28 marzo, 2013

Tra e Presente e Futuro. Poesie di Massimo Triolo. "Nosferatu"...



Ieri abbiamo lasciato in pace il Corriere dello Spettacolo, visto che era la Festa Mondiale del Teatro, e così anche lui si è preso una giornata di sano riposo, ma oggi torniamo per pubblicare e lo facciamo con “Tra e Presente e Futuro. Poesie di Massimo Triolo”, spostato a giovedì (da mercoledì) per questa settimana. Oggi proponiamo “Nosferatu”…


Nosferatu

La notte è culla alle mie brame…
Oh, dolce andare per sentieri inghiottiti dalle montagne,
dove il cielo si divide e tutto sprofonda in abissi di cupidigia.
Il canto dei figli della notte, il loro richiamo remoto e ancestrale,
mi vibra dentro come una eco lontana di vita selvaggia,
e risveglia in me l’animo del cacciatore.
O luna, protettrice delle madri e scrigno di fertilità,
tu un sentiero mi scavi dentro fino agli angoli più impervi
delle mie secche vene!
Lingue di sangue, rivi vermigli, sono per me l’unico suggello di vita
e fonte di nutrimento…
Vago nelle notti come uno spettro affamato di terrore,
e quando rendo nuova memoria al mio sangue con l’altrui sangue,
tutto languo in un brivido che, ahimè, è solo sentore di reviviscenza.
Il nero è il colore di questo mio cuore freddo come la pietra,
sudari sono le nubi che biancheggiano
nel cielo color dell’inchiostro,
presso la vetta del mio eremo in cui regna solitudine nei Secoli.
Dicono che solo un amore altissimo e inaccessibile,
possa avere vittoria sulla maledizione dei miei passi,
un cuore puro e un viso d’angelo, carne vergine di bianco latte.

Massimo Triolo

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