18 dicembre, 2013

“Vicini di stalla” di Antonio Grosso e Francesco Stella. Determinare la storia senza saperlo. Di Paolo Leone


Roma, Teatro de’ Servi. Dal 17 dicembre 2013 al 5 gennaio 2014

Il retrobottega della storia. Faccende di ordinaria cronaca (nera) all’ombra dell’evento per eccellenza, la nascita del Messia. Un’umanità variopinta abita le poche stalle rimaste disponibili a Betlemme durante il fatidico editto romano. Tra questa, due pastori in fuga da un tragico fatto di sangue, zio e nipote, con la loro asinella, speranzosi di non essere riconosciuti da nessuno ed evitare così una sicura condanna a morte. Vessati dal loro affittuario, il rabbino Arcadio, e sfiniti dal trambusto nella stalla vicina dove Sara continua ad esercitare il suo antichissimo mestiere, i due si troveranno a divenire, senza rendersene conto, avulsi come sono da tutto ciò che li circonda, il punto di svolta nella storia di una famiglia poverissima giunta lì da pochi giorni, del loro bambino appena nato e… del futuro dell’umanità.
Si può divertire, sfiorando un tema simile, senza cadere nell’irriverenza e senza offendere il sentimento religioso di chi assiste ad una commedia come questa? Bisogna che l’autore abbia un tratto di scrittura, tanto per rimanere in tema, “pieno di grazia” e che gli interpreti sappiano conferire alla messa in scena quel tocco di poesia, di giusta leggerezza, di armoniosità che trasformino una commedia in un gioiellino da preservare. “Vicini di stalla” è tutto questo. Antonio Grosso, autore tra i più quotati nella commedia italiana nonostante la sua giovane età, ha il pregio (in questa occasione insieme al coautore Francesco Stella) di sfoderare dei piccoli capolavori di comicità intelligente, mai banale, dove risate e sorrisi si disputano continuamente la scena con i momenti più toccanti, addirittura commoventi come in questa sua ultima opera. Per ottenere simili risultati, ci si deve affidare ad attori che abbiano nelle proprie corde la capacità tremendamente difficile di far tramutare una risata fragorosa nel silenzio della meditazione, di trascinare gli spettatori dal sorriso agli occhi umidi in pochi secondi. Nella prima del 17 dicembre al Teatro de’ Servi di Roma, si è avuto il privilegio di poter assistere a questa magia, profusa a piene mani dalle capacità espressive straordinarie di Ciro Scalera, nel ruolo di Armonio, e dalla sorprendente performance dello stesso Grosso nel ruolo dell’altro pastore, Corallo. Si può ridere, si, senza essere oltraggiosi, sfiorando il mistero con la delicatezza di un testo e con prove d’attore convincenti, credibili. 

Si può ridere e sorprendere immaginando, scrivendo e realizzando una storia possibile, di un’umanità vera, magari anche abbrutita dall’ignoranza e dalle misere condizioni, ma quanto mai realistica. Una storia eterna di fuggiaschi, di ipocrisie, di congiure, di corruzione. Ma tutto, trattato con un tocco poetico che affiora sempre all’improvviso, come piacevoli carezze offerte al pubblico dai quattro sul palco. E se colpiscono per freschezza e complicità le prove dei due protagonisti, non da meno sono le interpretazioni di Antonello Pascale, che nel ruolo dell’improbabile rabbino Arcadio disegna i contorni di un “guappo” della migliore commedia napoletana, e di Federica Carruba Toscano, la prostituta Sara, anche lei emigrante come tutti gli altri (non un caso), sfrontata e sincera nel rapporto con i due pastori.  
In modi differenti, gli strani eventi che si verificheranno con l’arrivo di quei misteriosi “vicini di stalla” cambieranno le loro vite e i loschi progetti, non esentando i nostri due dalla fine che tentavano di sfuggire, ignari, fino al loro ultimo giorno, di ciò che di grandioso avevano determinato.  Il finale, sorprendente, riesce ad essere drammatico ma lieve allo stesso tempo, confermando fino in fondo la particolarità di questo spettacolo pensato, realizzato e interpretato con cura e maestrìa non comuni. Da non perdere.

Paolo Leone


“Vicini di stalla” di Antonio Grosso e Francesco Stella
Con: Ciro Scalera, Antonio Grosso, Antonello Pascale e Federica Carruba Toscano
Regia: Ninni Bruschetta
Luci: Luigi Ascione
Scena: Alessandra Ricci

Costumi: Adelia Apostolico
Distribuzione: Ratmataz Spettacoli

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