05 aprile, 2014

INTERVISTA CON ALESSIA NAVARRO. Di Paolo Leone


Alessia Navarro è attualmente in scena al Piccolo Eliseo Patroni Griffi con “Frida Kahlo – il ritratto di una donna”, dall’1 al 13 aprile. Lo spettacolo è patrocinato dall’Ambasciata del Messico e sostenuto dalle Scuderie del Quirinale, che ospitano la mostra della pittrice messicana. L’abbiamo incontrata in occasione della conferenza stampa di presentazione tenutasi al Teatro Eliseo il 31 marzo.

Alessia, attrice e laureata in antropologia. Come nasce la tua passione per questa materia?

Sicuramente dalla curiosità che mi ha contraddistinta fin da bambina, per cercare anche cose lontane e diverse da me. Ho una grande passione per i viaggi, per cui nel corso della mia vita, insieme all’accademia di recitazione, ho sperimentato questo interesse nei confronti dell’antropologia, laureandomi e specializzandomi sul Messico, quindi entrando in contatto già tanti anni fa con Frida Kahlo e il suo mondo.

Perché, secondo te, assistiamo da qualche anno a questa esplosione di interesse per Frida? Sta diventando quasi una moda. Lo chiedo più all’antropologa che all’attrice.

E’ vero, sta diventando una moda. Credo che tutto nasca in seguito all’uscita del bellissimo film su di lei, con Salma Hayek. Da lì è stato un interesse dilagante. Forse prima era conosciuta da una nicchia di appassionati del settore e con il tempo è cresciuto perché tutti possono riscontrare in Frida una propria vicinanza, un aspetto con cui entrare in contatto e sentirlo proprio. Il mondo omosessuale? Si può rivedere in lei, nella sua vita. Gli artisti? Si possono rivedere in lei. I movimenti politici, soprattutto quelli estremi, il femminismo, tante realtà. Oggi viviamo un momento storico in cui la donna continua ad essere calpestata, mai come in questo momento, forse perché ha raggiunto una forza che può spaventare il resto delle persone, non so. Comunque lei ci dà degli spunti di riflessione ad ognuno di noi, e inevitabilmente finisce per diventare un’icona.
 
Avverti la sensazione che questo spettacolo possa diventare l’evento teatrale della stagione?

Io me lo auguro! Ci sono tanti spettacoli belli in giro, così come ce ne sono tanti brutti. Questo spettacolo ha la fortuna di trovarsi in concomitanza e con la collaborazione della mostra su Frida alle Scuderie del Quirinale e anche dell’Ambasciata messicana, che ne ha riconosciuto il valore, per cui mi auguro che possa diventare una pietra importante di questa stagione.

Tu hai lavorato in spettacoli classici, drammatici, ma anche brillanti. Segno di versatilità. E’ possibile spezzare questa sorta di classismo che c’è in Italia, per cui si tende a ghettizzare gli artisti in situazioni e ruoli da cui è difficile uscire? Non dovrebbero essere i valori ad emergere, senza distinguere tra cinema, teatro, televisione…?

Lo auspico. Purtroppo in Italia si tende davvero a ghettizzare, a categorizzare gli attori. Chi fà teatro non può fare cinema, o viceversa… chi fà le fiction non può lavorare in uno spettacolo impegnato e via dicendo. Se l’arte c’è, la bravura c’è, lo studio c’è… la prima prerogativa di un attore è quello di essere versatile, a trecentosessanta gradi. Il problema è che spesso vanno avanti persone non per merito e allora ci ritroviamo quel personaggio incastonato in quel tipo di ruolo perché solo quello può fare e guai, allora, a metterlo su un palcoscenico. Spero che si possa superare questo. In America non è così, ci sono bravissimi attori che fanno talk show, televisione, ma poi vanno anche a fare con successo un Riccardo III.  Spero che anche qui si possano  superare questi ostacoli, con lo studio e la bravura.

Il ruolo di Pino Insegno in questo lavoro su Frida Kahlo?

Il ruolo di Pino è quello di un gran sostenitore. Quando ne abbiamo parlato col regista, quando io mi sono confrontata la prima volta con lui su questa storia, lui l’ha abbracciata proprio perché, nonostante quello che abbiamo detto poco fa sulla ghettizzazione degli artisti, lui è una persona dalla conoscenza vasta, non è solo un comico. Ha una sensibilità molto raffinata. Abbiamo iniziato questo percorso insieme mettendo in scena, la passata stagione, Edgar Allan Poe. Frida non poteva non abbracciarla, così come abbracceremo altre storie intense come quelle che stiamo sviluppando adesso. Pino è un ottimo compagno di lavoro, di squadra, di vita.

Alessia, questa domanda la faccio a tutti. Tu sei giovane e di sogni ne avrai tantissimi. Ma ce n’è uno alto? Qualcosa che se ci pensi ti fa battere forte il cuore? Spara alto sennò non vale!

(ci pensa)… Morire sul palco!!

Il più tardi possibile, Alessia. In bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.

Grazie, un saluto a tutti i vostri lettori!


Curata da Paolo Leone

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