01 ottobre, 2013

“Au Monde”. Il mondo del mistero. Di Stefano Duranti Poccetti


Parigi, Odéon-théâtre de l'Europe. Dal 14 settembre al 19 ottobre 2013

Un’atmosfera cupa e misteriosa, un’atmosfera di non detto, di buio, di ombre, di mestizia; poche aperture verticali (le finestre) regnano sulla scena, per il resto è padrona l’oscurità, l’oscurità simbolo di arcani segreti di una famiglia.
Questa è l’ambientazione di “Au Monde” (Al Mondo) di Joël Pommerat, drammaturgo e regista che sta avendo un grande successo in Francia e non solo, dove l’autore ci descrive una storia di ambigue e tormentate relazioni familiari, relazioni che rimangono incomplete fino alla fine all’occhio dello spettatore, non sapendo trovare un senso comune allo svolgimento di questa pièce, in cui troviamo un padre di potere, oramai anziano e stremato, che passa al figlio Ori la sua grande impresa. Il figlio, oramai adulto, si ritrova spaesato davanti a questa scelta del padre, perché si vede a costretto a rivoluzionare l’intera sua esistenza.  Questi personaggi sono poi circondati dagli altri che compongono il resto della famiglia: la sorella maggiore di Ori incinta, la seconda sorella presentatrice della televisione, la sorella minore adottiva, il fratello maggiore; ci sono poi anche altre figure: il marito della sorella maggiore e una donna frequentatrice della casa - tutti questi personaggi sono, come si vede, senza nome, a eccetto di Ori, proprio perché è dalla sua psicologia turbata dalla scelta del padre che nascono i tormenti della famiglia. Dall’inizio alla fine viviamo in un “mondo” di conflitto tra gli attori e le attrici in scena. Si tratta di una famiglia che ha fatto degli affari e dei soldi il suo senso di vivere, un senso di vivere non accettato dalla presentatrice televisiva, che spesso e volentieri invita il resto della famiglia a ricordarsi di tutte le persone che muoiono di fame, invita a ricordarsi dell’amore e dei sogni, proprio perché la felicità della vita è rappresentata solo in minima parte dalle risorse materiali. La sorella minore adottiva - poco più di una bambina - è vittima dei conflitti familiari, indebolita dai litigi nevrotici a cui assiste in casa e soprattutto alla fine del dramma si dimostra più che mai esasperata da una situazione che sembra essere uguale dall’inizio alla fine. Il marito della sorella maggiore di Ori è un militare di alta carica e porta sulla scena valori rigidi e guerrieri, che non fanno altro che alimentare la tensione, una tensione solo delle volte attenuata dagli “intermezzi” cantati dalla donna frequentatrice della casa, che danno un po’ di sollievo alla messa in scena (l’elemento televisivo è forte, visto che delle volte la realtà in scena si trasforma in un vero e proprio schermo tv, che solo i protagonisti sul palco possono vedere, e che condiziona la vita dei personaggi).  In effetti il tutto si conclude proprio come è iniziato, nell’ambiguità delle relazioni familiari, con una tensione alta all’inizio come alla fine, con un non senso che apre e con un non senso che chiude.
La pièce inizia con la famiglia seduta attorno a un grande tavolo, tavolo come simbolo dell’elemento della discordia e del mistero che intercorre tra i diversi rapporti che si creano. Come detto la scena è buia, con poche aperture luminose e il disegno luci è mantenuto volutamente fiacco per tutto il dramma. Anche i costumi sono tetri: neri per gli uomini, in tinta anche quelli delle donne, a eccetto di quelli usati dalla sorella presentatrice, sia perché fa un lavoro che la obbliga a indumenti di colore sia perché mantiene sempre un ruolo importante e di preminenza sulla scena, tanto è vero che la potremmo forse definire la vera protagonista; è infatti lei che cerca di mettere a fuoco fino in fondo le diverse vicende create sul palcoscenico e i suoi brillanti monologhi servono proprio a dare agli spettatori un suo particolare punto di vista sulla sua famiglia, unico punto di vista veramente attendibile di tutta la rappresentazione. Si tratta secondo lei di una famiglia troppo attaccata al denaro e agli affari e poco attenta al lato naturale della vita. Altro tema toccato con forza, anche dalla stessa protagonista, è quello della frustrazione sessuale – non a caso in una delle ultime scene la troviamo a baciarsi appassionatamente con la donna che frequenta la casa, in uno sfogo libidico e omosessuale che alimenta ancora di più l’ambiguità dei personaggi.
Ulteriore elemento di tensione all’interno della performance è quello sonoro: i passi dei personaggi sono infatti amplificati in modo sonoramente esagerato e questo è un altro fattore di forte suspense.  

Infine, un buono spettacolo, anche se l’ho ritenuto un po’ più lungo del necessario (anche le grida isteriche e le relazioni nevrotiche alla lunga possono diventare tediose e monotone).
La prova degli attori è stata buona, sopra a tutti, senza togliere niente agli altri, metto in evidenza il lavoro di Lionel Codino nei panni di Ori e di Marie Piemontese, la presentatrice televisiva, molto brava nel suo ruolo complicato di raisonneur, forse delle volte solo un po’ troppo iperbolica ed esteriore.

Stefano Duranti Poccetti



Au Monde
14 septembre-19 octobre 2013 / Odéon 6e
de Joël Pommerat
avec Saadia Bentaïeb, Agnès Berthon, Lionel Codino, Angelo Dello Spedale, Roland Monod, Ruth Olaizola, Marie Piemontese, David Sighicelli
Présentation Générique Auteur Extrait Aller plus loin Tournées
scénographie Éric Soyer, Marguerite Bordat
lumière Éric Soyer
collaboration artistique Marguerite Bordat
costumes Marguerite Bordat, Isabelle Deffin
son François Leymarie

production Compagnie Louis Brouillard
coproduction Théâtre national de Strasbourg, CDN de Normandie – Comédie de Caen, Théâtre Paris-Villette, Espace Jules Verne − Brétigny-sur-Orge, La Ferme de Bel ébat − Guyancourt, Thécif-Région Île-de-France / avec le soutien du Ministère de la Culture et de la Communication − DRAC Île-de-France, du Conseil Général de l’Essonne, de la Ville de Brétigny-sur-Orge, de la Ville de Paris et de l’ADAMI
compagnie conventionnée − DRAC, Conseil Général de l’Essonne, Ville de Brétigny-sur-Orge et en résidence à Brétigny-sur-Orge
coproduction recréation Compagnie Louis Brouillard, Odéon-Théâtre de l'Europe, Théâtre National − Bruxelles
La Compagnie Louis Brouillard reçoit le soutien du Ministère de la Culture − DRAC Île-de-France et de la Région Île-de-France

créé le 21 janvier 2004 au Théâtre national de Strasbourg


avec le soutien du Cercle de l'Odéon

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