04 ottobre, 2013

“Il Compleanno” per Claude Mouriéras. Enigmi e violenza al Théâtre du Vieux-Colombier. Di Stefano Duranti Poccetti


Parigi, Comédie-Française, Théâtre du Vieux-Colombier. Dal 18 settembre al 24 ottobre 2013

Sulla scena la riproduzione di una sala cucina bene illuminata. Un tavolo, le sedie, un divano… sono pochi gli elementi che servono a ricreare l’ambiente scenico. Poi è presente anche un’apertura sulla destra: una scala che ci conduce al corridoio delle camere da letto disposto al piano superiore della casa – e visibile in penombra al pubblico. In questo contesto si muovono i personaggi del dramma: Meg (Cécile Brune) e Peter Boles (Nicolas Lormeau), una coppia in possesso di una pensione, e Stanley (Jérémy Lopez), il loro unico cliente. Quest’ultimo è un personaggio ambiguo, nevrotico… un pianista caduto in fallimento e che fa una vita in solitudine. Stanley ha una relazione molto particolare con Meg, una donna – convivente con un marito che la tratta con una certa indifferenza - che ha preso a cuore il giovane in un atteggiamento che ha un ché di materno e un ché della donna innamorata (D’altra parte quando Stanley la bacerà lei non sembrerà prendersela e non se la prenderà molto neanche, addirittura, in occasione della prossima festa di compleanno, dove in questo caso Stanley si approfitterà di lei con la forza).
Alla pensione arrivano altri due personaggi ambigui e dalle intenzioni misteriose e pericolose. Si tratta di Nat Goldberg (Éric Génovèse) e di Seamus McCann (Nâzim Boudjenah), due figure che sembrano fare della provocazione e dell’aggressività ingiustificata la loro caratteristica principale. Adesso abbiamo quasi tutti i personaggi, manca solo Lulu (Marion Malenfant), il nome lascia tutto dire, un’amica di Meg, che arriva al momento del compleanno di Stanley. Ecco, appunto, “Il Compleanno”, titolo del dramma e atto irrinunciabile e punto cruciale della rappresentazione. Il giorno dell’arrivo di Nat e Seamus è anche il giorno del compleanno di Stanley e Meg organizza una festa per il suo amico e cliente. Stanley in realtà, nella sua melanconia, non vorrebbe festeggiare, ma viene obbligato a farlo con la forza dai due personaggi arrivati il giorno stesso. Meg ha regalato a Stanley un tamburino per bambini e il giovane lo suona con frustrazione, più per atto maniaco che per piacere – in questo c’è anche un gusto sadico e ironico. D’altra parte questo “gusto per mania” è racchiuso anche in altri personaggi pinteriani, sopra a tutti in Seamus – che ha la mania di ritagliare trafiletti di giornale e di metterli ordinati l’uno accanto all’altro.
Si arriva infine alla festa di compleanno, una vera e propria “Sex, Drugs, Rockn'rol”, a cui partecipano Meg, Nat, Seamus, Lulu e Stanley, che se ne sta in disparte per tutto il tempo, mentre gli altri, mandati fuori di testa dall’alcool, danno vita ad atteggiamenti sessuali spinti – soprattutto sono intense le effusioni tra Lulu e Nat. All’improvviso un imprevisto: la luce se ne va via e Stanley ne approfitta per avere un atto sessuale con Meg, in uno stupro che sembra in parte desiderato e in parte rifiutato dalla donna.
Si arriva alla mattina e, come era accaduto all’inizio del dramma, troviamo Meg e Peter (che non era alla festa) a fare colazione. Gli altri personaggi sono tutti nelle camere da letto del secondo piano e così a turno cominciano a scendere. Scende Goldberg, pronto alla partenza; scende Lulu, che scappa via infuriata nei suoi confronti perché si è sentita usata; alla fine scende McCann che supporta con le braccia Stanley – che è stato sicuramente malmenato dai due – e lo sta portando giù perché i due uomini lo vogliono portare via con loro. In effetti questo accade e Stanley viene portato via, ferito e stremato, sotto gli occhi increduli di Peter, raffigurato come il classico uomo borghese non molto interessato a battersi per gl’interessi altrui. I tre se ne vanno e in quel momento torna Meg, che era uscita, che chiede se il suo Stanley è finalmente sceso per fare colazione.
Teatro dell’Assurdo”, “Teatro della Minaccia”, In questa Pièce Pinter mescola queste due realtà. Da una parte l’assurdità delle vicende rappresentate, supportate dal senso del non senso; da volute ripetizioni di frasi e di parole inutili, che si caricano proprio del significato dell’insignificanza; da azioni che non portano altro senso che quello del compiere quell’azione stessa (non a caso si parla di assenza di psicanalisi pinteriana). Dall’altra parte troviamo, accanto e collegata a questa dimensione dell’Assurdo, quella della Minaccia ingiustificata, incarnata in Nat e Seamus, i due carnefici il cui unico scopo è quello di rendere vittima Stanley e, all’occorrenza, tutto il resto dei personaggi che girano loro intorno.
La scena (di Yves Bernard), come si è detto, è rappresentata da una riproduzione di una semplice sala cucina di una pensione moderna. Molto interessante è il gioco tra il sopra e il sotto della scena, che crea poi un altro gioco, quello tra luce e penombra.
C’è un altro elemento dell’arredamento scenico che non è da sottovalutare e che fa parte da vicino di quelli che potremmo definire come gli “Oggetti dell’Assurdo”: una Cyclette che però non è una cyclette, ma una vera e propria bicicletta su cui si può pedalare ma che rimane ferma, usata dai diversi personaggi della scena “senza senso”.
I costumi (di Lucie Guillement) sono quelli che potrebbe usare qualunque cittadino nostro contemporaneo, ma in questo loco sono anche indice delle personalità dei personaggi: vestiti disordinati per Stanley; precisi e “maniacali” per Nat e Seamus; un vestitino sensuale per Lulu; vestiti casalinghi per Meg e Peter (quest’ultimo sempre in ciabatte, quello che noi chiamiamo il “ciabattaio di casa”).
Gli attori sono tutti artefici di una grande prova attoriale, abili a muoversi in scena, abili a interagire tra di loro, riuscendo a dare un’ottima interpretazione di un testo molto complicato da interpretare e lo fanno in modo “misterioso”, tenendo a tratti il pubblico in suspense, anche grazie alle sonorità di sottofondo un po’ hitchcockiane di Roman Dymny. Per me è molto difficile dare uno scettro a uno degli attori, proprio perché a mio parere sono tutti meritosi di un prestigioso elogio comune.
Sicuramente intanto uno scettro lo do di certo a Claude Mouriéras (assistito alla regia da Renaud Durville), per la sua grande prova di regia e d’interpretazione davanti a quest’opera enigmatica: “Il Compleanno” di Harold Pinter.


Stefano Duranti Poccetti 



L’Anniversaire
Harold Pinter
traduction Éric Kahane
mise en scène Claude Mouriéras

 Avec
Cécile Brune, Meg Boles
Éric Génovèse, Nat Goldberg
Nicolas Lormeau, Peter Boles
Nâzim Boudjenah, Seamus McCann
Jérémy Lopez, Stanley Webber
Marion Malenfant, Lulu

Scénographie et lumières, Yves Bernard
Costumes, Coralie Sanvoisin
Son, Roman Dymny
Assistant mise en scène, Renaud Durville


Pour la première fois à la Comédie-Française


L’Arche est agent théâtral du texte représenté

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