18 gennaio, 2014

Britten, Delius, Brahms. Tra Mistero e Lirismo all’Opéra Bastille. Di Stefano Duranti Poccetti


Opéra national de Paris, Opéra Bastille, Parigi. Sabato 18 gennaio 2014

Il direttore Jeffrey Tate
Le ritmiche e misteriose note di Britten, la lirica melodia di Delius e la tardo-romantica sinfonia Brahmsiana hanno coronato questa piacevole serata di musica, che ha visto il Maestro Jeffrey Tate alla direzione de l'Orchestre de l'Opéra national de Paris, come il trionfo del violinista Guy Braunstein con il “Concerto per Violino” di Frederick Delius. Ma andiamo per ordine.
Si comincia con la “Sinfonia da Requiem” di Benjamin Britten, sinfonia misteriosa e mistica, brano musicale che non può non suscitare l’interesse dello spettatore. La Sinfonia si apre con un primo movimento, il “Lacrymosa”, dal sapore così misterioso che viene da chiedersi: “Che cosa nascondi?” e forse la risposta a questa domanda l’abbiamo soltanto con il “Dies irae (Andante con fuoco)”, un secondo movimento dall’andatura galoppante, che sembra cercare di uscire da quella misteriosità precedente, che comunque permane anche in questo brano dall’andamento più rapido. Sì, permane questo Mistero, ma unito a una ritmia precisa e rapida, comandata dai movimenti impeccabili , scanditi, direi “geometrici” dell’attenta bacchetta del direttore. Con il terzo movimento – Requiem aeternam – invece Britten sembra in qualche modo voler recuperare la tradizione romantica, facendo di questo brano, seppur in un modo nuovo, un pezzo lirico, sentimentale e, perché no, romantico, infarcendo anche di un’aura dolce ed emozionale ciò che fino a quel punto era stato così mistico e misterioso.
“Sinfonia da Requiem” è di certo un brano musicale eccezionale, così mistico e sentimentale, così intellettuale ed emozionale allo stesso tempo, così organico in tutte le sue parti.
Siamo catapultati in una dimensione un po’ diversa con il “Concerto per violino” di Frederick Delius, un concerto che l’autore costruisce su una melodia lunga, un unico flusso tematico non separato nei diversi movimenti. Si tratta di un pezzo non semplice da interpretare, né a livello tecnico, dove bisogna entrare in sintonia con questa “liricità contemporanea” e atonale, né a livello meramente interpretativo, essendo questo un brano molto autoreferenziale, in cui non è affatto semplice trovarne il senso e il vero significato – istintuale o spirituale che sia. Nonostante questo il violinista Guy Braunstein non si scoraggia davanti alle complicazioni e trova un modo diretto, lirico, anche sentimentale, di eseguirlo e di portarlo così verso il suo pubblico con forza ed efficienza. Alla fine ci delizia anche con un apprezzato fuori programma, “Liebesleid”, per violino e pianoforte, di Fritz Kreisler, che il violinista è costretto a eseguire senza l’accompagnamento del pianoforte (non previsto nell’organico orchestrale) e che esegue un po’ ad libitum, con delle variazioni sull’originale.
Dopo l’intervallo è il turno dell’ultimo atto del concerto, con cui entriamo in contatto con qualcosa di più classico e forse per molti anche di più familiare: la “Sinfonia n.3” di Johannes Brahms, in cui, dopo un primo movimento (“Allegro con brio”) di preparazione, per certi versi anche un po’ monotono, si giunge a quei due movimenti così famosi, l’ “Andante” e il “Poco allegretto”, dove la variazione motivica brahmsiana diventa il pretesto per scrivere due pezzi così lirici e sentimentali. Quasi un’evocazione nostalgica il primo, un inno alla passione il secondo; una passione che emerge dalle ombre di una certa ambigua oscurità che questo movimento porta in se stesso. È un “Poco allegretto” molto celebre, che ci trascina verso il quarto e ultimo e movimento, l’ “Allegro”, dove il compositore, spogliandosi della liricità precedente, ci trasporta con una serie di motivi più rilassati e veloci verso un crescendo finale, che però all’improvviso si contrae, per giungere infine a una stretta finale in dissolvenza.
Precisa e attenta, in tutte le componenti della serata, la direzione di Jeffrey Tate, alla guida di un’Orchestra eccellente e che non ha bisogno di tante presentazioni, l'Orchestre de l'Opéra national de Paris, salutata, insieme al direttore, e in precedenza al violinista Guy Braunstein, dai calorosi applausi dell’Opéra Bastille.

Stefano Duranti Poccetti


CONCERTS SYMPHONIQUES
BRITTEN / DELIUS / BRAHMS
JEFFREY TATE

Benjamin Britten    Sinfonia da Requiem
Frederick Delius     Concerto pour violon
Johannes Brahms Symphonie n° 3
Guy Braunstein Violon


Orchestre de l'Opéra national de Paris

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