15 ottobre, 2012

“Raymonda” al Teatro alla Scala. Il Sogno d’Amore della Dama Bianca



Teatro alla Scala, Milano. Martedì 9 ottobre 2012


Una contessa: Raymonda –che dà anche il nome al balletto-, un principe di cui è innamorata e che sposerà, un cavaliere saraceno che la vuole e non la ottiene, l’arcana e quasi divina figura della Dama Bianca, artefice della vittoria dell’Amore. Ci sono tutti gl’ingredienti per dare vita a una fiaba romantica, anche se in realtà, con quest’opera coreutica, ci troviamo già un po’ distanti dal periodo romantico. “Raymonda” è infatti una creazione russa di fine Ottocento, ma, nonostante questo, potrebbe essere benissimo assimilata a un balletto d’inizio secolo quale “Giselle”.
La vicenda è forse meno nota di quella di altre divenute più popolari. Il tutto è ambientato in un’Ungheria fiabesca, in cui troviamo la contessa de Doris Raymonda innamorata del principe Jean de Brienne. È durante un sogno che avviene per la prima volta l’incontro della protagonista con la Dama Bianca, che la mette in guardia dimostrandole che nel prossimo futuro un Cavaliere Saraceno, Abdérȃhman, verrà a chiederla con insistenza, tentandola anche con maniere violente. In effetti il sogno si realizza e Raymonda, mentre sta aspettando il principe al castello, viene colta dalla visita del Saraceno, che usa tutti i suoi mezzi per farla sua, ma è a questo punto che giunge Jean de Brienne, che salva la principessa e si batte in duello con il nemico, che soccombe, ucciso non dalla spada dell’avversario, ma dalla magia compiuta dalla Dama Bianca. Il tutto si conclude con lo sposalizio dei protagonisti alla presenza di Re Andrea II d’Ungheria, incorniciato da bellissime danze ungheresi –in cui riecheggia una sorta di omaggio a Ferenc Liszt. Quest’ultima scena prende anche il nome di apoteosi.
Le musiche dolci e ondulate di Glazunov (ben dirette da Alexander Titov) creano quella leggera atmosfera da sogno in cui lo spettatore può perdersi. Molto suggestivi sono i costumi -ricreati uguali agli originali da Irene Monti-, in cui le forti tinte delle vesti si accompagnano con piacevolezza visiva tra di loro; riuscite anche le scene, create dall’amalgama di quinte dipinte, praticabili, strutture tridimensionali.
La figura principale del balletto è di certo Raymonda ed è lei l’assoluta protagonista della scena –quasi inesistenti gli assoli al maschile. Olesia Novikova, nel suo ruolo, è abile dal punto di vista tecnico ed è anche eterea, leggera, onirica, forse delle volte solo un po’ poco calorosa dal punto di vista espressivo-facciale, comunica con il corpo, meno con il volto.
In sostanza una bella serata di danza, per un balletto che forse ai nostri occhi contemporanei può sembrare un po’ lontano –tanti quadri e poca azione-, ma, lo si sa, le fiabe non muoiono mai.

Stefano Duranti Poccetti

Raymonda
CoreografiaMarius Petipa (1898)
Ricostruzione della coreografia e messa in scena- Sergej Vikharev
Musica- Aleksandr Glazunov
Direttore- Alexander Titov
Scene originali- Orest Allegri, Pëtr Lambin, Konstantin Ivanov (1898) ricreate da Elena Kinkulskaya e Boris Kaminsky
Costumi originali- Ivan Vsevoložskij (1898) ricreati da Irene Monti
Luci- Marco Filibeck
Ricerche storiche d'archivio e coordinamento- Pavel Gershenzon
Con
Raymonda, contessa de Doris- Olesia Novikova
Cavaliere Jean de Brienne, fidanzato di Raymonda- Friedemann Vogel
Abdérâhman, cavaliere saraceno- Mick Zeni
Henriette, amica di Raymonda- Antonella Albano
Clémence, amica di Raymonda- Lusymay Di Stefano
Béranger, troubadour d’Aquitania- Claudio Coviello
Bernard de Ventodour, troubadour Provenzale- Antonino Sutera
Contessa Sybille, canonichessa, zia di Raymonda- Sabina Galasso
Andrea II, re d'Ungheria- Luigi Saruggia
La Dama Bianca, protettrice della stirpe dei de Doris- Manuela Aufieri
Siniscalco, che governa il castello dei de Doris- Giuseppe Conte
Ufficiale Verlé- Matthew Endicott
Soliste (Atto I, secondo quadro)- Vittoria Valerio, Virna Toppi
Danza saracena (Atto II)- Denise Gazzo, Maurizio Licitra
Danza spagnola- Sofia Rosolini, Stefano De Angelis
Mazurka (Atto III)- Beatrice Carbone, Riccardo Massimi
Palotás- Emanuela Montanari, Andrea Volpintesta
Solista Pas classique hongrois (Atto III)- Antonella Albano
Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro alla Scala 
con la partecipazione degli allievi della scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala

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