (Dott. Houseman), Natalia Magni (Sig.ra Houseman) Mimmo Chianese (Max Kellerman), Renato Cortesi (Sig. Schumacher), Rodolfo Ciulla (Neil). Voci bellissime ed intense Russel Russel (Tito), Pasquale Girone ed Ilaria de Angelis, gli unici cantanti del cast.
Il cast creativo è quello originale: Sarah Tipple (regia), Kate Champion-Craig Wilson (coreografie) Jennifer Irwin (costumi), Stephen Brimsom Lewis (scene). La colonna sonora vede grandi successi come Hungry Eyes, Hey Baby, Do You Love Me?, e l’indimenticabile (I’ve had) The Time Of My Life, tutte interpretate da un orchestra dal vivo.
Una bella sfida ad un mito. Una sfida vinta.

Chiara Pedretti


Teatro Nazionale
Piazza Piemonte, Milano
Dal 9 Ottobre al 28 Dicembre, ore 20.45; sabato ore 15.30 e 20.45, domenica ore 15.30 e 19.00

Biglietti da EUR 26,00 a EUR 76,00

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