Roma, Teatro Ambra
Garbatella. Dal 5 al 10 novembre

Una messa in scena semplice ma suggestiva,
grazie alle luci e ai filmati a cura di Doriana Barbè, accompagna il pubblico e
le due voci narranti, tra le poesie di D’Annunzio e Ungaretti (“Come pianto che
non si vede, la morte si sconta vivendo”), fino ai bellissimi resoconti sugli
episodi di fraternizzazione tra eserciti opposti, temuti e osteggiati dai
generali in carica. Attimi di tenerezza tra l’orrore di centinaia di migliaia
di vittime, la dolcezza delle lettere indirizzate alle mamme, tenute in tasca
da ogni soldato prima della battaglia e arrivate fino ai nostri giorni, mònito
alle generazioni future. Eppure si rideva, si, come il grido della volontà di
vivere nonostante tutto, come il riso e i giochi dei bambini che oggi si ha la
possibilità di vedere in televisione, nelle tante guerre che ancora
insanguinano il pianeta. La vita vince sempre,
ma non si impara mai dal passato. La “grande guerra”, si ricorda nel
finale, durò 4 anni, tre mesi e 13 giorni. Fu la prima, solo la prima. L’elenco
di tutte le guerre, dal 15/18 in poi, che scorre sullo schermo nel finale, è
impressionante, sembra non finire mai. Uno spettacolo atipico, istruttivo, che
ha la capacità di scendere nei sentimenti profondi dell’uomo nei momenti più
drammatici e che non a caso è disponibile anche per le scuole. Un plauso al
teatro Ambra che ha avuto il merito di proporlo.
Paolo Leone
“La grande guerra – eppure
si rideva”, scritto e diretto da Lorenzo Costa
Con: Lorenzo Costa e
Federica Ruggero
Regia: Lorenzo Costa
Disegno luci e ricerca
immagini: Doriana Barbè
Produzione: Teatro Garage
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