06 novembre, 2013

Gobbo al levante luna calante… NON E’ VERO MA CI CREDO al Teatro Quirino di Roma. Di Mario Di Calo


Roma, Teatro Quirino. Dal 29 ottobre al 10 novembre 2013

Il commendatore, oggi si direbbe piccolo imprenditore, Gervasio Savastano ha un’attività di produttore di pomodori in scatola ed è un lavoratore indefesso, ma ha un brutto difetto, è ossessionato per così dire dalla superstizione e crede che i suoi affari dipendano o meno dalle mire oscure di un suo malcapitato dipendente tal Bellisario Malvulio, che fa rima appunto con malaugurio, jettatore, portajella, difatti lo congederà a scapito di un novello impiegato presentatosi proprio il giorno del licenziamento, il cifotico Alberto Sammaria, che in quanto cifotico/gobbo porta bene ed effettivamente gli affari improvvisamente prendono a girare per il verso giusto con tutta una serie di nuovi ingaggi e contratti.
Ma la vita è fatta anche di cose impreviste ed il protagonista a sorpresa si ritroverà ad essere vittima di una enorme canzonatura.
Che bella commedia avete rappresentato” è la frase appunto che alla fine dei tre atti pronuncerà il protagonista, in realtà pirandellianamente, Peppino De Filippo, autore meno stimato rispetto al fratello maggiore, ribaltando la lezione del contemporaneo maestro agrigentino e ci fa scoprire essere quella a cui abbiamo assistito, tutta una messinscena esercitata dall’intero microcosmo che circonda il piccolo mondo di Savastano, proprio per fargli capire che il suo pregiudizio è solo frutto del caso e non della scaramanzia.
NON E’ VERO MA CI CREDO è una commedia scritta nel 1942 ora al Teatro Quirino di Roma portata in scena da Sebastiano Lo Monaco per Sicilia Teatro in un fastoso allestimento per la regia di Michele Mirabella.
All’aprirsi del sipario una scena illuminatissima dai toni optical giocati sul bianco e nero, risalta un boccascena, con ingressi frontali al pubblico, che è un collage di manifesti pubblicitari degli anni cinquanta dove occhieggiano anche i loghi dei due maggiori partiti politici di quegli anni, ovvero Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano, come a simboleggiare quegli anni del boom economico italiano ed anche tutta quella mirabilia che costituisce l’arredo della scena lo testimonia, azzeccatissima quindi la scelta degli scenografi Alida Cappellini e Giovanni Licheri.
Il protagonista Sebastiano Lo Monaco è un fiume in piena, sempre con lo stesso ritmo incalzante e sostenuto conduce il suo personaggio fino alla fine con grande sicurezza e piglio di capocomico ed anche quando spesso fuoriesce dal testo lo fa con garbo e maestria, ma quel sogno premonitore in cui probabilmente si rende conto forse di avere forzato le cose facendo sposare la propria figlia al buon, ma pur sempre gobbo, Sammaria, il rischio e il pericolo è di avere come progenia una schiera di piccoli gobbetti, ecco in quel momento forse un pizzico di veridicità e oniricità non avrebbe guastato.
Gli fa da spalla un’ottima compagnia di caratteri napoletani, dal brillante Alfonso Liguori come avvocato Donati, che sciorina una parlantina sdrucciolevole e limpida al bravissimo Salvatore Felaco portiere malcapitato che per poter mantenere il posto di lavoro deve catturare un gatto nero che si aggira fra le proprietà del Savastano, ma ogni volta che ne agguanta qualcuno non è mai quello giusto. Bravi anche Leila Mangano De Filippo, Maria Laura Caselli, Antonio De Rosa, Carmine e Vincenzo Borrino o la camerierina con pose da grande attrice ben disegnata da Luana Pantaleo.
Dal canto suo Michela Mirabella, rifuggendo da certi stilemi o folclori tipici napoletani, scegliendo di ambientare la storia in quel preciso periodo storico, ne fa una feroce satira di costume, e tutte le ingenuità del testo o le ormai datate ritrosie del protagonista diventano solo occasione di divertimento e gioco; l’attenzione del regista è rivolta invece al meccanismo perfetto della commedia ed i personaggi qui diventano pupi nelle sue mani in perfetta sintonia meta teatrale col dettato pirandelliano ma anche al recupero di questo prezioso materiale per renderlo finalmente repertorio concreto di quell’immenso patrimonio italiano in cui rientra di diritto il grande Peppino De Filippo.

Mario Di Calo


Associazione SICILIA TEATRO
presenta
NON E’ VERO MA CI CREDO
di Peppino De Filippo
regia di Michele Mirabella
con Sebastiano Lo Monaco
Leila Mangano De Filippo, Alfonso Liguori, Maria Laura Caselli, Antonio De Rosa, Vincenzo Borrino, Margherita coppola, Carmine Borrino, Salvatore Felaco, Cristina Donald, Matteo Bianchi
scene e costumi di Alida Cappellini e Giovanni Licheri
Dal 29 ottobre al 10 novembre
Teatro Quirino di Roma

In tournée

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