Parigi,
Odéon-théâtre de l'Europe. Dal 14 settembre al 19 ottobre 2013
Un’atmosfera cupa e
misteriosa, un’atmosfera di non detto, di buio, di ombre, di mestizia; poche
aperture verticali (le finestre) regnano sulla scena, per il resto è padrona
l’oscurità, l’oscurità simbolo di arcani segreti di una famiglia.
Questa è
l’ambientazione di “Au Monde” (Al
Mondo) di Joël Pommerat, drammaturgo e regista che sta avendo un grande
successo in Francia e non solo, dove l’autore ci descrive una storia di ambigue
e tormentate relazioni familiari, relazioni che rimangono incomplete fino alla
fine all’occhio dello spettatore, non sapendo trovare un senso comune allo
svolgimento di questa pièce, in cui troviamo un padre di potere, oramai anziano
e stremato, che passa al figlio Ori la sua grande impresa. Il figlio, oramai
adulto, si ritrova spaesato davanti a questa scelta del padre, perché si vede a
costretto a rivoluzionare l’intera sua esistenza. Questi personaggi sono poi circondati dagli
altri che compongono il resto della famiglia: la sorella maggiore di Ori
incinta, la seconda sorella presentatrice della televisione, la sorella minore
adottiva, il fratello maggiore; ci sono poi anche altre figure: il marito della
sorella maggiore e una donna frequentatrice della casa - tutti questi
personaggi sono, come si vede, senza nome, a eccetto di Ori, proprio perché è
dalla sua psicologia turbata dalla scelta del padre che nascono i tormenti
della famiglia. Dall’inizio alla fine viviamo in un “mondo” di conflitto tra
gli attori e le attrici in scena. Si tratta di una famiglia che ha fatto degli
affari e dei soldi il suo senso di vivere, un senso di vivere non accettato
dalla presentatrice televisiva, che spesso e volentieri invita il resto della
famiglia a ricordarsi di tutte le persone che muoiono di fame, invita a
ricordarsi dell’amore e dei sogni, proprio perché la felicità della vita è
rappresentata solo in minima parte dalle risorse materiali. La sorella minore
adottiva - poco più di una bambina - è vittima dei conflitti familiari,
indebolita dai litigi nevrotici a cui assiste in casa e soprattutto alla fine
del dramma si dimostra più che mai esasperata da una situazione che sembra
essere uguale dall’inizio alla fine. Il marito della sorella maggiore di Ori è
un militare di alta carica e porta sulla scena valori rigidi e guerrieri, che
non fanno altro che alimentare la tensione, una tensione solo delle volte
attenuata dagli “intermezzi” cantati dalla donna frequentatrice della casa, che
danno un po’ di sollievo alla messa in scena (l’elemento televisivo è forte,
visto che delle volte la realtà in scena si trasforma in un vero e proprio
schermo tv, che solo i protagonisti sul palco possono vedere, e che condiziona
la vita dei personaggi). In effetti il
tutto si conclude proprio come è iniziato, nell’ambiguità delle relazioni
familiari, con una tensione alta all’inizio come alla fine, con un non senso
che apre e con un non senso che chiude.
La pièce inizia con
la famiglia seduta attorno a un grande tavolo, tavolo come simbolo
dell’elemento della discordia e del mistero che intercorre tra i diversi
rapporti che si creano. Come detto la scena è buia, con poche aperture luminose
e il disegno luci è mantenuto volutamente fiacco per tutto il dramma. Anche i
costumi sono tetri: neri per gli uomini, in tinta anche quelli delle donne, a
eccetto di quelli usati dalla sorella presentatrice, sia perché fa un lavoro
che la obbliga a indumenti di colore sia perché mantiene sempre un ruolo
importante e di preminenza sulla scena, tanto è vero che la potremmo forse
definire la vera protagonista; è infatti lei che cerca di mettere a fuoco fino
in fondo le diverse vicende create sul palcoscenico e i suoi brillanti
monologhi servono proprio a dare agli spettatori un suo particolare punto di
vista sulla sua famiglia, unico punto di vista veramente attendibile di tutta
la rappresentazione. Si tratta secondo lei di una famiglia troppo attaccata al
denaro e agli affari e poco attenta al lato naturale della vita. Altro tema
toccato con forza, anche dalla stessa protagonista, è quello della frustrazione
sessuale – non a caso in una delle ultime scene la troviamo a baciarsi
appassionatamente con la donna che frequenta la casa, in uno sfogo libidico e
omosessuale che alimenta ancora di più l’ambiguità dei personaggi.
Ulteriore elemento di
tensione all’interno della performance è quello sonoro: i passi dei personaggi
sono infatti amplificati in modo sonoramente esagerato e questo è un altro
fattore di forte suspense.
Infine, un buono
spettacolo, anche se l’ho ritenuto un po’ più lungo del necessario (anche le
grida isteriche e le relazioni nevrotiche alla lunga possono diventare tediose
e monotone).
La prova degli attori
è stata buona, sopra a tutti, senza togliere niente agli altri, metto in
evidenza il lavoro di Lionel Codino nei panni di Ori e di Marie Piemontese, la
presentatrice televisiva, molto brava nel suo ruolo complicato di raisonneur, forse delle volte solo un
po’ troppo iperbolica ed esteriore.
Stefano Duranti
Poccetti
Au
Monde
14
septembre-19 octobre 2013 / Odéon 6e
de
Joël Pommerat
avec
Saadia Bentaïeb, Agnès Berthon, Lionel Codino, Angelo Dello Spedale, Roland
Monod, Ruth Olaizola, Marie Piemontese, David Sighicelli
Présentation Générique Auteur
Extrait Aller plus loin Tournées
scénographie Éric Soyer,
Marguerite Bordat
lumière Éric Soyer
collaboration artistique
Marguerite Bordat
costumes Marguerite Bordat,
Isabelle Deffin
son François Leymarie
production Compagnie Louis
Brouillard
coproduction Théâtre national de
Strasbourg, CDN de Normandie – Comédie de Caen, Théâtre Paris-Villette, Espace
Jules Verne − Brétigny-sur-Orge, La Ferme de Bel ébat − Guyancourt,
Thécif-Région Île-de-France / avec le soutien du Ministère de la Culture et de
la Communication − DRAC Île-de-France, du Conseil Général de l’Essonne, de la
Ville de Brétigny-sur-Orge, de la Ville de Paris et de l’ADAMI
compagnie conventionnée − DRAC,
Conseil Général de l’Essonne, Ville de Brétigny-sur-Orge et en résidence à
Brétigny-sur-Orge
coproduction recréation Compagnie
Louis Brouillard, Odéon-Théâtre de l'Europe, Théâtre National − Bruxelles
La
Compagnie Louis Brouillard reçoit le soutien du Ministère de la Culture − DRAC
Île-de-France et de la Région Île-de-France
créé
le 21 janvier 2004 au Théâtre national de Strasbourg
avec
le soutien du Cercle de l'Odéon
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